Grosseto
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 10 m s.l.m. | ||
Superficie: | 474,46 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 163 ab./km² | ||
Frazioni: | Marina di Grosseto, Principina a Mare, Montepescali, Braccagni, Istia d'Ombrone, Batignano, Alberese | ||
Comuni contigui: | Campagnatico, Castiglione della Pescaia, Gavorrano, Magliano in Toscana, Roccastrada, Scansano | ||
CAP: | 58100 | ||
Pref. tel: | 0564 | ||
Codice ISTAT: | 053011 | ||
Codice catasto: | E202 | ||
Nome abitanti: | grossetani | ||
Santo patrono: | San Lorenzo | ||
Giorno festivo: | 10 agosto | ||
Sito istituzionale | |||
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Grosseto è una città della Toscana di 77.500 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia. È il capoluogo situato più a sud tra quelli della Toscana.
Indice |
[modifica] Geografia
La città, è posta circa 12 km dal mare (Marina di Grosseto), al centro di una pianura alluvionale denominata Maremma Toscana, risultato delle bonifiche apportate dai Lorena (XVIII - XIX secolo) e dal governo fascista (anni Venti e Trenta).
A poca distanza dalla città si trova la località di Roselle, famosa per gli scavi che hanno riportato alla luce resti della civiltà etrusca. Incomplete da tempo rimangono, invece, le terme con acqua sulfurea che scendono da Saturnia e dal Monte Amiata.
La città è sfiorata a sud dal fiume Ombrone (161 km), che nasce presso S. Gusmè, nel versante sud-orientale dei Monti del Chianti e, dopo un corso molto articolato, sfocia all'interno del Parco Naturale della Maremma, presso Principina a Mare. Dista 71 km da Siena, 133 da Livorno, 140 da Firenze, 150 km dall'Aeroporto di Fiumicino e 180 da Roma. Il Mar Tirreno, invece, lo si può trovare ad appena 12 km dalla città, a Marina di Grosseto, oppure, più o meno alla stessa distanza, a Principina a Mare.
[modifica] Clima
Il clima della città di Grosseto è mitigato dalla vicinanza del mare e presenta estati calde ma ventilate dalla brezza marina di ponente ed inverni non particolarmente freddi. Le precipitazioni sono piuttosto contenute e concentrate soprattutto nel periodo autunnale.
Nella tabella sottostante sono riportati i valori medi che si registrano presso Alberese.
Mese | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
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Temperatura massima media (°C) | 13 | 14 | 17 | 18 | 22 | 26 | 30 | 29 | 27 | 21 | 15 | 13 | 20,4 |
Temperatura minima media (°C) | 3 | 3 | 5 | 7 | 10 | 15 | 18 | 17 | 15 | 11 | 6 | 3 | 9,4 |
Piogge (mm) | 45 | 47 | 42 | 45 | 32 | 19 | 11 | 29 | 44 | 69 | 87 | 67 | 537 |
[modifica] Il toponimo
Diversi autori nel corso dei tempi, hanno variamente chiamato il capoluogo della provincia grossetana designandola il più delle volte come Grossetum altre Crassetum, mentre taluni la denominarono Rosetum.
In ogni caso, le scritture più vetuste e più genuine, le bolle dei pontefici Innocenzo II del 1138, di Celestino II del 1143 e di Clemente III del 1188 indicarono chiaramente essere il vero nome Grossetum.
Inoltre, gli antichi Grossetani, per dimostrare la loro origine etrusca, assunsero ad emblema un grifone, mitico animale alato già in auge presso gli Etruschi; lo posero più tardi sopra uno scudo rosso per significare il partito ghibellino da essi costantemente seguito, e finalmente più tardi ancora (nel 1328) lo armarono di una spada per ricordare la eroica difesa della loro città compiuta nel settembre di quell'anno contro Lodovico il Bavaro. Questi l'aveva cinta d'assedio con un esercito, ma i grossetani l'avevano respinto e sbaragliato dopo ben 4 giorni di battaglia.
[modifica] Storia
- "Città forte. Non grande, ben murata e difesa da sei bastioni e da una rocca, con due sole porte, una che guarda la terraferma, l'altra, dalla quale si esce verso il mare"
Così il Repetti apre nel suo dizionario cartografico della Toscana l'illustrazione della città. Non pochi sono i cenni storici e le numerose vicende che hanno contraddistinto ed accompagnato la crescita di Grosseto da villaggio a città.
Le origini di Grosseto risalgono all'alto Medio Evo. Gli sporadici ritrovamenti più antichi effettuati in alcuni punti della città non sono sufficienti a provare un'origine etrusca o romana.
Sin dall'agosto 803 la chiesa di San Giorgio e molti suoi beni vennero dati in anfiteuse ad Ildebrando degli Aldobrandeschi, i cui successori furono conti della Maremma grossetana sino alla fine del XII secolo. Iniziò così il "dominio" degli Aldobrandeschi, con cui la città raggiunse la sua maggior potenza.
Un dominio vero e proprio che permise ai grossetani nel 1137, tanta era l'indipendenza del loro governo dai vicari imperiali, di non arrendersi e venire assediati dalle truppe tedesche calate in Maremma con il duca Arrigo di Baviera. Data assai importante è quella del 1138 che segnò il trasferimento a Grosseto della sede vescovile di Roselle.
