Pasquale Bocciardo
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Pasquale Bocciardo (Genova, 1705 ca. - ivi 1790 ca.), è stato uno scultore attivo nel XVIII secolo.
[modifica] Bigrafia
Figlio di Andrea, scultore rimasto pressoché ignoto, fu inizialmente allievo del Ponsonelli, artista al tempo operante nel capoluogo ligure. La sua prima opera conosciuta risale al 1720.
Bocciardo si affermò in area locale rivestendo un importante ruolo nell'ambiente dell'allora neonata Accademia Ligustica di Belle Arti. In essa divenne infatti Accademico di merito sin dall'anno di fondazione, il 1751. La sua opera artistica si inserisce nell'atmosfera del neoclassicismo settecentesco di influsso romano fatto proprio dall'Accademia Ligustica di Belle Arti.
[modifica] Opere
Le opere di Pasquale Bocciardo sono sparse nelle moltitudine di chiese e palazzi di Genova e delle Riviere.
L'artista scolpisce nel 1761 l'altare del Rosario in Santa Maria della Castagna a Quarto al Mare (oggi Quarto dei Mille, comune annesso nella Grande Genova nel 1926).
Realizza l'altare di San Siro nella chiesa di San Siro a Nervi (sobborgo a levante di Genova), commissionatogli nel 1769 e da lui terminato nel 1772, con le statue di San Siro, Sant'Andrea e San Bartolomeo. In quest'ultima riprende le forme dal San Bartolomeo del Le Gros in San Giovanni in Laterano, e come le altre tre sculture è impostata in atteggiamento di nobile maestosità, con le vaste superfici esposte ad una luce priva di forti contrasti chiaroscurali, ricomposte in una statica ed attentamente calibrata composizione. In questo caso va però ricordato il dubbio relativo all'attribuzione delle tre statue: le prime descrizioni di queste, fatte dal Remondini e quindi dal Gajone e dal Buggero, confermano la sua mano per l'altare, ma non sono definitive riguardo alle tre statue del 1771: ovvero che siano riconducibili esse pure della stessa mano. Stessa incertezza è riferita dal Bagnasco nel suo manoscritto sulla storia della chiesa di San Siro di Nervi.
Per il palazzo Ducale di Genova Bocciardo restaura le statue del salone del Maggior Consiglio, dopo la distruzione dell'incendio del 1777 e la ricostruzione su progetto neoclassico di Simone Cantoni. Queste verranno però distrutte dal furore anti-oligarchico giacobino nei giorni della caduta della Repubblica di Genova e della creazione della Repubblica Ligure (1797).
Sempre di Bocciardo è l'altare di San Giacomo (San Giacomo, chiesa parrocchiale di Pontedecimo, altro sobborgo di Genova), del 1763, poi ristrutturato in maniera massiccia. Analoghe modifiche aveva subito un altro suo intervento nella cappella dell'Immacolata sempre nella chiesa di San Siro a Nervi.
È del Bocciardo il busto-ritratto di Gio.Francesco II Brignole Sale, il patrizio genovese che tra il 1736 e il 1740 ordinò nuovi lavori per il palazzo Rosso in Strada Nuova a Genova, e che, divenuto doge dieci anni dopo, in tale occasione si fece ritrarre dallo scultore. Il busto è tuttora esposto a Palazzo Rosso, oggi sede di un importante polo museoale, posto nella loggia su di una mensola fra le due porte prospicienti la scala.
Per San Biagio a Finalborgo, al termine del rifacimento iniziato in epoca barocca alle tre navate e alla cupola, Pasquale Bocciardo scolpì al centro il pulpito barocchetto e l'altare (1765): il pulpito è un maestoso complesso in marmo, di tipo originalissimo, che rappresenta la visione di Ezechiele (1765). Da non confondersi qui con l'opera di Domenico Bocciardo, parente di Pasquale Bocciardo, che sempre in San Biagio a Finalborgo, eseguì per l'altare maggiore un gruppo marmoreo con il Battesimo di Cristo e la balaustra (1799).
All'Ospedale dei Cronici (detto lo Spedaletto, nel sestiere genovese di Portoria), dalla descrizione dell'Alizeri si sa che sulla facciata verso via Giulia, oggi via XX settembre, delle due statue poste in nicchia, quella di Stefano Lomellino era stata scolpita nel 1763 dal Bocciardo.
Un'altra statua venne successivamente scolpita dal Bocciardo per la chiesa di Santa Maria della Cella a Sampierdarena.