Ipotesi atomica di Democrito
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[modifica] Introduzione
Democrito di Abdera, ultimo esponente dei fisici pluralisti, prosegue sulle idee di Empedocle e Anassagora: l'arché (principio primo, fine ultimo e sostanza di tutto) non può essere uno soltanto ma devono essere molteplici.
[modifica] Teoria atomica
Definisce ciò che per lui sarà l'arché con la parola atomo (a-tomo non divisibile) Non esiste più una sorta di divinità superiore che guida l'unione ed il disgregarsi di quest'ultimi ma gli atomi si aggregano e dividono meccanicamente. Gli atomi si distinguono tra loro per forma come la A si distingue dalla N, per ordine come AN da NA e per posizione come Z da N.
Ciò che noi percepiamo per mezzo dei sensi non è reale, è reale la struttura, formata da atomi e vuoto, che origina le sensazioni che noi percepiamo. Le sensazioni sono comunque qualità secondarie in quanto dipendono dalla persona.
Per Democrito gli atomi hanno solo due qualità: la grandezza e la forma geometrica; ogni aggregato di atomi può disporsi secondo un ordine diverso, formando composti diversi. Gli aggregati di atomi generano in noi delle percezioni sensibili quando vengono a contatto con i nostri sensi. Gli atomi sono dotati di un moto proprio dovuto da una forza naturale interna agli stessi; tale moto determina la massa degli atomi, in quanto essa dipende dalla velocità che acquistano gli atomi stessi urtando altri atomi. Dal moto degli atomi hanno origine i corpi materiali.
Gli atomi sono immutabili ed ogni mutamento della realtà è dovuto ad un continuo aggregarsi e disaggregarsi degli stessi.
Democrito dava per scontato il moto degli atomi ma non lo giustificò. In seguitò Epicuro attribuì agli atomi un peso che ne provoca la caduta.
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