Felicissimo

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Felicissimo (latino: Felicissimus; m. 271) fu un funzionario civile sotto l'imperatore romano Aureliano, incaricato della direzione della zecca di Roma. Fu coinvolto nella rivolta dei lavoratori della zecca, che venne spenta nel sangue nel 271.

Antoniniano coniato dalla zecca di Roma nel 274/275, dopo la rivolta di Felicissimo e la riforma monetaria di Aureliano. Dopo la rivolta, la zecca rimase chiusa per tre anni e alla sua riapertura non riguadagnò più il ruolo di zecca principale dell'impero.

Appartenente all'ordine equestre, Felicissimo ricoprì sotto Aureliano il ruolo di rationalis, cioè di responsabile del sistema monetario.^[1] Il compito più importante di un rationalis era quello di amministrare le zecche imperiali. Quando Aureliano giunse al potere, il sistema monetario romano era prossimo al collasso, in quanto la moneta utilizzata per i commerci di tutti i giorni, l'antoniniano, era stata svalutata continuamente nei decenni precedenti, allo scopo di produrre la gran quantità di monete necessarie a pagare gli eserciti durante la crisi del terzo secolo. Uno dei primi atti di Aureliano fu quindi quello di mettere mano alla monetazione, ma nel far questo l'imperatore si scontrò con alcuni interessi precostituiti. I lavoratori della zecca di Roma, ad esempio, erano abituati a sottrarre il metallo pregiato destinato alla coniazione sostituendolo con metallo non pregiato: la zecca di Roma, sin dall'epoca di Claudio II il Gotico, produceva monete con contenuto di argento pari al 54% di quello delle altre zecche.^[2] Felicissimo ne era responsabile: per paura di una punizione, iniziò la rivolta sul Celio, approfittando anche del fatto che Aureliano era nel nord Italia, ed era stato recentemente sconfitto nella battaglia di Piacenza. Dopo uno scontro sanguinoso, passato alla storia come Bellum Monetariorum e che vide la morte di 7000 soldati, i rivoltosi vennero sconfitti, e Felicissimo fu ucciso.^[3] Aureliano ordinò di giustiziare diversi senatori come complici della rivolta.

Sebbene Felicissimo sia incluso tra gli usurpatori di Aureliano,^[4] è da escludersi che abbia voluto farsi imperatore. Riguardo alla sua partecipazione alla rivolta, Eutropio sembra affermare che questa iniziò dopo la morte di Felicissimo, forse come reazione alla sua esecuzione: un'altra ipotesi è che gli stessi lavoratori abbiano assassinato il rationalis. Riguardo ai partecipanti alla ribellione, è probabile che non ci fossero abbastanza lavoratori da scatenare una ribellione così sanguinosa: considerata la reazione di Aureliano, è possibile che tale ribellione avesse il supporto dei senatori; va inoltre considerato che prima o dopo la rivolta Aureliano tolse al Senato il diritto di coniare monete di bronzo. La zecca di Roma, probabilmente in conseguenza di questa rivolta, rimase inattiva per tre anni, riprendendo la produzione nel 274.

[modifica] Note

↑ Il titolo esatto era forse Procurator Summarum Rationum.
↑ Homo, Léon, Essai sur le Règne de l'Empereur Aurélien (270-275), 1904, pp. 158-159.
↑ Aurelio Vittore, xxxv.6; Historia Augusta, Aurelianus, xxxviii.2-4
↑ Polemio Silvio, 1.49.

[modifica] Bibliografia

[modifica] Fonti primarie

Aurelio Vittore, De Caesaribus, 35,6;
Eutropio, Breviarium historiae Romanae, ix,14;

[modifica] Fonti secondarie

"Felicissimus", s.v. "Aurelian", De Imperatoribus Romanis site.
MacMillian Conway, Charles Patrick, "Aurelian's «Bellum Monetariorum. An Examination»", Past Imperfect

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