Giuseppe Brusasca
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Giuseppe Brusasca (Gabiano, 30 agosto 1900 - Milano, 1 giugno 1994) fu un uomo politico italiano.
Studia per un breve periodo in un istituto salesiano poi frequenta il Liceo classico pubblico a Casale Monferrato. Dopo il diploma si iscrive alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, ma dopo la Prima Guerra Mondiale passa alla facoltà di Giurisprudenza nella quale si laurea nel 1923. Nel 1926 aggiunge anche una laurea in Scienze politiche.
Durante gli anni universitari si iscrive alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana e alla Gioventù di Azione Cattolica di cui tra il 1920 e il 1923 è presidente diocesano a Casale e vicepresidente regionale del Piemonte.
Negli stessi anni si impegna nel Partito Popolare Italiano di cui diviene segretario politico della sezione casalese. Dal 1923 al 1925 guida la minoranza popolare contro i fascisti nel Consiglio comunale.
Abilitatosi all'avvocatura, nel 1926 si trasferisce a Milano dove frequenta gli ambienti dell'antifascismo cattolico. Dopo l' 8 settembre s'impegna nella Resistenza, fondando la divisione autonoma Patria attiva nel Monferrato.
Nell'aprile del 1945 fa da mediatore per le trattattive poi fallite per la resa di Mussolini. Dopo la Liberazione, sostituisce Achille Marazza come vicepresidente del CLN Alta Italia.
Membro del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana dal 1945 al 1947, nel 1946 viene eletto alla Costituente. Esperto di questioni di politica estera e coloniale, il 18 ottobre 1946 viene nominato sottosegretario agli Affari Esteri nel secondo Governo De Gasperi. Dopo una breve parentesi come sottosegretario alla Difesa nel terzo Governo De Gasperi, torna al ministero degli Esteri sempre come sottosegretario nel quarto Governo De Gasperi. Manterrà questo incarico anche nel quinto e sesto esecutivo diretti dallo statista trentino.
Nel 1951 ricopre la carica di sottosegretario al ministero dell'Africa Italiana nel penultimo dicastero De Gasperi. Nello stesso anno è nominato commissario per il coordinamento degli aiuti alle vittime dell'alluvione nel Polesine. Giunto a Rovigo il 20 dicembre 1951, vi rimase ininterrottamente fino alla primavera successiva. Realizzò in meno di sei mesi quanto i tecnici di tutto il mondo avevano preventivato dovesse avvenire in non meno di due anni.
Fortemente legato alla figura di Alcide De Gasperi, dopo la sua scomparsa si sente estraneo al nuovo clima instauratosi nel partito.
Torna al governo solo nel 1955 come sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega per i problemi dello spettacolo nel primo governo di Antonio Segni.
Alle elezioni del 1972 decide di non ricandidarsi, ma non abbandona la DC, fondando nel 1983 il Movimento anziani.