Carrozza MDVC
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Carrozza MDVC | |
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CARROZZA | |
![]() Carrozza semipilota MDVC senza musetto aerodinamico, prima della pellicolatura XMPR. Fotografata presso Calalzo di Cadore, Agosto 1986 |
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Anni di progettazione | 1978 |
Anni di costruzione | 1979-1989 |
Anni di esercizio | 1981 - oggi |
Quantità prodotta | 210 semipilota, 853 di seconda classe e 250 miste |
Dimensioni | 26.400 x 2.825 x 3.965 mm |
Capacità | 82 posti di seconda classe (60 sulle semipilota), oppure 28 di prima + 44 di seconda |
Distanza dal Piano del ferro | 1100 mm |
Interperno | 19.000 mm |
Passo dei carrelli | 2.400 mm |
Massa vuoto | 36 ton |
Velocità massima omologata | 160 km/h |
Nel 1980 le Ferrovie dello Stato si trovavano ad avere in circolazione numerosi veicoli nuovi per le tratte lunghe e internazionali, mentre i servizi interni a media distanza venivano svolti con veicoli obsoleti e poco affidabili o con treni pensati per altri tipi di servizio.
Per completare l'operazione di rinnovamento le FS ordinarono quindi una nuova famiglia di carrozze, denominata "Medie Distanze": negli anni successivi ne furono create due versioni, molto simili se non nel posizionamento dei vestiboli e degli impianti.
La MDVC è la prima versione realizzata: il nome significa Medie Distanze Vestiboli Centrali, anche se sarebbe più corretto definirli paracentrali.
Studiate appositamente per le tratte Interregionali ad alta affluenza di pendolari, sono mezzi tecnicamente non innovativi ma di grandissimo successo: lo dimostra il fatto che ancora oggi, a più di 20 anni dalla loro introduzione, sono il "cavallo da lavoro" delle ferrovie italiane.
La cassa nasce dall'esperienza maturata sulle grandi carrozze internazionali degli anni '70 (Eurofima e Gran-Conforto), ed è in lamiera in acciaio al rame ad alta resistenza, con nervature strutturali lungo tutta la copertura. Gli interni mostrano un notevole utilizzo di laminati plastici sia estetici che strutturali, che danno un'eccezionale leggerezza alla carrozza. Nonostante le porte servoassistite siano piuttosto ristrette (soli 1200 mm di ampiezza del vano utile), l'ampio vestibolo permette un'incarrozzamento relativamente rapido. Le porte sono dotate di un sistema di sbloccaggio per permetterne l'apertura manuale anche in caso di guasto alla pressurizzazione dell'impianto pneumatico.
Le MDVC hanno due toilette alle estremità, e le varie zone della carrozza sono divise tramite porte in cristallo stratificato.
Queste carrozze sono dotate di sedili in disposizione vis-a-vis, con struttura tubolare in acciaio, che fanno ampio uso di cuscini in poliuretano schiumato pellato e autoestinguente. Si tratta di sedute molto comode, con morbidi braccioli fissi e poggiatesta con origliere. Nonostante ciò, il colore nero dei cuscini le rende poco igieniche e impedisce una rapida identificazione delle cuscinerie da lavare o sostituire.
Le MDVC esistono in tre versioni:
- semipilota, a loro volta specializzate per l'utilizzo con mezzi diesel ed elettrici, e dotate o meno di musetto aerodinamico
- rimorchiate di seconda classe, che rappresentano la parte più numerosa della produzione
- rimorchiate miste di prima e seconda classe.
Sulla fine degli anni '90 la maggior parte della flotta ha perso la caratteristica livrea bianco greggio-arancio-viola, simile a quella originale delle Due Piani, per passare alla livrea XMPR, anche se con schemi di applicazione diversi tra i vari gruppi di veicoli ripellicolati. Molte MDVC sono state inoltre riqualificate con l'aggiunta di climatizzatore e audiodiffusione. Con il declassamento di parte della flotta al servizio regionale, è sempre più frequente vederle in accoppiamenti insoliti insieme alle vecchie UIC-X acquisite dalla Divisione Trasporto Regionale di Trenitalia.
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