Carlo Costamagna
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Carlo Costamagna (Quiliano 1881 - 1965). Giurista, politologo. Si laureò in giurisprudenza all'Università di Genova, entrato in magistratura giunse al grado di Presidente di Cassazione. Partecipò, quale membro della commissione dei diciotto, detta dei "soloni", alla elaborazione delle leggi corporative dello Stato. Collaborò alla stesura della "Carta del Lavoro". Fu il primo docente nella cattedra di diritto corporativo. Insegno diritto pubblico e dottrina dello Stato all'Università di Roma. Fu Deputato e consigliere nazionale delle corporazioni, Senatore del Regno. Fra le sue opere, di particolare importanza si ricorda la: "Storia delle dottrine politiche ed economiche", la "Storia e dottrina del fascismo" pubblicata nel 1938: che costituisce uno strumento interpretativo dei contenuti giuridico-politico del fascismo; Gli "Elementi di diritto pubblico generale"; "Che cos'è il marxismo".
[modifica] La rivista "Lo Stato"
Nel 1930 fondò la rivista di scienze politiche, giuridiche ed economiche "Lo Stato" che diresse fino al 1943. I motivi che spinsero Costamagna a fondare la rivista "Lo Stato" furono di ordine interno del fascismo. "Lo Stato" nasceva con l'intento di poter diventare:
Costamagna stimolò gli studiosi ad uniformarsi con i principi della dottrina del fascismo, si batte:
Costamagna, tentò, attraverso le pagine de "Lo Stato" di "fascistizzare" il diritto.
[modifica] Critica all'idealismo
Carlo Costamagna fu uno dei più seri critici fascisti all'idealismo gentiliano. Diresse le sue critiche contro il "formalismo" e "l'intellettualismo" che caratterizzavano il neoidealismo, Costamagna, pensava che il "pensiero razionale" non poteva costituire il fondamento ultimo dell'azione, in particolare negava: "la supremazia della ragione". In contrapposizione a Giovanni Gentile, Costamagna, sosteneva che:
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«...la verità è il risultato dell'ispirazione, che si richiama a una fonte di conoscenza "metarazionale" e metafilosofica"»
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(C. Costamagna, Dottrina del fascismo, Roma 1938)
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Lo Stato non avrebbe più dovuto avere una funzione pedagogica, ma una funzione disciplinare. Gli individui non dovevano più essere convinti che lo Stato dovesse essere il supremo oggetto di fedeltà perché vera sostanza morale dell'"Io". lo Stato avrebbe dovuto essere concepito come fine a se stesso. Ad influenzare Costamagna fu il pensiero di Julius Evola, esponente di quella corrente trans-razionalista che nel fascismo fu molto vivace.
[modifica] Bibliografia
- Storia delle dottrine politiche ed economiche
- Storia e dottrina del fascismo
- Elementi di diritto pubblico generale
- Che cos'è il marxismo