Epaminonda
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Epaminonda (Tebe, c. 418 a.C. - Mantinea, 362 a.C.), uomo politico e generale greco, fu con Pelopida l’artefice dell’egemonia tebana. A lui si devono anche le innovazioni tattiche adottate dall’esercito tebano, come la falange e l’ordine obliquo d’attacco dell’ala sinistra.
Eletto beotarca nel 371 a.C., partecipò come rappresentante tebano al congresso di Sparta e si rifiutò di firmare il trattato di pace a nome della sola città di Tebe e non in rappresentanza delle città beotiche.
Con Pelopida sconfisse gli invasori spartani nella battaglia di Leuttra. Dal 370 al 369 a.C. Epaminonda intervenne nel Peloponneso su richiesta degli Arcadi, che reclamavano l’autonomia da Sparta. L’invasione del Peloponneso portò all’indipendenza della Messenia ed alla fondazione delle città di Megalopoli e Messene.
Nel 368 a.C. l’insuccesso riportato in una successiva invasione portò ad un’accusa di tradimento, dalla quale Epaminonda fu prosciolto.
Nel 367 a.C. Epaminonda si recò in Tessaglia per liberare Pelopida catturato dal tiranno Alessandro di Fere ed in seguito penetrò nuovamente nel Peloponneso.
Nel 364 a.C. si fece promotore di una spedizione marittima contro Atene. Lo strapotere tebano portò ad una coalizione antibeotica tra Sparta ed Atene. Epaminonda dopo aver tentato di occupare Sparta, affrontò vittoriosamente gli eserciti nemici nella battaglia di Mantinea, perdendo la vita.