Giuseppe Leonardo Albanese
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Giuseppe Leonardo Albanese (Noci, Bari, 30 gennaio 1759 – Napoli, 28 novembre 1799) fu membro del governo provvisorio della Repubblica Napoletana.
Nacque da una delle più ricche e celebri famiglie di Noci, cittadina pugliese in provincia di Bari, che si diceva discendente del principe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe albanese del XV secolo.
Dopo aver trascorso l’infanzia nel paese natale, rimasto orfano, si trasferì a Napoli dove studiò presso il seminario arcivescovile e si formò alla scuola riformatrice di Antonio Genovesi e Gaetano Filangieri. Qui Albanese iniziò a cogliere i mutamenti e le novità che la Rivoluzione francese aveva irradiato in tutta Europa. Estimatore di quei principi di libertà, uguaglianza e fraternità che prepotentemente erano entrati anche in Italia.
Cultore del pensiero libero-muratorio e attivo esponente dei circoli illuministi napoletani, Giuseppe Albanese diventò dirigente del movimento giacobino sul finire del Settecento.
Quando il 23 gennaio 1799 le truppe francesi comandate dal generale Jean Etienne Championnet entrarono a Napoli, Albanese fu chiamato a far parte del governo provvisorio della Repubblica Partenopea, costituito da venticinque membri, svolgendo inizialmente un ruolo importante nel comitato di legislazione. Fu promotore dell’approvazione delle leggi che contribuirono alla soppressione dei fedecommessi e della feudalità. Divenne quindi uno dei cinque componenti della Commissione esecutiva, nella quale svolse un ruolo preminente; per breve tempo ricoprì le cariche di Ministro della Guerra, Marina, e Affari esteri.
La Repubblica Napoletana tuttavia ebbe vita breve: dopo appena sei mesi dalla sua nascita la repubblica venne smantellata a causa del ritorno dei Borbone che attuarono una feroce e sistematica repressione e ricostituirono la monarchia.
Albanese fu arrestato e condannato alla ghigliottina: la sentenza venne eseguita a Napoli in Piazza Mercato il 28 novembre 1799.
[modifica] Note familiari
Albanese era figlio di Pietro Antonio e Maria Solome di Putignano. Ebbe tre fratelli: Francescantonio, Agostino e Giovanni Battistae tre sorelle monache benedettine. A questi si aggiunsero un fratello e una sorella quando il padre, rimasto vedovo, si sposò con Maria Teresa Martucci.
Morendo Albanese lasciò un bambino di due anni, morto a nove, e la moglie Maddalena in attesa di una figlia alla quale fu dato il nome di Silvia, come un'altra figlia morta prematuramente.