Chiesa dell'Immacolata (Modugno)
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La Chiesa dell’Immacolata è un luogo di culto di Modugno (BA). È stata costruita, insieme al convento dei Frati Cappuccini (Padri Zoccolanti dell’ordine Serafico di S. Francesco), tra il 1589 e il 1591 quando Nicola de Russis, espresse, come volontà testamentaria, il desiderio di lasciare i propri averi per la realizzazione di questo convento. L’ultima erede, Atonia Miletto, adempì a questo desiderio contribuendo, con l’Università di Modugno, alla sua costruzione. In origine, il monastero ospitava una decina di frati. La struttura subì un ampliamento nel 1629 e un restauro nel 1765. Il convento fu abolito durante il periodo di governo di Gioacchino Murat e nel 1866 venne occupate dalle truppe italo-prussiane in guerra contro l’Austria. I frati vennero ospitati da Michele Loiacono in Santa Maria della Grotta. Nel 1869 la struttura venne ceduta al comune di Modugno che la divise in favore delle opere pie del Carmine e del Purgatorio. Nel 1878 fu sede della Confraterintà della Natività; nel 1894 tornò all’opera pia del Purgatorio che vi creò un orfanotrofio gestito dalle Suore Stimmatine. Nel 1907 la chiesa dell’Immacolata venne restaurata e nel 1969 venne ceduta dal Comune di Modugno alla curia arcivescovile di Bari che nel 1974 vi istituì una Parrocchia. L’anno successivo, le Suore Stimatine lasciarono i locali dell’ex convento dei Cappuccini, i quali furono adibiti ad uso scolastico.
Tutta la facciata della chiesa è coperta da un bugnato poco aggettante in pietra calcarea. Il portale è rettangolare con lunetta che comprende dei bassorilievi che raffigurano calice, ostia e angeli. Esso è sormontato dallo stemma dei Cappuccini e da un ampio finestrone di stile barocco. Nella parte sinistra della struttura si innalza un piccolo campanile a vela rettangolare. Nella parte sinistra della facciata è possibile intravedere la precedente esistenza di un’altro ingresso. L’interno della chiesa presenta una navata principale ed un’annessa a sinistra, costituita da tre cappelle comunicanti tramite archi. Sulla parte destra, sono presenti quattro grandi archi a tutto sesto che in origine ospitavano degli altari alterali, ma ora accolgono dei quadri. Questi archi sono sormontati da teste angeliche. Le pareti e le volte sono affrescate con decorazioni floreali e di finti marmi policromi, frutto del restauro del 1909 commissionato dall’arciprete Romita. Anche il pavimento risale all’inizio del secolo. A sinistra dell’altare maggiore (modificato nel 1858) si trovava l’antico coro, che ora è adibito a sagrestia; un tempo, questo ambiente era separato da una grata in modo da consentire ai fedeli l’ascolto dell’Ufficio dei monaci. Da questa stanza si accede all’antica sagrestia, di forma ottagonale, ora utilizzata come ufficio parrocchiale.
L’ex convento si erge a destra della chiesa ed è di forma quadrangolare. L’ingresso, nascosto da un cortile esterno, conduce in un ambiente che funge da anticamera per il chiostro porticato, lastricato di pietra, con sei archi a tutto sesto che conserva un antico pozzo. Dal chiostro si accede ad un corridoio che comunica con gli ambienti prima destinati a cucina e refettorio. Nel piano superiore ci sono le 26 piccole celle dei frati, voltate a botte. Ci sono anche altre stanze che si affacciano all’esterno e nel cortile interno, l’unica delle quali ha un balcone era la biblioteca dei Cappuccini. Il giardino del cotile interno dell’ex convento dei cappuccini ospita, in occasione del periodo natalizio, un allestimento del presepe vivente.
[modifica] Bibliografia
- A. Gernone, N. Conte, M. Ventrella (a cura di), Modugno. Guida Turistico-culturale, Associazione Pro Loco di Modugno-Stampa Litopress, Modugno (BA) 2006
