Nadia Desdemona Lioce
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Nadia Desdemona Lioce è un componente del movimento Nuove Brigate Rosse - Nuclei Comunisti Combattenti (Ncc). Ha partecipato alle azioni armate che sono costate la vita a Marco Biagi e Massimo D'Antona.
Ha partecipato alla sparatoria sul treno del 2 marzo 2003 insieme al brigatista Mario Galesi che costò la vita ad un sovraintendente della PolFer, Emanuele Petri ed al Galesi stesso.
La sua cattura è dovuta ad un'azione scaturita da un normale controllo presso Castiglion Fiorentino. La Lioce in seguito all'arresto farà poi trovare un covo a Roma, in un locale in affitto di proprietà di Diana Blefari Melazzi.
Il processo alla brigatista Nadia Desdemona Lioce si è concluso con la condanna all'ergastolo. Nadia Desdemona Lioce, foggiana, 43 anni, ex esponente dei Nuclei Comunisti Combattenti (Ncc), è irreperibile dal 1995. Il suo nome è emerso nell'ordinanza di custodia emessa nei confronti di Alessandro Geri, l'uomo che era stato accusato di essere il telefonista nell'omicidio D'Antona. Secondo l'accusa, Lioce farebbe parte del gruppo che ha segnato la fase di ricostruzione delle Brigate Rosse, dopo la ritirata strategica del 1989. E' stata legata a Luigi Fuccini, arrestato a Roma nel 1995 insieme a Fabio Matteini perché trovato in possesso di armi. Da allora di lei non è saputo più nulla. Fonti degli ambienti investigativi l'hanno però segnalata prima in Francia e poi in Germania.
Dopo l'omicidio D'Antona il suo nome ricompare sulle cronache. Un accostamento che porta la famiglia a diffondere, attraverso un legale, una nota per ricordare che la donna "è una libera cittadina, mai sottoposta ad alcun procedimento penale per reati associativi né di altra natura".
Ma il 31 ottobre 2002, nell'ambito delle indagini sull'omicidio D'Antona, il gip Maria Teresa Covatta emette sei ordinanze di custodia cautelare nei riguardi di presunti appartenenti alle Br-Pcc, su richiesta della procura della Repubblica di Roma: si tratta degli irriducibili Antonino Fosso, Michele Mazzei, Francesco Donati e Franco Galloni e di due irreperibili, la Lioce e Mario Galesi. Nel capoluogo toscano la Digos perquisisce le abitazioni dei familiari della Lioce ed anche l'abitazione di un parente a Foggia, città di origine della donna. A destare l'attenzione dei magistrati è stata proprio l'irreperibilità/clandestinità della Lioce e di Galesi, in concomitanza con la ripresa dell' attività terroristica delle Brigate Rosse.
La donna, trasferitasi in Toscana, fino all'inizio del 1995 risultava convivente a Pisa con Luigi Fuccini, 42 anni, pisano. Si allontanò dalla città toscana nel febbraio di quell'anno, il giorno dopo l'arresto a Roma del suo compagno e di Fabio Matteini, 42 anni, fiorentino, proclamatisi appartenenti ai Nuclei comunisti combattenti e prigionieri politici dopo essere stati fermati dalla polizia per un normale controllo. Nel 1997 la Digos di Firenze la segnalò alla magistratura per i suoi presunti collegamenti con gli Ncc. Nel 2002 riappare nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip della procura di Roma.
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Articolo su Wikinotizie: Confermate le sentenze al processo d'appello per l'omicidio di Marco Biagi 6 dicembre