Francesco Nullo
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Francesco Nullo (Bergamo, 1826 – Krzykavka, 5 maggio 1863) è stato un patriota italiano.
Figlio di Arcangelo e Angelina Magno, personaggio di grande coraggio, visse nel XIX secolo e legò il suo nome a numerose imprese patriottiche italiane ma anche polacche.
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[modifica] La famiglia
Di famiglia agiata, era commerciante di tele di lino e possedeva una fabbrica di tessuti. Ciònonostante lo troviamo, coi suoi due fratelli, a fianco della popolazione milanese nelle barricate delle cinque giornate di Milano, durante i moti del 1848, fatto che gli causò numerosi problemi con la polizia austriaca.
[modifica] Il patriota
Animato da profondo spirito patriottico, si unì nel 1859 a Garibaldi nelle file dei Cacciatori delle Alpi per combattere contro gli austriaci. Ma l'impresa per la quale passò alla storia fu la spedizione dei Mille. Nullo si occupò personalmente dell'arruolamento dei volontari nella propria città che, visto il grande numero di adesioni, si poté fregiare dell'appellativo di Città dei Mille.
Inoltre si dice che, grazie alla sua attività nel campo dei tessuti, fornì le camicie rosse utilizzate dai garibaldini nella suddetta spedizione.
La spedizione dei Mille lo vide protagonista di atti di valore, tanto che fu lui a piantare il primo tricolore a Palermo, 27 maggio 1860. Scrisse sul Libro d'Onore dei volontari bergamaschi
Ebbe una carriera militare assai veloce, che lo vide passare dal grado di capitano (dopo il suo ferimento a Calatafimi) a quello di tenente colonnello, per terminare a quello di generale. Nel 1862 Venne arrestato con altri 123 garibaldini mentre organizzava una spedizione per la liberazione del Veneto. Continuò ad essere fedele compagno di Garibaldi anche nella seconda spedizione in Sicilia con lo scontro d'Aspromonte.
[modifica] In Polonia
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Quindi lasciò l'Italia diretto a Cracovia, seguito da un gruppo di animosi italiani, francesi ed emigrati polacchi, al fine di liberare la Polonia dalla dominazione russa. Nonostante l'inesperienza degli insorti polacchi, si batté con un coraggio tale da creare attorno a sé un alone di invulnerabilità e procurasi l'ammirazione di tutti. Cadde in battaglia trafitto da un proiettile cosacco il 5 maggio 1863. Ebbe solo il tempo di sussurrare, in dialetto bergamasco: So mort !.
In Polonia è considerato un eroe nazionale tanto che, anche durante gli anni della guerra fredda, un console andava a Bergamo per rendergli omaggio ai piedi del monumento che la sua città natale gli ha dedicato.
[modifica] Bibliografia
- Studi del Museo Storico di Bergamo.
- Atti, Storia del Risorgimento nazionale, documenti ed oggetti presentati dalla commissione nominata dal municipio di Bergamo - Bergamo, Bolis, 1884. SBN IEI0228043.
- Bortolo Belotti, Storia di Bergamo e dei bergamaschi - Bergamo, Bolis, 1989.
- Alberto Castoldi, Bergamo e il suo territorio, dizionario enciclopedico: i personaggi, i comuni, la storia, l'ambiente - Bergamo, Bolis, 2004. ISBN 8878271268
- Renato Ravanelli, La storia di Bergamo - Bergamo, Grafica & Arte, 1996. ISBN 8872011337.