Mentre si profilavano le prime idee di comune, la città prestò nel 1151 giuramento a Siena, con la quale nei primi del XII secolo stipulò accordi per la dogana del sale.
Nel 1222 gli Aldobrandeschi concessero ai cittadini la facoltà di nominare un podestà, tre consiglieri e i consoli. Nel giubilo generale l'atto di obbedienza fatto ai senesi venne ripudiato. L'invio di 3000 uomini da Siena e certe "buone maniere" ristabilirono nel settembre del 1244 fedeltà e obbedienza.
Siena sostituì così gli Aldobrandeschi fermi restando i privilegi imperiali. Ospite di Grosseto fu nel 1224 l'imperatore Federico II la cui fama di mecenate e di uomo di cultura fece "approdare" in questa terra nobili e poeti di ogni parte d'Italia.
Mentre guelfi e ghibellini si facevano guerriglia, e sebbene preso dalle lettere e dalla poesia Federico lI riuscì a smascherare la congiura di Capaccio ordita da Pandolfo di Pasanella.
Dopo la serena parentesi Umberto e Aldobrandino Aldobrandeschi, morto il padre Guglielmo, cercarono di riconquistare ai senesi i domini perduti; gli eserciti senesi però nel 1259 costrinsero alla resa la città e nominarono podestà un loro concittadino. Di nuovo libera dopo appena un anno, Grosseto combatté a fianco di Firenze nella battaglia di Monteaperti; rioccupata, devastata, scomunicata da Clemente IV, recuperata la libertà, dichiarata la repubblica con a capo Maria Scozia Tolomei, assediata da Ludovico il Bavaro e dall'antipapa Nicola V nel 1336, subì la definitiva sottomissione a Siena.
Tentativi di rivolta, pestilenze, tra le quali quelle del 1430 e del 1527 (a cui seguì l'anno successivo una incursione del corsaro Barbarossa), caratterizzarono il periodo precedente al 1552 anno in cui i grossetani cacciarono gli spagnoli che presiedevano la città.
La Pace di Cateau-Cambrésis e la caduta di Siena sotto Firenze fece sì che i Medici trasformassero Grosseto in fortezza. Fu iniziata la costruzione delle mura, venne creato l'Ufficio dei Fossi, mentre prosciugamenti e reti stradali cominciarono a prendere vita. I Medici però trascurarono Grosseto e le sue terre e solo con l'avvento dei Lorena grazie a Pietro Leopoldo, la provincia di Grosseto fu separata da Siena ed ebbe podesteria e nuovi ordinamenti politici ed economici.
Dopo il Congresso di Vienna, Ferdinando III riprese la intelligente politica di risanamento della Maremma giovandosi del prezioso ministro Fossombroni. Leopoldo II continuò poi l'opera di bonifica ed i grossetani il 1 maggio 1846, gli inaugurarono sulla piazza un monumento a riconoscenza della sua sensibilità e del suo amore verso questa terra. La politica divise in seguito i grossetani daI granduca, Grosseto partecipò attivamente al Risorgimento e, partito da Firenze Leopoldo II, iniziò ad essere una delle tante piccole città italiane alla ricerca di una identità.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Grosseto conta attualmente (2007) oltre 77.500 abitanti registrando ancora una buona fase di crescita, dopo essere stata per anni il capoluogo di provincia meno antropizzato della Regione; la città sembra espandersi secondo direttrici urbanistiche delineate dalla attenta programmazione territoriale, che si è definita nel tempo. Inoltre va rilevata una espansione demografica costante, senza cioè conoscere pause o arretramenti, dal dopoguerra ad oggi, forse a segnare un incremento economico (agricoltura, turismo) con basi solide, non soggetto a situazioni di crisi o di regressione.
[modifica] Il centro storico
[modifica] Le mura medicee
Una cinta muraria era presente a Grosseto fin dal XII secolo, più volte distrutta e ricostruita. Nel 1574 Francesco I de' Medici fece iniziare i lavori delle "Mura esagonali", tuttora conservate, su progetto di Baldassarre Lenci, I lavori si protrassero per 19 anni e videro l'impiego di condannati prelevati dalle prigioni in seguito ad apposito decreto.
Le mura seguono un perimetro esagonale, con gli angoli difesi da bastioni pentagonali a forma di freccia, con posti di guardia ("casini") alla punta, mentre la vecchia cittadella del "Cassero Senese" era protetta inoltre da un secondo bastione della medesima forma, rivolto verso l'interno. Si conservano tuttora gallerie di servizio, magazzini e ridotti. Ambienti e percorsi sono pavimentati con mattoni a spina di pesce.
Sino al 1757 le mura furono circondate da un fossato esterno e da un argine di terra battuta. Vi erano due porte principali, una a nord, "Porta Nuova", e una a sud, un tempo "Porta Reale" ed ora "Porta Vecchia". A queste si aggiungevano diversi passaggi più piccoli (postierle), facilmente difendibili.
