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La Settimana Santa a Ispica - Wikipedia

La Settimana Santa a Ispica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

I riti della Settimana Santa ad Ispica rappresentano uno degli eventi religiosi più importanti che si svolgono nella cittadina, organizzate dalle due pricipali, storiche, confraternite: Santa Maria Maggiore, e quindi dai " CAVARI " e S.S. Annunziata coi " NUNZIATARI ". Il ciclo di festività si apre con l’ultimo venerdi di Quaresima e con la Domenica delle Palme per culminare con i riti del Giovedì Santo, del Venerdì Santo e della Pasqua, tra storia, tradizione e folklore:

Indice

[modifica] Ultimo venerdì di Quaresima

Con l’ultimo Venerdì di Quaresima alla Chiesa SS. Annunziata entriamo nel vivo dei festeggiamenti della Settimana Santa ad Ispica. In serata la tradizionale processione dell’”Urna Reliquiaria” contenente la “S. Spina”. Durante il percorso i giovani della parrocchia (”i nunziatari”), animano le singole stazioni della Via Crucis, terminando in piazza SS. Annunziata con le ultime stazioni, la Crocifissione e la Deposizione del Cristo morto.

[modifica] Domenica delle Palme

I festeggiamenti della Domenica delle Palme si svolgono nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Di mattina un corteo di persone con palme e rametti di ulivo da benedire si reca all’ingresso della città e dopo la benedizione delle Palme, il corteo, con in testa Gesù su di un asinello seguito dai discepoli e attorniato da palme e ramoscelli di ulivo, sale verso la Basilica di S. Maria Maggiore.

[modifica] Triduo Pasquale

[modifica] Giovedì Santo - SS CRISTO ALLA COLONNA

[modifica] La Festa

Cristo alla Colonna
Cristo alla Colonna

Il Giovedì Santo per i “cavari” della Basilica di Santa Maria Maggiore di Ispica ha inizio nel pieno della notte. Alle ore 1,30 inizia il pellegrinaggio dei fedeli alla Chiesa rupestre di Santa Maria della Cava da dove parte la Via Crucis, animata dai giovani della parrocchia ( "cavari" ). Questa termina in piazza Santa Maria Maggiore con le stazioni della Crocefissione e della deposizione del Cristo morto nel sepolcro allestito nella stessa piazza. Appena dopo la sepoltura del Cristo, alle ore 4,00 il presidente dell'arciconfraternita, con il parroco, si avvia verso l'ingresso principale della basilica dove, bussando per tre volte al portone, permette la tradizionale apertura delle porte, che si spalancano all'improvviso permettendo ad un fiume di gente in corsa di iniziare il rito del ringraziamento all’altare del SS. Cristo alla Colonna, tra il forte odore di incenso e il tipico suono dell'organo a canne che intona le note della marcia funebre dedicata al Cristo. Inizia cosi il Giovedì Santo.

Nella mattinata le colonne della chiesa, si riempiono di doni, ex voto in cera, Bambini, mani, teste, braccia, mammelle, gambe e poi ancora prodotti della terra portati dai fedeli per una grazia ricevuta o richiesta al Cristo.

Via Crucis Notturna - Mercoledi Notte
Via Crucis Notturna - Mercoledi Notte

Sul sagrato le bande intrattengono con allegre marce un pubblico misto dì anziani e giovanissimi avvicinando il momento della scinnuta: in chiesa arriva sempre più gente che si assiepa per la caduta delle porte e la discesa del Cristo in mezzo ai fedeli. Il parroco sale sull'altare del Cristo flagellato, il quale bussando per tre volte si ha la caduta delle porte che scivolano giù e l'immagine del simulacro improvvisamente è davanti agli occhi dei presenti: la scena è di una violenza inaudita. Tra gli spettatori, davanti, c'è chi piange e il simulacro inizia a scendere lentamente tra i devoti.

Nel pomeriggio, dopo la messa in caena domini, inizia la processione che si snoda per il centro della città fino al momento principale dell'incon­tro del Cristo con la Madonna dell'Annunziata, che avviene nella prima serata. Il silenzio regna incontra­stato mentre l'Addolorata si inchina al Figlio flagellato. Poi prosegue, in un alternarsi continuo di rullo di tamburi, trombe di Passione e marce funebri in quartieri ai margini della città.

Dopo la mezzanotte, la "trasuta" e i tradizionali "giri" dentro la Basilica.

