Blowin' in the Wind
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Blowin' in the Wind | ||
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Autori: | Bob Dylan | |
Edito da: | Columbia Records | |
Data di pubblicazione: | 1962 | |
Genere: | Folk | |
Incisione di riferimento: | The Freewheelin' Bob Dylan | |
Durata: | 5 min: 42 sec | |
Si invita a coordinare la voce con |
Blowin' in the Wind è il titolo di una famosa canzone di contenuto pacifista scritta da Bob Dylan nel 1962 e pubblicata la prima volta l'anno successivo nell'album The Freewheelin' Bob Dylan.
Questo brano è da molti considerato il manifesto della generazione dei giovani statunitensi disillusi dalla politica portata avanti negli anni cinquanta e sessanta dal loro paese e sfociata dapprima nella guerra fredda e poi nella guerra del Vietnam.
Quando scrisse questo motivo, Dylan non era ancora quel paladino della controcultura che dopo pochi anni avrebbe rimesso in discussione - con la propria attività artistica di poeta e musicista - antichi pregiudizi e paure nuove; ma già allora - giovane cantastorie proveniente da un piccolo sobborgo minerario del Minnesota - era in grado di mostrarsi cosciente e padrone - in termini di comprensione del senso delle cose - dei nuovi pericoli derivanti dall'era atomica (i temi del fall out erano peraltro già stati illustrati con amara e sofferta poeticità dai cantori della beat generation, in primis Jack Kerouac ed Allen Ginsberg).
Tre semplici strofe sono in questo caso sufficienti al compositore-poeta per interrogarsi su tematiche sociali ed esistenziali. In particolare, al centro della sua visionaria poeticità sono il senso della condizione umana e l'incapacità dell'uomo di ripudiare in maniera definitiva e totale ogni tipo di guerra.
Nel ritornello - rivolto metaforicamente ad un ipotetico amico, nel quale si potrebbe identificare l'intera umanità - viene data una risposta che lascia uno spiraglio all'ottimismo: una risposta che c'è, e a portarla basterà un soffio di vento.
Nel corso degli anni questa canzone ha avuto numerose rielaborazioni (cover), tanto in versione acustica quanto a ritmo rock, da parte di diversi gruppi e cantanti di ogni parte del mondo. Fatta propria dagli esponenti del movimento beatnik (i cosiddetti figli dei fiori) veniva spesso suonato - e tuttora lo viene - sulle scalinate e lungo i borghi artistici delle principali metropoli del mondo. Si ricordano qui le versioni, storiche al pari di quelle incise in studio e dal vivo dallo stesso autore, del trio Peter, Paul & Mary e di Joan Baez.
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[modifica] Collegamenti esterni
- Il testo della canzone sul sito ufficiale di Bob Dylan
- Approfondimento
- Testo e traduzioni in varie lingue