Indice di sazietà
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In dietologia, l'indice di sazietà è un tentativo di misurare, a priori e in termini quantitativi, la capacità che un certo cibo ha di saziare. I metodi per definirlo sono vari e convenzionali, e non vi è ancora un accordo riguardo ad una definizione condivisa.
Nel 1995 Holt e coll. hanno proposto un "indice di sazietà" (SI, Satiety Index) calcolato paragonando la sazietà percepita da un campione di soggetti, a parità di contenuto calorico, rispetto alla sazietà fornita dal pane (a cui era stato convenzionalmente assegnato un indice di sazietà di 100). [1]
Sulla base di questi studi altri autori, anche a livello non accademico e talvolta per scopi commerciali, hanno introdotto definizioni a carattere più o meno arbitrario quali il Fullness factor [2] o l'indice di sazietà proposto da Roberto Albanesi per la sua dieta italiana nel 1999, che definisce "la sazietà, espressa in una scala da 1 a 10, che il soggetto prova quando assume la quantità standard dell'alimento sotto esame (5 kcal per kg di peso) dopo trenta minuti dall'assunzione".[3]
[modifica] Note
- ↑ Holt SH, Miller JC, Petocz P, Farmakalidis E., A satiety index of common foods, Eur J Clin Nutr 1995 Sep; 49(9): 675-690. PMID 7498104
- ↑ nutritiondata.com: The Fullness Factor
- ↑ albanesi.it: L'indice di sazietà
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