[modifica] La Statua

Cristo alla Colonna
Cristo alla Colonna

Il S.S. Cristo alla Colonna è situato nella cappella sinistra del transetto della Basilica di Santa Maria Maggiore. La statua è raccolta in una macchinetta lignea argenteo-dorata costruita nel 1700 e più volta fatta indorare. La base della Macchinetta è rettangolare, di legno. La colonna dalla base a quasi metà del corpo, è di colore oro, il resto è colore argento, sormontata da un capitello in tile corinzio. Nel corpo della colonna, un medaglione di cristallo contiene una reliqua della santa croce. Il corpo nudo del Cristo flagellato è cinto alla vita da un perizoma dorato e la testa è coperta da una parrucca raccolta in due code e realizzata con veri capelli, offerti dai devoti come ringraziamento e devozione. Dei due Giudei ai lati, quello di destra è raffigurato nell'atto di percuotere la schiena di Gesù, mentre quello di sinistra è piegato in avanti all'altezza del cristo e lo percuote al petto. Un'altra macchinetta lignea sormonta il gruppo con frange statiche ed è collegato alla base da quattro colonne simile a quella centrale ma più piccole. Sul capo del Cristo nel 1899 fu posto un nimbo in argento impreziosito da pietre, e comunemente chiamato Patena, dove all'interno è applicata la reliqua della santa croce posseduta dalla chiesa fin dal 1696, frammento donato alla basilica dal frate G. Battista.

[modifica] La Storia

Cristo alla Colonna
Cristo alla Colonna

Detti popolari:

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«Lu cunigghiu avi la tana, lu surci lu pirtusu e Vui patri amurusu,n'avistuvu nè tana nè pirtusu. Tutta a notti Vi batteru cu na viria ri ranatu, Vi purtaru nni Pilatu scausu, nuru e scapiddatu»
(Il coniglio ha la tana, il topo il buco e Voi padre amorevole, non avete avuto nè tana nè buco. Tutta la notte Vi hanno percosso con un ramo di melograno, Vi hanno portato da Pilato, scalzo, nudo e spettinato)
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«Santa Rusalia di Palemmu, Sant'Agata ri Catania e u Santissimu Cristu ri Spaccafunnu su numinati ppi tuttu lu munnu»
(Santa Rosalia di Palermo, Sant'Agata di Catania e il Santissimo Cristo di Spaccaforno (Ispica) sono nominati in tutto il mondo)

La storia del Cristo flagellato alla colonna è una storia travagliata. L'immagine che tutt'oggi si può ammirare è il risultato di una serie di lavorazioni effettuate per motivi religiosi e politici nel corso dei secoli. Il simulacro risale all'incirca al 787 d.C., l'anno del concilio di Nicea e apparteneva alle comunità del fondo valle, delle grotte della Cava Ranni (Cava Grande), una parte di Cava d'Ispica, dove sorgeva l'antico insediamento della città. Alcune parti del cristo risalgono ad ancora prima, cioè ad un crocifisso di manifattura bizantina, che si venerava nel santuario della valle, chiamato S.S. Crucifixi de Cava. Il volto mostra i tratti tipici delle immagini bisantine: inanimato e inespressivo, con gli occhi dilatati.

Cristo alla Colonna: Incontro con l'addolorata
Cristo alla Colonna: Incontro con l'addolorata

