Comitato di salute pubblica
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Il Comitato di salute pubblica, organo del Governo rivoluzionario creato dalla Convenzione Nazionale il 17 germinale dell’anno I (6 aprile 1793), fu costituito per sostituire il Consiglio esecutivo, fondato dopo l’insurrezione del 10 agosto 1792, che riuniva i sei maggiori Ministeri di governo. Il Comitato veniva eletto ogni mese e costituitì di fatto il Governo francese, tranne che per le materie finanziarie, fino al 1795.
[modifica] Il decreto istitutivo
Il Comitato di difesa generale, dopo la creazione del Tribunale rivoluzionario il 10 marzo 1793, attraverso il relatore Bertrand Barère de Vieuzac, il 18 marzo 1793 richiese alla Convenzione Nazionale la creazione di un nuovo Comitato con lo scopo di « estinguere tutti i focolai di discordia ».
Il 6 aprile 1793, Barère de Vieuzac presentò e fece votare il decreto seguente:
- E’ formato un Comitato di salute pubblica composto da nove membri della Convenzione nazionale.
- Il Comitato delibera in segreto ; è incaricato di sorvegliare e accelerare l’azione del Comitato esecutivo provvisorio e può sospenderne i membri arrestati.
- E’ autorizzato a prendere misure di difesa generale esterne e interne; non può in nessun caso emettere mandati di arresto senza renderne conto senza indugio alla Convenzione.
- La Tesoreria mette a disposizione del Comitato centomila lire per le spese segrete.
- Ogni settimana fa un rapporto delle sue operazioni e della situazione della Repubblica.
- E’ stabilito un registro delle deliberazioni.
- Il Comitato è rinnovato ogni mese.
- La Tesoreria resta indipendente dal Comitato.
Approvato il decreto, la Convenzione procedette all’elezione dei membri e Barère de Vieuzac reccolse il maggior numero di consensi.
Dominato dapprima da Georges Danton e poi da Maximilien Robespierre, esercitò, insieme con il Comitato di sicurezza generale, un regime di dittatura e di terrore instaurato per salvare la Rivoluzione minacciata tanto dall’interno — con l’insurrezione dei federalisti e della Vandea — che dall’esterno. Benché la Convenzione mantenesse la suprema autorità, ratificò quasi sempre le decisioni del Comitato, che era tuttavia tenuto a rendere conto ad essa delle proprie decisioni.
Fino alla sua soppressione nell’ottobre 1795, ebbe sede alle Tuileries, negli ex appartamenti della regina Maria Antonietta. Fino al 10 luglio 1793 fu composto da nove membri, il più influente dei quali fu Georges Danton:
- Bertrand Barère de Vieuzac, deputato degli Hautes-Pyrénées
- Jean-François Delmas, deputato della Haute-Garonne
- Jean-Jacques Bréard, deputato della Charente-Inférieure
- Pierre Joseph Cambon, deputato dell’Hérault
- Georges Danton, deputato di Parigi
- Jean Antoine Debry, deputato dell’Aisne
- Louis Bernard Guyton-Morveau, deputato della Côte-d'Or
- Jean-Baptiste Treilhard, deputato della Seine-et-Oise
- Jean-François Delacroix, deputato dell'Eure-et-Loir
Jean Antoine Debry, malato, diede le dimissioni e fu sostituito da Robert Lindet, deputato dell’Eure
[modifica] L'organizzazione del potere rivoluzionario
Con suffragio universale venivano eletti i deputati della Convenzione, che eleggevano i rappresentanti del Comitato di salute pubblica e del Comitato della sicurezza nazionale, che si occupava di rinviare a giudizio gli accusati di fronte al Tribunale rivoluzionario. Il Comitato di salute pubblica proponeva le leggi per l’eventuale approvazione della Convenzione e nominava i rappresentanti in missioni di guerra al fronte e all’interno dei dipartimenti.
Considerato troppo moderato, passò sotto ilo controllo dei Giacobini con la caduta dei Girondini e l’eliminazione di Danton e dei suoi seguaci nell’agosto 1793.
Nel settembre 1793 fu allargato a dodici membri, e per questo fu chiamato "Grande Comitato di salute pubblica":
- Maximilien de Robespierre, deputato di Parigi
- Bertrand Barère de Vieuzac, deputato degli Hautes-Pyrénées
- Robert Lindet, deputato dell’Eure
- André Jeanbon Saint André, deputato del Lot
- Georges Couthon, deputato del Puy-de-Dôme
- Jean-Marie Hérault de Séchelles, deputato della Seine-et-Oise
- Pierre-Louis Prieur (detto Prieur de la Marne), deputato della Marna
- Louis Antoine de Saint-Just, deputato dell’Aisne
- Lazare Nicolas Marguerite Carnot, deputato del Pas-de-Calais
- Claude-Antoine Prieur-Duvernois (detto Prieur de la Côte-d'Or), deputato della Côte-d'Or
- Jacques Nicolas Billaud-Varenne, deputato di Parigi
- Jean-Marie Collot d'Herbois, deputato di Parigi.
Jean-Marie Hérault de Séchelles fu eliminato per dantonismo senza essere rimpiazzato.
Dal luglio 1793 – dopo la scomparsa di Georges Danton – fino al luglio 1794, furono rieletti gli stessi montagnardi, ad eccezione di uno solo.
Nella seduta del 31 luglio 1793, per festeggiare l’anniversario della presa delle Tuileries, il 10 agosto 1792, Barère propose la distruzione delle tombe reali della Basilica di Saint-Denis.
Nel Comitato esisteva una "destra" formata da Robert Lindet, Lazare Carnot e da Claude-Antoine Prieur-Duvernois, una "sinistra" comprendente Maximilien Robespierre, Louis Antoine de Saint-Just, Georges Couthon, Pierre-Louis Prieur, André Jean-Bon-Saint-André; una "estrema sinistra" formata da Jacques-Nicolas Billaud-Varenne, Jean-Marie Collot d'Herbois, Jean-Marie Hérault de Seychelle e Bertrand Barère de Vieuzac. Ma il vero capo del "Grande Comitato" fu Robespierre. Per quanto non vi avesse alcun incarico particolare, la sua influenza vi fu presto preponderante, formando il legame vivente fra Comitato, la Convenzione, il Club dei giacobini e la Comune di Parigi. Fu lui a impegnare il Comitato in una politica sociale caratterizzata da sussistenza alle classi più povere e da leggi popolari.
Quando la Repubblica fu minacciata dall’intervento armato straniero i Giacobini centralizzarono le denunce, i processi e le esecuzioni sotto la supervisione del Comitato, che governò in modo dittatoriale, inviando nelle province e presso gli eserciti dei rappresentanti che applicarono la politica del Terrore.
[modifica] La caduta del Grande Comitato di salute pubblica
I dissensi all’interno del Comitato condussero alla caduta del regime del Terrore: la maggioranza, capeggiata da Jacques-Nicolas Billaud-Varenne, Jean-Marie Collot d'Herbois et Lazare Carnot, s’oppose a Robespierre e ai suoi seguaci che furono messi in stato d’accusa e giustiziati il 9 termidoro dell’anno II (27 luglio 1794); i poteri del Comitato furono ridotti alla conduzione della politica estera e della guerra, fino alla sua definitiva soppressione nel 1795.