Con Leopoldo II, furono demolite nel 1855 torricelle e "casini", ingentilendo l'aspetto della fortezza, che venne trasformata in passeggiata pubblica. Un bombardamento distrusse l'ultimo "casino" rimasto, detto "delle palle", all'interno del quale si conservavano alcuni affreschi.
[modifica] Cattedrale di San Lorenzo
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Per approfondire, vedi la voce Duomo di Grosseto. |
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La chiesa cattedrale, intitolata al patrono della città, san Lorenzo, sorse al posto della più antica chiesa di Santa Maria Assunta, divenuta provvisoria cattedrale nel 1138, al tempo del trasferimento a Grosseto della diocesi di Roselle, sotto il vescovo Rolando.
La nuova costruzione, in stile gotico fu iniziata nel 1294 ad opera dell'architetto e scultore Sozzo Rustichini, di Siena, ma i lavori subirono numerose interruzioni, a causa delle difficoltà economiche causate dalle guerre contro Siena. La chiesa subì estesi rimaneggiamenti, in seguito alla rovina della parte absidale, già modificata nel XV secolo, e venne restaurata tra il 1538 e il 1540 ad opera del senese Anton Maria Lari. Nel XIX secolo la chiesa fu nuovamente a più riprese restaurata e rimaneggiata, per darle quello che era considerato un aspetto gotico unitario.
[modifica] Palazzo Aldobrandeschi
Palazzo Aldobrandeschi, sede della Provincia di Grosseto, si trova sul lato orientale di Piazza Dante. Edificato in epoca medievale, il fabbricato venne quasi interamente ricostruito agli inizi del secolo scorso dall'architetto Lorenzo Porciatti. La struttura si presenta in stile neogotico con finestre a bifora e a trifora caratterizzate da archi a sesto acuto; la parte sommatale culmina con una merlatura.
[modifica] Cassero del Sale
Il Cassero del Sale si trova nell'omonima piazza, sul lato opposto rispetto a Porta Vecchia. Fu costruito nel Trecento come punto di produzione, distribuzione ed esportazione del sale proveniente dalle saline un tempo esistenti lungo la costa.
[modifica] Chiesa di San Francesco
La Chiesa di San Francesco, situata nell'omonima piazza, era originariamente dedicata a San Fortunato; nel corso del Duecento, venne ceduta assieme al chiostro attiguo dai Benedettini ai Francescani. Nelle epoche successive il complesso ha subito vari restaurati; il campanile che si innalza sulla parte posteriore destra della chiesa venne distrutto da un fulmine e ricostruito nella prima metà del secolo scorso dall’architetto Lorenzo Porciatti. La chiesa presenta una facciata semplice con il portale caratterizzato da una lunetta con affresco, a sua volta sovrastata e protetta da un tabernacolo ligneo, sopra il quale si trova un rosone. L'interno, a navata unica, custodisce varie opere d'arte tra le quali spiccano il celebre Crocifisso su tavola realizzato da Duccio di Boninsegna verso la fine del Duecento. Nella chiesa sono conservati vari affreschi e decorazioni. La cappella di destra, dedicata a Sant'Antonio, venne aggiunta nel corso del Seicento e decorata con pregevoli affreschi dai pittori Antonio e Francesco Nasini. Il chiostro del convento si sviluppa a lato del fianco sinistro della chiesa ed è caratterizzato da un portico sorretto da colonne ottagonali; il chiostro dà accesso alla sacrestia, alla chiesa e ai locali del convento. Al centro del chiostro sorge il cinquecentesco Pozzo della Bufala fiancheggiato da due colonne in travertino sulle quali poggia un pregevole coronamento: sotto di esso si trova la cisterna per la raccolta di acqua piovana. Sulla piazza di fronte al fianco destro della chiesa e al campanile si trova un altro pozzo che raccoglieva l'acqua piovana nella cisterna sottostante per distribuirla alle varie abitazioni.
[modifica] Convento delle Clarisse
Il Convento delle Clarisse sorge all'imbocco di Strada del Vinzaglio presso Piazza San Francesco, nei pressi della suddetta chiesa; annessa al convento si trova la Chiesa dei Bigi. Sia il Convento delle Clarisse che la Chiesa dei Bigi sono attualmente sconsacrati. L'intero complesso si caratterizza per le origini medievali e per i restauri seicenteschi in stile barocco. La chiesa, ad aula unica, presenta la facciata in laterizio col portale sovrastato da un timpano triangolare sopra il quale si apre una finestra; molto caratteristico è il campanile a vela in stile barocco. Il complesso conventuale si trova sul lato destro della chiesa e si spinge al fabbricato limitrofo oltre l'arco del Chiasso delle Monache; attualmente la struttura è sede del Museolab della città di Grosseto e del polo universitario.
[modifica] Chiesa di San Pietro
La Chiesa di San Pietro è il più antico edificio religioso di Grosseto. Venne edificata lungo il tratto della Via Aurelia che attraversava il centro cittadino ed era originariamente una chiesa plebana e stazionale lungo l'antica via consolare. L'edificio, a navata unica con abside semicircolare, presenta una semplice facciata decorata da alcuni bassorilievi; il portale è affiancato da due pregevoli colonne e sovrastato da una bifora, la cui colonnina centrale culmina con un capitello. Dietro la chiesa, si innalza il campanile che venne eretto nella prima metà del Seicento su una preesistente base in pietra. La torre campanaria presenta strutture murarie in laterizio; nella parte sommitale culmina con una cupoletta in mattoni. Il campanile si trova isolato dalla chiesa, incorporato da altri edifici sorti in epoche successive.