Con la dominazione bizantina si diffuse l'uso di abbellire le immagini sacre con ricche decorazioni e ornementi, ma l'introduzione di alcune pratiche religiose portò alla distruttiva campagna degli Iconoclasti. Infatti, queste eccessive forme di pietà portarono l'imperatore Leone III l'Isaurico ad una campagna iconoclasta delle immagini di Cristo, della Madonna e dei santi e questi inevitabilemente raggiunsero l'antica Spaccaforno. Il Grande Crocifisso fu ridotto in frammenti e grazie alla pietà di qualche fedele, la testa e le avambraccia con le mani vennero nascoste e risparmiati alla distruzione.Cosi i resti vennero portati alla luce dopo l'Editto di Nicea e gli Editti di Teodora che riammettevano il culto delle immagine sacre. Cosi con le avambraccia e la testa del grande crocifisso della cava venne composto un nuovo corpo, non più sulla croce ma sotto forma di Ecce Homo con le mani legate in avanti. Intanto, all'epoca si diffuse il culto del flagellato e cosi il simulacro venne legato alla Colonna con le mani indietro e più curvo, ad angolo retto con la spalla destra più bassa e le gambe larghe e tremanti, col corpo lacerato dalle percosse e grondante di sangue. In questo modo però il Cristo presentava un anacronismo visto che il flagellato aveva le mani forate e il capo coronato di spine: per ovviare si camuffò il vecchio capo con un fermaglio d'oro e più tardi con una parrucca, le mani vennero legate alla Colonna. Riprese cosi il culto del Cristo di Spaccaforno. Inoltre il simulacro miracolosamente si salvò al terremoto dell'11 Gennaio 1693, ritrovato intatto sotto le macerie tra le grida di gioia del popolo della cava, il quale, suonando la vecchia campana di Santa Maria della Cava appesa provvisoriamente in un albero li vicino, ripetè per tre volte " Eppicciuotti Culonna ",grido che viene ancora oggi usato dai portatori di Cristo. Nel 1695, il simulacro, ancora senza Giudei, venne caricato su un carro con dei buoi per essere portato nel nuovo insediamento urbano. Come narra la tradizione popolare, i buoi appena arrivati nella collina accanto non vollero più andare avanti e cosi in quello stesso luogo venne edificata la nuova chiesa di Santa Maria Maggiore, dove tutt'ora è conservato il simulacro. Dopo il 1729, ad opera dell'artigiano Guarino da Noto, vennero aggiunti i due Giudei ai lati del Cristo. I due personaggi, secondo Gaetano Gangi, sono d'ispirazione popolare e mentre il Cristo, per la sua storia antica, viene chiamato affettuosamente "'u viecciu" (il vecchio), i due Giudei vengono chiamati "Papè" (quello alla destra del Cristo) e "Occhipinti" (quello alla sua sinistra).

[modifica] Il Venerdì Santo - SS CRISTO CON LA CROCE SULLA VIA DEL CALVARIO

[modifica] La Festa

Cristo con la Croce - Viso
Cristo con la Croce - Viso

Il Venerdì Santo è il giorno in cui si celebra e rievoca la passione del Signore e per i nunziatari della Basilica SS. Annunziata di Ispica è il giorno più importante per la fede e la tradizione nella Settimana Santa. La giornata inizia di buon mattino con l'incensamento e l'apertura delle porte della basilica ai fedeli. Inizia il ringraziamento all'altare del Cristo con la croce. Si forma un lungo corteo per entrare la vara in chiesa, si cerca il posto per assistere alla tradizionale caduta delle pittoresche "porte".

Nonostante l'impressionante numero di persone che riempiono il tempio, il silenzio è grande quando alle ore 11,00 il sacerdote bussa tre volte sulle "porte".

Cristo Con la Croce
Cristo Con la Croce

E' allora che avviene la caduta delle stesse con la svelata improvvisa della sacra immagine del SS. Cristo con la croce tra il grido dei devoti "e picciuotti: cruci, cruci, cruci ...", e il suono delle bande musicali, mentre il simulacro pian piano scende tra i fedeli.

Tradizionale Grido - Eppicciuotti...
Tradizionale Grido - Eppicciuotti...

E' antica usanza portare da parte della gente numerosi ex-voto in cera o offerte in denaro che vogliono essere un segno di riconoscenza per la grazia ricevuta. Nel pomeriggio, dopo l'arrivo in piazza SS. Annunziata della spettacolare Cavalleria dei soldati romani, ha inizio la processione del simulacro del SS. Cristo con la croce preceduta dalla cavalleria, dalle delegazioni di tutte le chiese di Ispica con le proprie insegne, dai confrati dell'Associazione SS. Annunziata in abito confraternale, dai giovani dell'Associazione "Don Bosco", seguito dalle autorità civili, militari, dai corpi bandistici e dai fedeli. La processione percorre le principali vie della città e ha dei momenti particolarmente toccanti nella via delle Regioni con lo sparo di 21 colpi a cannone e l’illuminazione suggestiva della stessa, poi in prossimità della chiesa S. Giuseppe l’incontro con la Veronica, nella chiesa Madonna delle Grazie l’incontro con le pie donne, e l’incontro con la Madonna Addolorata che viene dalla Basilica Santa Maria Maggiore. Dopo la mezzanotte il rientro in chiesa del simulacro, la fiaccolata e all’interno i tradizionale giri per le navate con la riposizione del simulacro nella sua nicchia.

