Klesha
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La filosofia dei kleśa (o klesha) non appartiene esclusivamente allo Yoga Darshana, tuttavia con Patanjali (e nel Samkhya) assume forma compiuta, dai risvolti prettamente pratici.
La parola sanscrita kleśa significa "miseria" o "dolore" e, per estensione, tutto ciò che contribuisce a causare le miserie dell'uomo. L'equivalente in lingua tibetana è nyon mong che tradotto letteralmente significa quello che ti affligge dall'interno. Con questa filosofia gli antichi rishi (saggi, veggenti) hanno esplorato le cause della sofferenza umana ed hanno indicato i mezzi più idonei per dissolvere queste cause.
È essenziale infatti comprendere come in questo caso l'intenzione non fosse quella di formulare una semplice teoria o speculazione filosofica: in oriente infatti la filosofia è sempre stata considerata un mezzo per indagare i profondi problemi dell'esistenza e soprattutto fornire i mezzi necessari per risolverli; qualunque costruzione intelletuale che non adempia a questo scopo viene generalmente ritenuta priva di valore. Lo Yoga al contrario viene considerata una scienza pratica, le cui conclusioni si basano sull'esperienza diretta di generazioni di rishi e sull'osservazione diretta dei fatti della vita.
"La mancanza di consapevolezza della realtà (avidya), il senso dell'egoismo, o senso dell'io-sono (asmita), le attrazioni e le repulsioni verso gli oggetti ed il forte attaccamento alla vita costituiscono le grandi afflizioni (kleśa) o cause di tutte le miserie della vita". (Yoga Sutra, II-3)
Nella seconda pada (capitolo, sezione) degli Yoga Sutra viene esposta sistematicamente la teoria dei kleśa: la causa fondamentale di tali miserie è la avidya, l'ignoranza nella sua più profonda accezione, che ci porta ad identificare il conoscente con il conosciuto, il Sé con l'io o, in altre parole, la Coscienza con il suo veicolo, il corpo. La avidya viene dissolta a poco a poco grazie allo sviluppo di viveka (discriminazione), attraverso le pratiche dello Yoga.
Nel Buddhismo il concetto è molto simile e ci si riferisce spesso ai kleśa come ai "cinque veleni", di cui i tre principali sono ignoranza, desiderio/attaccamento e avversione/rabbia. Da queste afflizioni principali derivano tutte le altre, come per esempio rancore, vendetta e invidia dalla rabbia e autocompiacimento e avarizia dall'attaccamento.
In entrambi i casi si parla di afflizioni mentali, ma anche di oscuramento emozionale nel senso che questi pensieri ed emozioni ci impediscono di vedere chiaramente la Realtà e di interpretare correttamente le situazioni della vita.
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