Kresy
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germanismo (ted. “Kreis”) della lingua polacca. Termine attestato nella lingua polacca fin dal XV secolo con il significato di ‘linea’, ‘confine’. Usato al plurale a partire dal romanticismo polacco (precisamente dal 1854 con il poema epico Mohort di Wincenty Pol), designa i territori orientali della Polonia storica perduti in seguito alle spartizioni polacche alla fine del XVIII secolo. In principio indicava le terre sud-orientali dell’ex Ucraina polacca (e in questo senso lo usa Pol), ma si estese successivamente anche a quelle nord-orientali, oggi parte delle repubbliche lituana e bielorussa. Nel corso del Novecento, come fa notare J. Kolbuszewski, Kresy, Wrocław, Wyd. Dolnośląskie, 1995, p. 13, questo termine – con l’aggiunta di aggettivi come ‘occidentali’ o ‘meridionali’ - ha allargato ulteriormente il suo valore di referenza spaziale ad altri territori, piegandosi a diversi “scopi pragmatici e politici”. Alcuni intellettuali polacchi che dai Kresy orientali provenivano - Czesław Miłosz e Jerzy Stempowski - denotano una malcelata insofferenza per questa parola, accusata di rappresentare lo spazio geografico secondo una prospettiva, per così dire, “polonocentrica”.