[modifica] Musei
Fanno parte della "Rete museale della Maremma":
- il Museo archeologico e d'arte della Maremma,
- Il Museo d'arte sacra della diocesi di Grosseto,
- il Museo di storia naturale della Maremma,
- l'Acquario
- il Museolab della città di Grosseto
- il Centro visite del Parco naturale della Maremma nella frazione di Alberese.
[modifica] Località e frazioni
[modifica] Principina a Mare
Principina a Mare è una frazione sulla costa a pochi chilometri da Grosseto. È una località estiva, composta principalmente da case di villeggianti e poco popolata d'inverno. Oltre alle stazioni balneari, è piuttosto frequentata perché è l'ultimo insediamento prima della foce dell'ombrone e confina con il parco nazionale della Maremma. Le spiagge a sud sono infatti le classiche spiagge selvagge maremmane, che si addentrano in territori ancora paludosi verso l'Ombrone. Oltre a numerose case in affitto, Principina a Mare propone anche Hotel di alta categoria e un campeggio di categoria media.
[modifica] Marina di Grosseto
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Per approfondire, vedi la voce Marina di Grosseto. |
Se dovessimo trovare per Marina di Grosseto una precisa data di nascita, potremo far risalire il suo primo "vagito" al 1793, allorché fu terminata la torre voluta da Ferdinando III di Lorena. L'ampio arenile, la vasta pineta disseminata di rosmarini, ginestre e di una ricca ed incontaminata vegetazione mediterranea, hanno fatto nel tempo il miracolo.La gente, una volta in gran parte grossetani, si è riversata in questo lembo di costa, l'antica San Rocco,che già villaggio di pescatori con i suoi capanni di falasco e con qualche casetta in muratura e le caratteristiche baracche, lusso per pochi, si è trasformata in quella Marina di Grosseto dove ville, moderni palazzi, ristoranti, banche, hanno creato una dimensione ormai cittadina. Siena, Arezzo, Firenze, Roma e tante altre città, vedono i loro abitanti riversarsi nel periodo estivo in questa ridente località. È oggi ormai un rinomato centro balneare.
[modifica] Alberese
Deviando dall'Aurelia, dopo pochi chilometri si arriva ad Alberese, oggi "sala d'aspetto" del Parco Naturale della Maremma.
L'abitato è dominato dall'imponente mole della Villa Granducale che sorge su una modesta altura ai piedi dei Monti dell'Uccellina.
Nonostante la presenza dell'uomo, i naturali paradisi circostanti, con il loro patrimonio faunistico e floristico, sono stati salvati ed oggi un Parco ed una legge regionale salvaguardano la conservazione ed il perdurare di queste bellezze. Mandrie brade di cavalli e buoi maremmani scorrazzano ancora per i larghi prati mentre tra i fitti boschi dei Monti dell'Uccellina cinghiali e caprioli vivono indisturbati.
All'interno del Parco non si trova solo natura incontaminata; numerosi e talvolta imponenti sono i segni della presenza dell'uomo nei vari periodi. Nella preistoria furono abitate alcune grotte, come quella dello Scoglietto, che conserva tracce di frequentazione anche più recenti (età del Bronzo, età Romana) Resti etruschi (Poggio Raso) e romani (Santa Francesca, Le Frasche) sono presenti soprattutto verso Talamone e lungo l'Aurelia.
Nel cuore del Parco è invece l'Abbazia di San Rabano, uno dei monumenti medievali più suggestivi della Maremma. Infine si segnalano le torri costiere che fino all'età moderna ebbero il compito di controllare il mare dove dominava la pirateria nordafricana.
[modifica] Batignano
Sorto su una collina a nord-est del territorio comunale ebbe forse origini antica, ma si sviluppò in epoca medioevale, intorno al castello che controllava lo sbocco della via verso Siena sulla piana grossetana e alcune miniere di piombo e di argento. Fu feudo degli Aldobrandeschi e appartenne nel 1213 a Manto da Grosseto. Passò quindi nel Trecento in dominio di Siena, ospitando numerosi immigranti dalla Corsica, e quindi nel Granducato di Toscana. Nel 1738 fu riunita al comune di Grosseto.
Del castello si conservano la cinta muraria, con torri e porte, e un cassero. Nel centro storico si trovano il "Palazzo di Giustizia" e un "Loggiato" a tre arcate, costruito con materiali di reimpiego (colonne e capitelli romani), probabilmente provenienti da Roselle.
La "pieve di San Martino", in origine esterna al centro abitato, in stile romanico, si conservano tracce di affreschi di scuola senese.
Oggi Batignano è un caratteristico borgo che conserva resti di mura e di un cassero oltre ad una loggetta a tre archi che danno al paese un certo tono di antichità. Nella chiesa parrocchiale (S. Martino) di architettura romanica, fanno poi bella mostra di sé frammenti di affreschi di scuola senese.
