Chiesa Maria Santissima Annunziata (Modugno)
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Chiesa Maria Santissima Annunziata è la Chiesa Matrice di Modugno (BA). In origine il titolo di Chiesa Madre di Modugno era attribuito alla Chiesa di Santa Maria di Modugno. Intorno all’anno Mille, con la costruzione dell’abitato intorno alla Motta, la Chiesa Maria Santissima Annunziata venne rifondata dov’è ora. Nell’XI secolo viene citata come sede vescovile, ma il secolo successivo viene ridotta alle dipendenze degli arcivescovi di Bari, feudatari di Modugno. Fu restaurata nel 1347 dall’arcivescovo Bartolomeo Carafa e nel 1518 a spese del Capitolo di Modugno e grazie al contributo della regina Bona Sforza.
La sua struttura odierna risale al 1626 quando finirono i lavori che seguirono il progetto dell’architetto Bartolomeo Amendola di Monopoli. La copertura del tetto venne ultimata nel 1698 e il campanile è del 1615. Nel 1642 è stato aggiunto un cappellone laterale. La struttura seicentesca a navata unica, lunga 45 metri e larga 14, inglobava la precedente chiesa a tre navate. Il campanile è in stile romanico-pugliese, come quello che caratterizza la cattedrale di Bari e di Palo del Colle. È alto più di 60 metri ed è impreziosito da bifore, trifore e quadriforme. La facciata, in stile tardo rinascimentale, è preceduta da un ampio sagrato ed è realizzata in pietra calcarea. Di importante valore artistico è il portale con architrave riccamente decorato e con due colonne corinzie sormontate dalle sculture a tutto tondo della Vergine Maria inginocchiata e dell’Arcangelo Gabriele. Il portale è sormontato da un bassorilievo che rappresenta lo Spirito Santo sotto forma di colomba. Il cappellone e il presbiterio sono sormontate da cupole ottagonali con lanterna finale.
All’interno sono presenti sette altari laterali, due di legno e gli altri di marmo; un tempo erano dedicati alle famiglie nobili modugnesi e fungevano da sepolcri gentilizi come è intuibile dagli stemmi familiari che li sormontano. Il presbiterio è separato dalla navata da una balaustra di marmo intarsiato.
Le decorazioni degli interni sono state affidate a diversi artisti esponenti del barocco napoletano del Seicento. Le famiglie modugnesi furono particolarmente generose nelle commissioni: i quadri sono di Carlo Rosa, Nicola Gliri di Bitonto si occupò del Cappellone e Domenico Scura di Modugno dipinse il magnifico soffitto ligneo che sovrasta la navata. Particolarmente armonici risultano, nell’insieme, tutte le decorazioni nell’interno della Chiesa. È considerato un capolavoro la tavola di Bartolomeo Vivarini, del 1472, raffigurante l’Annunziata. Nel 2002 è tornata nella Chiesa dopo circa 60 anni d’assenza. La chiesa Matrice di Modugno conserva anche tele provenienti dalla chiesa delle Monacelle, fra cui quelle di Gaspar Hovic, di Giuseppe e Nicola Porta della scuola di Corrado Giaquinto (XVIII secolo).
[modifica] L’“Annunciazione” di Bartolomeo Vivarini
La pala d’altare dipinta dall’artista veneziano Bartolomeo Vivarini è uno degli elementi pittorici di maggior interesse storico-artistico di Modugno. L’opera risale al 1472 ed era originariamente la parte centrale di un polittico. Nel XIII e nel XIV secolo la Repubblica marinara di Venezia aveva stretti rapporti commerciali con molte città costiere pugliesi, influenzandone la politica ma anche il gusto artistico delle classi più agiate: ciò spiega la commissione di tale lavoro all’artista muranese da parte del clero modugnese.
In principio, la pala lignea era collocata nel catino absidale della Chiesa Maria Santissima Annunziata. Vi rimase fino al 1929 quando l’arciprete Francesco Bux ne autorizzò il trasferimento momentaneo nella Pinacoteca provinciale di Bari; vi rimase fino al 2002 quando tornò nella sua attuale collocazione in una teca protettiva nei pressi dell’altare.
Di particolare interesse è la prospettiva della stanza in cui si svolge la scena dell’Annunciazione. Notevole attenzione meritano i particolari dell’opera: una finestra che lascia spaziare lo sguardo sino alle montagne sullo sfondo, il giglio tenuto nelle mani dell’angelo de il breviario in quelle della vergine, il vaso e il cuscino che si intravede dietro la tenda. L’uso di colori morbidi e sfumati, abbinati ai contorni ben definiti delle figure comunicano un senso di serenità.
[modifica] Bibliografia
- A. Gernone, N. Conte, M. Ventrella (a cura di), Modugno. Guida Turistico-culturale, Associazione Pro Loco di Modugno-Stampa Litopress, Modugno (BA) 2006
- Don Nicola Milano, Modugno. Memorie storiche, Edizioni Levante, Bari 1984