Nehustan
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Nehustan o Nehustan (ebraico: נחושתן or נחש הנחושת) è il nome del serpente di Mosè.
La Bibbia racconta che tutto iniziò quando Mosè per convincere il Faraone che le sue parole venivano da Dio, buttò per terra il suo bastone e questo si trasformò in serpente. Il Faraone dunque chiamò i suoi maghi che ripeterono l'incantesimo, ma, a prova della superiorità del Dio di Mosè, il serpente del patriarca mangiò i serpenti dei maghi di Faraone.
L'aspetto riguardante il "bastone magico" ha poi generato molte leggende creando un proprio filone.
Il "serpente" invece ritorna nella Bibbia, quando Mosè, incattivito dall'infedeltà del popolo per cui ha penato tanto, manda dei serpenti di fuoco a uccidere gli idolatri. Impietosito e pentito del suo accesso d'ira, fa forgiare un serpente di bronzo: chiunque, morsicato dai serpenti di fuoco, si sarebbe potuto salvare solo guardando verso il serpente di Mosè.
Col passare degli anni però il serpente diventa un idolo e nè i sacerdoti, nè i re, nè i profeti riescono a eradicarne il culto. Solo re Ezechia di Giuda (716 a.C. - 687 a.C.), con gran coraggio, distrugge tutti gli idoli e anche il Nehustan, il serpente di Mosè.
[modifica] Curiosità
- Probabilmente all'ultimo ci ha ripensato, poiché l'arcivescovo Arnolfo, intorno all'anno 1000, lo portò a Milano da uno dei suoi viaggi e ancora adesso si trova nella basilica di sant'Ambrogio, dov'è posto su di una colonna, al lato sinistro della navata centrale.
- Come ai tempi di Ezechia e ancora adesso, al Nehustan è attribuito il potere di guarire i malanni. Alla fine dei tempi scenderà dalla colonna per raggiungere la valle di Giosafat, il luogo dell'Ultimo Giudizio.
[modifica] Nehustan e l'arte
- "Il serpente di bronzo", conservato alla National Gallery di Londra, è un dipinto ad olio su tela di cm 186,4 x 264,5 realizzato tra il 1638 ed il 1639 dal pittore Pieter Paul Rubens.
- Un quadro dallo stesso soggetto fu dipinto nel 1621 dal A. Van Dyck e si trova attualmente al Museo del Prado di Madrid.
- Tra il 1540 e il 1545 il Bronzino dipinse nella cappella di Eleonora di Toledo in Palazzo Vecchio a Firenze un affresco intitolato "Adorazione del serpente di bronzo"
- Jacopo Tintoretto dipinse a partire dal 1564 le decorazioni della Scuola Grande di San Rocco di Venezia, che nella Sala Superiore conserva "Il miracolo del serpente di bronzo".
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