Ipovisione
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[modifica] Definizione
L'ipovisione è un'alterazione dell'apparato visivo umano che ha come risultato una acutezza visiva molto ridotta, tale da avere profonde conseguenze sulla vita quotidiana. Può essere causata da vari fattori congeniti o acquisiti.
Il termine ipovisione definisce in realtà disturbi della vista molto diversi fra loro, che vanno dalla visione profondamente sfocata, alla restrizione del campo visivo come se si guardasse il mondo attraverso un tubo, alla presenza di macchie oscure che coprono le immagini. Spesso l'ipovisione grave è un passaggio verso la definitiva cecità.
[modifica] Classificazione della visione ridotta
Per indicare il deficit visivo che porta ad avere una visione ridotta esiste una classificazione specifica:
- La cecità o amaurosi è definita totale quando l'occhio non percepisce totalmente la luce
- La cecità funzionale è presente quando il sistema visivo percepisce la luce, ma è incapace di rendere la percezione delle forme.
- La cecità legale è presente quando la percezione, inferiore ad 1/10, non permette l'autonomia del soggetto, o quando l'estensione del campo visivo è inferiore ai 30°.
- l' ipovisione è definita da un angolo di campo visivo superiore ai 30° e da una visione inferiore od uguale ai 3/10.
La collocazione in fascia d'età è definita statisticamente in un range compreso tra i 65 e gli 84 anni.
[modifica] Anomalie associate
L'ipovedente presenta una ridotta acuità visiva e spaziale, associata generalmente ad una limitazione del campo visivo. Le patologie che possono portare a questo deficit visivo sono molteplici:
- Albinismo Ridotta acuità visiva centrale, fotofobia per assenza di melanociti iridei e elevato errore refrattivo.
- Diabete Riduzione dell'acuità centrale dovuta ad edema retinico.
- Anomalie della cornea Essenzialmente il cheratocono in stadio avanzato, opacità di superficie, leucomi.
- Toxoplasmosi Associata alla corioretinite generata, si ha un notevole calo dell'acuità visiva centrale.
- Retinite pigmentosa L'atrofia dei recettori retinici deputati alla visione notturna e periferica, i bastoncelli provocano una diminuzione sensibile della visione notturna e del campo visivo.
- Degenerazione maculare senile e giovanile A causa dello scotoma centrale che si verifica in presenza di questa patologia, il visus decade profondamente.
- Glaucoma Si può presentare una riduzione o del campo visivo periferico o di quello centrale.
[modifica] Metodi correttivi
Nei casi di ipovisione lieve è possibile il miglioramento della focalizzazione per lontano, applicando anteriormente all'occhio un foro stenopeico, che riduce però maggiormente il campo visivo. I metodi correttivi essenzialmente utilizzati seguono due criteri principali:
- Ridotta acuità visiva, si utilizzano ausili ottici e non ottici che forniscano un ingrandimento.
- Riduzione del campo visivo, si utilizzano ausili ottici che permettono un apparente ampliamento dell'angolo.
[modifica] Ridotta acuità visiva
Vengono utilizzati ausili ingrandenti, capaci di aumentare la grandezza dell'immagine. Per aumentare l'ingrandimento si agisce con tre metodologie diverse:
- Ingrandimento della distanza relativa, attraverso ausili ottici
- Ingrandimento angolare, attraverso ausili ottici
- Ingrandimento di grandezza relativa, attraverso ausili non ottici.
[modifica] Ingrandimento della distanza relativa
Qualsiasi oggetto osservato a minore distanza, crea sulla retina un'immagine di dimensioni maggiori. Partendo da questo presupposto, gli ausili ottici utilizzati in questa metodologia sono essenzialmente lenti positive. L'ingrandimento è dato dal rapporto tra le distanze di osservazione con e senza ausilio.
esempio: la distanza di osservazione è pari a 30 cm, con l'ausilio a 3 cm. I=d/d' con d espresso in metri I=0,30/0,03=10X Il potere diottrico necessario per creare questo ingrandimento è dato dall'inverso della distanza espresso in metri. 1/d' 1/0,03=33,33D
Per determinare l'ingrandimento necessario per ottenere l'acuità visiva richiesta, è possibile rapportare questa con l'abituale. esempio Acuità visiva abituale 2/10, acuità visiva richiesta 4/10 I=4/2=2X
[modifica] Ingrandimento angolare
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Per approfondire, vedi la voce Telescopio. |
L'ingrandimento angolare è dato dal rapporto tra i due angoli sottesi dall'oggetto osservato e dalla relativa immagine fornita dagli ausili ottici. I principali utilizzati sono:
- telescopio galileiano
- telescopio kepleriano
- telescopio ad occhio d'ape
Il telescopio galileiano è un sistema ottico semplice, composto da una lente anteriore, che funge da obiettivo positiva e da una posteriore, che funge da oculare negativa. La lunghezza focale dell'obiettivo deve essere pari a quella dell'oculare sommata alla distanza. Da questo si evince che il potere diottrico della lente negativa è decisamente superiore. I vantaggi sono nella praticità dell'ausilio utilizzato, con la limitazione ad un basso numero di ingrandimento.
Il telescopio kepleriano si differenzia da quello galileiano per la presenza di due lenti entrambe positive, distanziate da una distanza pari alla somma delle due lunghezze focali. Con questo ausilio si aumenta notevolmente l'ingrandimento e la percezione periferica, anche se l'immagine viene capovolta. La lunghezza dell'ausilio risulta quindi maggiore rispetto al telescopio galileiano, per la presenza di un prisma raddrizzatore dell'immagine.
Il telescopio ad occhio d'ape è composto da tre telescopi affiancati. Viene ad aumentarsi notevolmente l'ingrandimento, ma si perde essenzialmente nella focalizzazione dell'oggetto osservato.
[modifica] Ingrandimento di grandezza relativa
Consiste nel sovradimensionare l'oggetto considerato. Gli ausili non sono ottici ma utilizzano strumentazioni capaci di rendere ingrandita l'immagine attraverso un monitor.
[modifica] Ridotto campo visivo
Nei casi in cui si presenti una diminuzione nell'angolo del campo visivo, bisogna considerare che gli ausili che consentono di aumentarlo tendono a ridurre l'acuità visiva. I sistemi utilizzati sono essenzialmente:
- telescopi invertiti
- prismi
- specchi
- lenti anamorfiche
Il telescopio invertito generalmente utilizzato è quello galileiano visto in precedenza, avente modesto ingrandimento.
I prismi, solitamente a struttura di Fresnel si applicano su un occhiale, aventi le basi direzionate dallo stesso lato dell'anomalia, per stimolare zone retiniche ancora funzionali.
Gli specchi, o a riflessione totale o semitrasparenti vengono posizionati dal lato opposto dell'anomalia del campo visivo. Applicati anch'essi ad un occhiale.
Le lenti anamorfiche sono lenti oftalmiche cilindriche accoppiate, capaci di comprimere la dimensione orizzontale dell'oggetto esaminato, mantenendone inalterata l'altezza.
[modifica] Voci correlate
Ambliopia, Retinite pigmentosa, Scotoma, Degenerazione maculare senile
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