Miguel Montuori
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Miguel Ãngel Montuori (Rosario, 24 settembre 1932 - Firenze, 4 giugno 1998), calciatore argentino.
Per la sua tecnica e la spettacolarità delle sue giocate fu uno dei giocatori più acclamati dal pubblico di Firenze, il quale lo considera tra i migliori calciatori che abbiano mai giocato nella compagine viola.
Fu chiamato in Italia, nell'estate del 1955,dal presidente Befani che aveva dato ascolto ad un suggerimento di un religioso italiano, padre Volpi, di stanza in Cile. Padre Volpi aveva trascorsi agonistici ed era del parere che quel ragazzo argentino emigrato in Cile, dove giocava nell'Universidad Catolica, possedesse numeri non disprezzabili. Il suo ingaggio in maglia viola non alimentò grandi entusiasmi e ad accoglierlo al suo arrivo nel capoluogo toscano si presentò solamente uno sparuto drappello di tifosi.Ben altra accoglienza era stata riservata, qualche giorno prima, all'altro acquisto di quella stagione: il fuoriclasse brasiliano Julinho.
Tuttavia Montuori, piccolo e tozzo, dallo sguardo triste, con marcati lineamenti da indio spazzò via nel breve volgere di di qualche incontrò le pesanti perplessità che avevano accompagnato il suo ingaggio. Estroso, come quasi tutti i sudamericani, inventivo , dotato di uno spiccatissimo senso del goal formò subito con il grande Julinho un formidabile ed affiatatissimo duo d'attacco capace di portare la Fiorentina, allenata da Fulvio Bernardini, ai vertici del calcio italiano.
Arrivò subito, nel 1956, lo scudetto, seguito da quattro consecutivi secondi posti.
Le sue prestazioni in maglia viola(162 presenze e 72 reti) gli aprirono in breve le porte della Nazionale italiana con la quale disputò 12 incontri realizzando 2 reti, ed avendo il privilegio di indossare, unico oriundo nella storia azzurra, anche la fascia di capitano nella gara amichevole contro la Spagna disputatasi a Roma il 28 Febbraio del 1959.
Era ormai uno degli assi più acclamati del nostro calcio quando la sua carriera si interruppe bruscamente e traumaticamente nella primavera del 1961. In un incontro amichevole, a Perugia, venne colpito da una violenta pallonata. Le conseguenze furono drammatiche: distacco della retina con conseguenti gravi disturbi visivi. Si chiuse in questo modo, ad appena 28 anni, la sua carriera.
Recuperata un' accettabile condizione fisica tentò senza troppa fortuna di fare l'allenatore (prima in Italia, poi in Cile dove era ritornato nel 1971). Nel 1988 rientrò definitivamente in Italia, ottenne un modesto impiego nella biblioteca comunale di Firenze e riprese ad allenare i giovani dell'Isolotto una piccola società fiorentina (dove peraltro scoprì il giovane Flachi).
Un male incurabile se lo portò via nel 1998, dopo dieci anni semplici e sereni trascorsi in una casa acquistatagli dagli ex compagni viola.