Ipersostentatore
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
![Si possono notare i flap e gli slat completamente estratti di un Airbus A300](../../../upload/shared/thumb/2/2b/Wing.slat.600pix.jpg/250px-Wing.slat.600pix.jpg)
L'ipersostentatore è un organo mobile connesso alle ali comune a molti aeroplani. Nelle sue varianti più comuni viene anche chiamato flap (se si trova nel bordo d'uscita di un'ala), o slat (se è posto sul suo bordo d'attacco). Vi sono comunque altri sistemi di ipersostentazione, come l'aspirazione e il soffiamento.
Gli ipersostentatori vengono utilizzati soprattutto in decollo e in atterraggio per aumentare la portanza dell'ala a basse velocità. L'incremento di portanza è dato da due fattori: dall'aumento di superficie alare, dato dall'estensione delle superfici mobili, e da quello del coefficiente di portanza, che aumenta grazie alla maggior curvatura del profilo. Come effetto indesiderato si ha un incremento considerevole anche del coefficiente di resistenza aerodinamica. Lo slat funziona anche come "soffiatore" per il flusso d'aria sul dorso del profilo alare, aumentando la turbolenza dello strato limite e ostacolando il distacco dello stesso.
Anziché portare l'ala ad angoli d'attacco critici (oltre i 10°) e rischiare quindi uno stallo imminente, grazie agli ipersostentatori il profilo alare viene "incurvato" quanto basta per permettere alla forza aerodinamica di essere tale da sorreggere l'aereo in volo e non farlo precipitare anche alle basse velocità del vento relativo nelle fasi del decollo o dell'atterraggio.
Negli aerei più piccoli (e meno veloci) gli ipersostentatori a volte non vengono utilizzati, poiché l'ala è già progettata per lavorare a bassa velocità, mentre in quelli leggermente più grandi vengono solo usati quelli di tipo flap, che si inclinano sul bordo d'uscita verso il basso con angoli regolabili dal pilota.
Gli aerei di linea, che viaggiano per gran parte del loro tempo ad alta velocità (circa 470 nodi, pari a 870 km/h, per un Boeing 737) hanno bisogno di sostanziali modifiche alla loro aerodinamica in fase di avvicinamento e atterraggio: così il pilota aziona sia flap che slat e può atterrare e a velocità (circa 120 nodi) ragionevolmente lontane da quella di stallo.