Giorgio Issel
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Giorgio Issel (Genova, 1919 – San Giovanni Bianco, 4 dicembre 1943) è stato un partigiano italiano. La sua attività durante la Resistenza si svolse prevalentemente sulle montagne della Valle Brembana.
La sua storia è strettamente intrecciata con quella di altri due noti esponenti della Resistenza italiana, Walter Fillak e Giacomo Buranello, all'epoca tutti studenti del Liceo scientifico Gian Domenico Cassini di Genova.
Issel, Fillak e Buranello si frequentavano per studiare assieme e per discutere di politica. A loro si univa sovente la madre di Buranello, donna non colta ma acutissima di ingegno, che partecipava agli studi ed alle discussioni del figlio e dei suoi amici, riguardanti soprattutto la storia d'Italia e lo sviluppo sociale del paese (Buranello, in particolare, si era formato sui principi del mazzinianesimo prima di aderire al Partito Comunista Italiano).
La differenza sociale fra Buranello e Issel era peraltro abissale: il primo veniva da famiglia di estrazione popolare, mentre il secondo - di origine ebraica - apparteneva ad una famiglia benestante imparentata con la famiglia Cima di San Giovanni Bianco.
[modifica] 8 settembre 1943
Dopo l'8 settembre 1943, Issel entrò nel gruppo partigiano Carenini che operava nel Lecchese. Il gruppo fu rapidamente disperso e Issel passò con alcuni compagni in Valle Brembana, scegliendo Cantiglio - frazione di San Giovanni Bianco, comune in provincia di Bergamo - come luogo di ricostruzione della formazione.
Contava, per raggiungere il suo scopo, sulla vicinanza e sull'aiuto della famiglia Cima.
Della ricostituita formazione facevano parte altri elementi che diverranno poi protagonisti della Resistenza bergamasca: Penna Nera, Guglielmo, i fratelli Angiolino e Valentino Quarenghi e Gastone Nulli, un ex tenente del controspionaggio che diverrà successivamente comandante della 86° Brigata Garibaldi, personaggio peraltro assai discusso delle vicende della lotta partigiana in Valle Brembana.
Si aggregarono al gruppo alcuni ex prigionieri neozelandesi, greci, francesi, inglesi e jugoslavi e una decina di giovani di San Giovanni Bianco. Fucili mod. 91 ed un mitragliatore tipo Breda costituivano l'armamento: armi vecchie e con poche munizioni.
La formazione non poteva passare inosservata e la Federazione fascista di Bergamo ne venne a conoscenza: Luigi Viligiardi, uno sfollato milanese alloggiato alla Costa San Gallo, dietro compenso denunciò alla Kommandantur di Bergamo la potenziale Brigata (Viligiardi sarà poi fucilato nelle fasi finali della lotta di liberazione davanti al cimitero di San Giovanni Bianco).
Avvisati della situazione ormai avversa,la maggior parte della formazione abbandonò Cantiglio spostandosi sul monte Cancervo e nella Valle Taleggio.
Rimase un presidio con pochi partigiani al comando di Issel. Il partigiano pensava che l'arrivo dell'inverno avrebbe impedito rastrellamenti nella zona; invece la notte fra il 3 ed il 4 dicembre un centinaio di militi fascisti e una cinquantina di SS tedesche mossero verso Cantiglio accerchiando la località e costringendo sotto la minaccia delle armi il parroco don Ugo Gerosa - che era in contatto con i resistenti - a guidarli verso il rifugio nel quale erano nascosti Issel e i suoi uomini.
I partigiani, colti di sorpresa e numericamente inferiori, provarono ad oppore una disperata difesa ma la lotta si mostrà ben presto impari. A cadere sotto il fuoco nemico furono lo stesso Issel, il francese Raimond Marcel Jabin e il sangiovannese Evaristo Galizzi.