Cristo con la Croce
Cristo con la Croce

[modifica] La Statua

Il SS Cristo con la Croce è situato nella nicchia dell'altare destro del transetto della chisa SS Annunziata. Il gruppo statuario come quello del Cristo alla Colonna è raccolto in una macchinetta lignea di colore oro. Sulla base rettangolare è collocato il Cristo che porta la croce con i due giudei. La parte superiore che sovrasta il gruppo con un baldacchino è legata alla base da quattro colonnine di colore oro. Queste sono più larghe alla base e tendono a restringere verso la parte superiore, dove sono sormontate da quattro piccoli capitelli in stile corinzio, di colore oro. Il Cristo indossa una tunica blu con un bordino colore oro al collo e alle maniche; la vita e le spalle sono legate ad una corda sorretta dai due giudei ai lati. Il gruppo statuario non è frontale ma è rivolto verso il lato sinistro, rappresentato nell'atto di salire verso il monte del Calvario. Sulla spalla sinistra il Cristo sorregge la Croce di legno scuro mentri i due giudei lo sollecitano con forza a camminare. Quello di sinistra è di carnagione scura ed è raffigurato nell'attodi tirare con forza Gesù in avanti. l'altro giudeo, di carnagione chiara, con una mano stringe la corda con cui è legato Crstio e con l'altra grava violentemente sulle spalle di Gesù. Il Cristo è coronato di spine e sul capo è posta un'aureola di argento. Il volto è molto espressivo, è scarno è stravolto dalla fatica, grondante di sangue, con gli occhi pietosi e la bocca socchiusa per l'affanno.

[modifica] La Storia

Cristo con la Croce: Incontro con L'addolorata
Cristo con la Croce: Incontro con L'addolorata

La storia del Cristo con la Croce è sicuramente meno travagliata del Cristo alla Colonna e della presenza del simulacro nella chiesa della SS Annunziata del parco Forza (Fortilitium) non si hanno fonti certe. Si afferma l'esistenza di un primo simulacro del Cristo di finissimo ilice del Marzo 1623, commissionato dai Signori e Nobili che abitavano all'interno delle mura del Fortilitium. Questi, infatti, vollero a tutti i costi un simulacro proprio da portare in processione in contrapposizione al Cristo alla Colonna, simulacro che veniva portato in processione dal popolo povero in fondo alla valle. Iniziava cosi la tradizione della processione del Venerdi Santo e della rivalità storica tra le due Confraternite: "NUNZIATARI" da SS Annunziata e "CAVARI" da Santa Maria della Cava. Questo primo simulacro venne però andato distrutto durante il terremoto dell'11 gennaio 1693 e ci vollero ben 35 anni prima di riprendere la processione del Venerdì Santo. Infatti, la realizzazione del secondo simulacro del Cristo che porta la Croce fu commissionata nel 1728 a Guarino da Noto, stesso artista dei giudei dei Cristo alla Colonna. L'artista realizzò la statua in cartapesta e stucco, portata da Avola a Spaccaforno il 19 Marzo 1729 e posta nella nuova chiesa della SS Annunziata.

[modifica] La Domenica di Pasqua

[modifica] La Festa

Risorto
Risorto

La domenica di Pasqua il Cristo Risorto (”’U Risuscitatu”) della Basilica SS. Annunziata di Ispica conclude i festeggiamenti della Settimana Santa. Alle ore 12,00 il Cristo uscendo dalla Basilica percorrerà il Corso Garibaldi gremito di gente per incontrarsi (”’U ‘ncuontru”) di corsa con Maria Addolorata proveniente dalla Chiesa Madre tra spari di moschetterie, volo di colombe, lancio di biglietti di auguri e il grido dei nunziatari “....Eppicciuotti Viva lu Patri (viva il Cristo), viva lu Patri..” Dopo un giro della piazza Regina Margherita riscende per il Corso Garibaldi. Particolare è il rientro fatto tutto di corsa dallo spiazzale antistante sino all’interno della Basilica SS. Annunziata.













[modifica] Altre Immagini

[modifica] Bibliografia

  • Articolo di Gianna Avola - Hyspicaefundus - Rivista di storia e di cultura della Società Ispicese di Storia Patria - Ispica, anno IV numero 7 - Marzo 2007

[modifica] Collegamenti Esterni


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