Nei pressi si trova l'antico convento di Santa Croce.
[modifica] Braccagni
Un tempo semplice appendice della frazione di Montepescali, Braccagni ha oggi assunto una veste tutta sua che le affida un ruolo di punto nodale per la stessa economia della zona. La stazione, l'Aurelia, certe attività sviluppatesi in questi ultimi anni, nuove abitazioni, hanno creato una identità di moderno paese, destinato a continua evoluzione. L'annuale Fiera del Madonnino è una dimostrazione di come Braccagni stia rivelandosi non anacronistico borgo, ma moderno centro che con il lavoro ha saputo conseguire una precisa fisionomia grazie anche all'opera dei suoi abitanti che, attraverso iniziative come la rivista di tradizioni popolari La Sentinella del Braccagni o come la Festa del Maggio (che si svolge ogni primo Maggio), hanno saputo far rivivere culturalmentre un luogo di periferia.
Braccagni, dunque, è un paese in via di sviluppo, a pochi chilometri da Grosseto, con un cuore che sa ancora di campagna. La ferrovia e la S.S. n.1 la rendono quanto mai accessibile.
[modifica] Istia d'Ombrone
Sorto come insediamento fortificato sopra la Valle dell'Ombrone e possesso dall'862 dei vescovi di Roselle-Grosseto, che vi ebbero diritti feudali con il titolo di conti e vi stabilirono una residenza
Passò in segutio alla famiglia Aldobrandeschi e nel corso del Trecento sotto il controllo dei Senesi. Nel Quattrocento apparteneva alla famiglia Piccolomini. Insieme a Siena entrò a far parte alla metà del Cinquecento del Granducato di Toscana.
La cinta muraria, distrutta in gran parte nel 1137 da Arrigo, duca di Baviera, venne ricostruita solo sotto i Senesi. Si conservano alcuni resti della "Portaccia" e la "Porta Grossetana", a cui si addossa il quattrocentesco "Palazzo di Giustizia". La residenza dei vescovi-conti, il "palazzo di San Salvatore", venne in seguito trasformato in fortezza dai Senesi ("Cassero").
La "chiesa di San Salvatore", duecentesca, venne più volte ristrutturata nei secoli successivi. Conserva una quattrocentesca scultura lignea di scuola senese, un contemporaneo dipinto di Madonna con Bambino di Giovanni di Paolo e un altro dipinto di Vincenzo Taninagni del 1582.
La chiesa di San Sebastiano, un tempo di Santo Stefano, sorge al di fuori delle mura.
[modifica] Montepescali
Collocato sulla cima di un colle nella parte settentrionale del territorio comunale, il panoramasu tutta la costa e l'arcipelago toscano, sino alla Corsica, gli ha valso il soprannome di "Terrazzo" o "Balcone della Maremma"
Sorto in epoca altomedioevale, fu feudo degli Aldobrandeschi e passò quindi sotto il dominio di Siena, pur ottenendo statuto autonomo nella prima metà del Quattrocento. Entrato a far parte del Granducato di Toscana, nel 1627 fu concesso in feudo ai conti d'Elci e da questi passò poi ai Tolomei, ai Guadagni ed infine ai Federighi.
Centro agricolo, i suoi abitanti scendevano nella piana sottostante per lavorare a giornata nelle vicine tenute e fattorie. Vasti oliveti e vigneti drappeggiano il colle a simbolo di una produzione vinicola e olearia di un certo prestigio.
Si conservano le mura, con la "Torre senese", un tempo appartenente al cassero e restaurata nel 1492, e un bastione "a tre punte" cinquecentesco. Di epoca medioevale sono ancora il "Palazzo dei Priori", sede dell'antico comune
Nella parte alta del paese si trova la "chiesa di San Niccolò", di impianto romanico (XI secolo), che conserva un importante ciclo di affreschi di scuola senese datati 1389. In tempi recenti vi è stata posta anche una grande tavola di Matteo di Giovanni (scuola senese, XV secolo) che raffigura la Madonna in trono con angeli e santi, che era in origine nell'altra chiesa, dedicata ai Santi Stefano e Lorenzo.
La chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo risale al XII secolo e conserva anch'essa affreschi di scuola senese (XIV secolo). Si segnala il ricco altare in stucco (fine secolo XV) che ospitava in origine la pala di Matteo di Giovanni.
Fuori del paese sono visibili i ruderi della "chiesa della Madonna delle Grazie", edificata nel corso del Duecento, ampliata in epoca seicentesca, sconsacrata e privata degli arredi nel corso del Settecento.
[modifica] Roselle
Roselle Città etrusca, romana e medievale, l' antica Roselle ha da sempre posseduto una tutta sua particolare attrazione. Come un po' tutte le "lucumonie" etrusche, la città venne costruita, a partire dalla fine dell'età del Ferro, su di un'altura che per la sua vista e per la sua lontananza dalla, costa offriva una indiscussa sicurezza. La povertà di notizie non ci permette di conoscere con esattezza la consistenza territoriale del suo dominio, pur tuttavia si estese anche nei confronti di Vetulonia, di cui Roselle riuscì a fagocitare buona parte dei territori. Il periodo "tardo etrusco" segnò la massima espansione anche del suo abitato, la massima fioritura sia nel commercio che nella politica. Ma nel 294 a.C. la città venne conquistata. Come riporta Livio, duemila furono gli Etruschi uccisi intorno alle mura, altrettanti i prigionieri e assai gravi le condizioni della resa. La "Lupa" prima e l' "Aquila" poi contraddistingueranno la sua storia. Mentre gli Etruschi vanno dissolvendosi nell' immenso Impero Romano, la vita tende ad estendersi a svilupparsi nella pianura, nella adiacenza di grandi arterie. Con la fine deIl'Impero, Roselle, già sede di una diocesi, nel V secolo divenne il centro medievale più importante dell'area. Il suo abbandono fu poi graduale e parallelo all'emergere del nuovo centro di Grosseto, che ereditò la sede vescovile rosellana nel 1138.
[modifica] Fattorie e Ville
[modifica] Fattoria Acquisti
La Fattoria Acquisti si trova all’estremità settentrionale del comune di Grosseto, pochi chilometri a ovest del moderno abitato di Braccagni. La tenuta è così denominata perché molti dei suoi terreni divennero coltivabili a seguito delle grandi opere di bonifica idraulica iniziate nel Settecento; gran parte delle terre strappate all’antica palude si trovano oltre il Molino degli Acquisti. All’interno della tenuta della fattoria si trova la Cappella di Sant’Uberto, edificato nella prima metà del Novecento seguendo in parte il modello delle cappelle rurali dei secoli precedenti. Nell’aia della fattoria e lungo una vicina strada poderale sono venuti alla luce alcuni cippi che potrebbero appartenere ad antiche tombe.
[modifica] Villa Granducale di Alberese
La Villa Granducale di Alberese si trova all’estremità meridionale del comune di Grosseto, su una modesta altura dei Monti dell’Uccellina che domina l’omonimo abitato. Il complesso venne edificato nel corso del Quattrocento ed era originariamente la sede dell’Ordine dei Cavalieri di Gerusalemme; nel tardo Cinquecento venne costruita accanto al palazzo la Cappella di Sant’Antonio Abate. Nelle epoche successive il complesso divenne dimora granducale e, nel corso del Settecento, subì profondi lavori di restauro che trasformarono l’antico palazzo in villa-fattoria, inglobando la chiesa nelle mura del complesso: l’aspetto attuale è dovuto a questa ristrutturazione operata dai Lorena. La Villa Granducale si presenta come un maestoso complesso dalle linee eleganti a tre piani, con due terrazze laterali di diversa grandezza, poste lateralemente al primo piano; la Chiesa di Sant’Antonio Abate risulta incorporata tra la villa granducale ed altri edifici che si dispongono ad L rispetto all’edificio religioso; sul retro della chiesa si innalza la torre campanaria che mantiene la medesima semplicità dell’edificio religioso La chiesa viene aperta al pubblico solo la mattina della domenica delle Palme per la benedizione degli ulivi che precede la processione diretta alla vicina chiesa parrocchiale in stile neoromanico di epoca novecentesca.
[modifica] Abbazie e monasteri
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[modifica] Abbazia di San Pancrazio al Fango
L'Abbazia di San Pancrazio al Fango si trova a cavallo tra i comuni di Grosseto e Castiglione della Pescaia, nel cuore della Riserva Naturale della Diaccia Botrona, non lontano dalla rinomata Tenuta della Badiola. La chiesa, che si presenta sotto forma di ruderi, venne edificata in epoca medievale su una lieve altura che sovrasta l'area palustre circostante, un tempo occupata dal Lago Prile, nei pressi di una costruzione di epoca romana.
[modifica] Abbazia di San Rabano
L'Abbazia di San Rabano si trova all'estremità meridionale del comune di Grosseto, nel cuore del Parco naturale della Maremma, lungo il crinale dei Monti dell'Uccellina. Il complesso religioso sorse in epoca medievale come monastero benedettino, attorno al quale i monaci cercarono di rendere produttivi gli aspri terreni circostanti. Agli inizi del Trecento i Benedettini lasciarono l’abbazia all’Ordine dei Cavalieri di Gerusalemme che poi abbandonarono definitivamente il complesso nel Cinquecento, a seguito della costruzione della nuova chiesa presso la Villa di Alberese. Attualmente il complesso si presenta sotto forma di imponenti ruderi, con il campanile romanico in buono stato di conservazione e l’abbazia privi della copertura sommitale. Nei pressi dell’abbazia sorge la Torre dell’Uccellina, fortificazione di origini trecentesche innalzata a guardia dell’attiguo complesso religioso.
[modifica] Cappella di Santa Maria a Grancia
La Cappella di Santa Maria a Grancia si trova nei pressi del fiume Ombrone, su una modesta altura a sud della città.
La chiesa si trova nel luogo dove sorgeva un importante monastero benedettino medievale, in stretto contatto con la non lontana Abbazia di San Rabano; l'antico complesso venne trasformato nei secoli successivi in fattoria fortificata (grangia o grancia). Il luogo venne temporaneamente abbandonato nella seconda metà del Settecento ma, nel corso dell’Ottocento, la tenuta passò ai baroni Ricasoli che ristrutturarono la fattoria secondo lo stile rurale fiorentino e introdussero l'appoderamento.
La Cappella di Santa Maria, ciò che rimane dell'antico complesso religioso, è una piccola chiesa di epoca settecentesca preceduta da un portico a tre archi; al suo interno sono visibili decorazioni trompe-l’oeil e due opere cinquecentesche. In passato, vi era custodita anche la celebre Assunzione di Maria, opera rinascimentale della fine del Quattrocento del pittore senese Benvenuto di Giovanni, attualmente conservata al Metropolitan Museum di New York.
Nei locali della fattoria circostante ha sede l’Archivio della Riforma Fondiaria.
[modifica] Economia
L'economia è essenzialmente basata sul terziario legato all'attività turistica (particolarmente vivace sulla costa) e sull'agricoltura, che non presenta però caratteri moderni. Le colture maggiormente presenti sono: cereali, girasoli, ortaggi e, nella zona collinare della provincia, vitigni ed uliveti di ottima qualità (Olio delle colline maremmane, vino Morellino di Scansano, vini delle Colline di Pitigliano).
[modifica] Le tradizioni popolari
[modifica] La merca
Anche per un giusto amore verso il passato, oggi si ricercano usanze, leggende, tradizioni, quell'antica cultura, che, spesso assente dai libri ufficiali è però molto importante per riscoprire il carattere di una comunità. La "merca" ad esempio, era nel passato una vera e propria cerimonia. Durante il mese di maggio, censiti dai "bestiai", i vitelli dell'annata venivano immessi in un labirinto di mandrioli per dare poi inizio, di fronte alle autorità della città, alla merca, con la quale puledri e vitelli entravano ufficialmente nella mandria. Mentre un lungo ferro con in cima il marchio del padrone veniva arroventato, uno dei bestiai conduceva l'animale in un recinto circolare, al centro del quale stava un grosso tronco biforcuto. La bestia veniva catturata con un laccio e mentre due "bestiai" la rovesciavano a terra e la legavano, un altro, preso il ferro arroventato, la marcava a fuoco.
[modifica] Il Maggio
Comunemente a tutte le zone della provincia, anche nel Grossetano l'arrivo di maggio è sempre stato accolto con il canto di questua che ritrova le sue radici in antichi riti di fertilità di tipica tradizione contadina. Verso la fine dell'800 il canto del "Maggio" si arricchì poi di contenuti politici e sociali. Un gruppo di "Maggiolatori" o "Maggiolaioli" composto di un piccolo coro e da alcuni suonatori di fisarmonica e di altri strumenti, se ne andava, un tempo, di podere in podere, così come ancor oggi si ripete, nella notte fra il 30 aprile ed il 1 maggio. Con un abbigliamento tutto particolare, all' insegna dei colori e dei fiori, chiesto il permesso al "capoccia" il gruppo dava via alla sua cantata in ottava rima, dopodiché i mazzolini di fiori dei maggiolatori offerti alle ragazze venivano contraccambiati con uova, formaggio, vino o altri generi. " I geli son passati torna la primavera, si sente cinguettar la capinera. Con anima sincera con fede e con speranza noi si rinnova questa vecchia usanza", questi alcuni dei versi di una "maggiolata" in uso nelle zone di Roselle.
[modifica] Credenze
La credenza popolare è sempre stata d'aiuto alla medicina ufficiale, o quanto meno ha avuto una sua funzione psicologica per far sì che malato e familiari si sentissero più protetti. Quando la malaria e la terzana con le loro insistenti febbri non permettevano la guarigione del malato, questo doveva scendere un burrone assai distante dall'abitato, in un luogo dove uomini e animali non passassero. Doveva poi raccogliere un filo d'erba e legandolo ad uno sterpo, facendo il nodo, doveva così recitare ad alta voce: "Qui ti lego e ti ci lascio, ti piglierò quando ripasso". Così facendo la malattia veniva "seminata" in quel luogo in cui non si sarebbe più recato e se malaguratamente, qualcuno, uomo od animale, vi fosse passato, il male lo avrebbe colpito. Inoltre senza andare troppo indietro negli anni quando i bambini avevano la tosse canina, venivano portati lungo la sponda dell' Ombrone e fatti camminare controcorrente, in senso cioè inverso del fiume; sembra che dopo qualche "seduta" la guarigione fosse assicurata.
L'esperienza poi dei "bestiai" e dei "butteri" ha fatto sì che sempre nel Grossetano, storte e slogature, riprendendo antiche forme curative, siano ancor oggi da molti curate con la chiara dell'uovo sbattuto. Una volta ottenuta una consistente schiuma, se ne cosparge la parte dolorante e si fascia ben stretta. Considerati i risultati di oggi, questa "chiarata" è in certi casi una vera e propria panacea.
[modifica] Lo sport
Grosseto è da sempre una città di solide tradizioni sportive avendo dato i natali a grandi campioni della boxe come "Ghigo" Cortonesi, "Lollo" Polidori, Emilio Marconi, Alessandro "Professorino" Scapecchi e più recentemente ad Emanuele "Toro Maremmano" Grilli. Ma non c'è soltanto il pugilato a rendere lustro a Grosseto: la squadra di calcio, Unione Sportiva Grosseto Football Club 1912, milita in serie C1/a ed ha lanciato nel corso degli anni grandi giocatori come Carlo Zecchini, Adriano Meacci, Marco Branca, Gino Ferioli (autore in amichevole di un tunnel a Diego Armando Maradona nel 1984), Emiliano Biliotti e tanti altri nel corso della storia. Da sottolineare che nell'Unione Sportiva Grosseto ha militato il grandissimo Stefano Ferri, livornese, uno dei più grandi talenti del calcio italiano che, purtroppo, non è mai andato oltre la serie C2 a causa della miopia degli osservatori. Lo sport principale di Grosseto è il calcio con l' Unione Sportiva Grosseto che, dopo anni di permanenza nel calcio dilettante, grazie alla Presidenza di Piero Camilli è approdata al calcio professionista. Dopo aver vinto il campionato di serie C2 la Società Unionista ha partecipato per due anni consecutivi ai play off di C1, perdendo purtroppo la finale per la serie B contro il Frosinone. Al secondo posto come sport più seguito c'è il baseball grazie alle imprese del Bbc Grosseto tre volte campione d'Italia e vincitore di una Coppa Campioni e di una Coppa CEB. Nel Bbc Grosseto hanno militato o militano fior di campioni: Carlos Quintana, Richard Olsen, Beppe Massellucci, Riccardo Luongo, Tom Mutz, Jaime Navarro, Craig Stimac, Dario Borghino, Riccardo De Santis, Luca Bischeri, Jairo Ramos, Otis Green, Raffaele Gandolfi. Nel periodo 2002-2005 il manager è stato Pedro Medina, ex stella del baseball cubano.
Per i sostenitori del Grosseto Calcio sono visitabili i siti: www.usgrosseto.com(sito ufficiale) e www.forzagrosseto.com. C'è altresì da segnalare il fatto che a Grosseto esiste l'unica vera tifoseria organizzata del baseball italiano, gli Warriors.
La città è anche uno dei principali centri italiani per l'atletica leggera: lo stadio di Grosseto ha infatti ospitato i Campionati europei juniores 2001 e i Campionati mondiali juniores 2004. Qui si allena il forte saltatore con l'asta Andrea Giannini.
Grosseto è stata sede nel 2006 dei campionati Mondiali Militari di Scherma. Tra le numerose società sportive cittadine si annovera la Società Schermistica Grossetana (sito ufficiale [2]) , unico punto di riferimento per la scherma nel territorio provinciale.
Nella pallacanestro, invece, a Grosseto ci sono le seguenti squadre: Gorarella Basket, in C2, Pallacanestro Grosseto, in D e Basket 3000, in Promozione. L'attuale Gorarella Basket è, in qualche modo, l'erede dell'ormai inesistente A.S. Basket Grosseto che, sul finire degli anni 80, raggiunse la serie B2.
[modifica] Amministrazione
- Sindaco: Emilio Bonifazi, dal 29/05/2006.
- Comune: Ufficio Relazioni con il Pubblico numero verde 800 01.94.31, telefono 0564 488.221/414.824
- Classificazione climatica: zona C, 1550 GR/G
[modifica] Gemellaggi
- Kashiwara,
Giappone;
- Montreuil (Seine-Saint-Denis), Sainte Marie de la Mer e Narbonne
Francia;
- Birkirkara,
Malta;
- Cottbus,
Germania;
- Dimitrovgrad,
Bulgaria.
- Inoltre, è gemellata, per la comunanza dei colori negli emblemi (rosso e bianco), con l'Imperiale Contrada della Giraffa
, una delle diciassette contrade del Palio di Siena.
[modifica] Collegamenti esterni
- La rete civica del territorio provinciale Grosseto On Line
- Atlante Storico Topografico dei Siti di Interesse Storico del Comune di Grosseto
- Basket 3000, squadra di basket partecipante al campionato di Promozione
- Biancorossi.it è il sito ufficiale dell'Unione Sportiva Grosseto F.C. e della sua tifoseria
- Grosseto Linux Users Group
- Parco tecnologico e archeologico delle colline metallifere toscane
- Andrea Giannini sito ufficiale del saltatore con l'asta, giornalista e preparatore atletico grossetano
[modifica] Bibliografia
- AA.VV., La storia naturale della Toscana meridionale a cura di Folco Giusti, Amilcare Pizzi Editore, Milano 1993;
- ALDO MAZZOLAI, Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura, Le Lettere, Firenze 1997;
- AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI GROSSETO, Torri e Castelli della provincia di Grosseto a cura di Giuseppe Guerrini, Nuova Immagine Editrice, Siena 1999;
- REGIONE TOSCANA, I luoghi della fede. Itinerari nella Toscana del Giubileo a cura di Valentino Baldacci, edizioni Mondadori, Firenze 2000;
- ASSOCIAZIONE ARCHEOLOGICA MAREMMANA, Grosseto dentro e fuori porta. L'emozione e il pensiero. A cura di Marcella Parisi, edizioni C&P Adver Effigi, Siena 2001;
- CARLO CITTER, Guida agli edifici sacri della Maremma, Nuova Immagine Editrice, Siena 2002.
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