Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos
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(FR)
«Le temps amène toujours la vérité. C'est dommage qu' il ne l'amène toujours à temps.»
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(IT)
«Il tempo porta sempre la verità. Peccato che non la porti sempre in tempo.»
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(Choderlos de Laclos, Lettres inédites)
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Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (Amiens (Francia), 18 ottobre 1741 - Taranto, 5 settembre 1803) fu un Generale dell'Artiglieria dell'esercito francese.
È ricordato per il suo celebre romanzo epistolare Les Liaisons Dangereuses (Le relazioni pericolose), un classico conosciuto per la sua esplorazione della seduzione, vendetta e malizia umana, nonostante il suo autore lo avesse concepito soprattutto per far riflettere, tramite i personaggi principali, sul biasimevole stato dell'educazione femminile e sulle sue conseguenze sulla morale nella Francia del XVIII secolo. È inoltre un racconto moralistico sulla corruzione e lo squallore della nobiltà della Francia dei Borboni.
Da questo romanzo sono stati tratti diversi film, in particolar modo nel 1988 con il titolo Le relazioni pericolose, diretto da Stephen Frears, con John Malkovich, Glenn Close e Uma Thurman.
Laclos morì nel Convento di San Francesco a Taranto e fu sepolto nella piazza d'armi interna al Forte de Laclos sull'Isola di San Paolo nel Golfo di Taranto. In seguito al crollo di Napoleone Bonaparte gli abitanti distrussero la sua tomba, e si pensa che le sue spoglie siano state gettate in mare.
Indice |
[modifica] Lettere da Taranto
Taranto, lunedì 11 luglio 1803.
Cara amica,
Da due giorni, riceviamo come ospite nel nostro palazzo, il Generale Laclos. Vi vedo già sorridere, cara amica, alla notizia che l'autore delle "Relazioni pericolose" dimori nella nostra casa. Non vi dovete ingannare. Credo, difatti, che sia stato versato molto veleno su questo povero Laclos e non vedo in lui niente del truce Valmont. È un uomo di alta statura, di bell'aspetto, ma dagli occhi sognanti. È arrivato in questa casa con molta stanchezza e un po' malato. Gli abbiamo fatto trovare le pietanze più fresche e più delicate, ma non dimostra un grande appetito. È molto discreto e riservato. Torna la sera, cena leggermente e passa il resto del tempo a scrivere lunghe lettere alla sua amata sposa. Vedete, dolce amica, quanto la brutta fama di questo libro abbia potuto nuocere alla carriera di questa persona. Lo hanno accusato della stessa malizia di Monsieur De Sade. La regina Maria Antonietta non fece scrivere il suo nome, né il titolo del romanzo sulla copertina dell'esemplare che possedeva. Il Generale Laclos è stato sconfessato dalla nobiltà francese che si è rifiutata di riconoscersi sotto i tratti dei suoi personaggi. Ieri sera abbiamo avuto una lunga conversazione. Mio marito l'aveva accompagnato per fare alcune spese per la sua famiglia. È tornato apparentemente soddisfatto e ci ha ringraziati dei doni ricevuti. Per sua moglie abbiamo pensato a un paio di guanti di lana pinna. Il Generale Laclos mi ha detto che i dintorni di Taranto sono molto belli, ma che non riesce a capire perché la città stessa è così sporca e maleodorante. Giudicando dall'eccellente qualità e manodopera dei guanti, mi ha comunicato il suo stupore che non esista una fabbrica di bisso e che il lavoro sia fatto interamente a mano dalle donne dei pescatori. Peccato che un lavoro così perfetto non sia più conosciuto e meglio sfruttato. Ciò gli ha fatto pensare a se stesso, ha aggiunto. Il suo destino è stato sempre quello di lavorare sotto il nome di altri. L'ho trovato un poco melanconico: sua moglie e i suoi figli gli mancano, profondamente. Mi ha mostrato il ritratto di sua moglie, chiuso all'interno di un medaglione. È adorabilmente carina, bruna, lo sguardo scuro ma vivace, molto più giovane del Generale. Mi ha detto che si rallegrava ogni giorno di averla incontrata e che ella sola gli dava felicità. Vedete, cara amica, come è innamorato il Generale Laclos.
La vostra amica Baronessa Teresa de Sinno.
Taranto, lunedì 1 agosto 1803.
A Sua Eminenza Mons. Capecelatro, a Napoli.
Volevo comunicarvi la grande agitazione che regna nella città. La notte scorsa, i soldati francesi hanno intercettato una grossa quantità di polvere da sparo che dei marinai napoletani cercavano di introdurre nella città. Il Generale Saint-Cyr è furioso. Ha accusato direttamente Nostra Maestà e in particolare la Regina Maria Carolina. Ha affermato che non bastava loro di aver fatto uccidere in modo vigliacco i Repubblicani del 1799, ma che adesso ordiscono intrighi contro l'esercito francese. Sono andato a visitare il Generale Laclos che è ammalato da più di una settimana e senza forza, ma mi è sembrato fuori pericolo. È ben curato ed è anche riuscito a essere ironico, dicendomi che gli avevano promesso tanta fortuna e successo in terra di Napoli: ma, ha aggiunto, non è vero che nella terra promessa non si entra mai? Ha aggiunto che se la Francia fosse entrata in guerra contro il regno di Napoli, in quanto Generale sarebbe stato male attrezzato. Gli ho detto che l'unica fiducia che si deve avere è quella in Nostro Signore. Non mi ha risposto, ma mi ha salutato con la mano.
Il Vicario Tanza.
Taranto, martedì 23 agosto 1803.
Caro amico,
Voi sapete che il Generale Laclos si è ammalato da circa un mese. Facciamo tutto il possibile per dargli le cure necessarie, ma non c'è niente da fare. Il suo stato peggiora. Soffre a causa di forti dolori e mangia solo piccole quantità di cibo. Il nostro medico dice che non può fare nient'altro. Mia moglie è desolata, e lo sono anch'io, perché non avrei mai pensato che la situazione potesse peggiorare. Ho speso una fortuna in cure e medicine e non so come potrò essere rimborsato di tutte queste spese. Mi dovrò forse rivolgere al Generale Saint-Cyr, nel caso la situazione divenisse più grave. Per fortuna, amico mio, il danaro non mi manca, e posso permettermi di affrontare le necessità del Generale. Penso, tuttavia, che sarebbe meglio trovare un alloggio più consono nel caso di una grave complicazione. Sarà mio dovere rimettermi alle cure dell'esercito francese d'occupazione che dovrebbe prendersi cura anche dei suoi militari.
Il Barone Giuseppe de Sinno.
Taranto, martedì 30 agosto 1803.
L'oppio fa l'effetto che mi aspettavo. Ha calmato i dolori al Generale Laclos. Tuttavia, ha difficoltà nel respirare. Il caldo umido, che c'è di nuovo, è soffocante. Ho detto al Generale che rimarrò vicino a lui e che lo accompagnerò in caserma giovedì mattina. Quest'uomo sofferente trova ancora la forza di sorridere e di alzarsi. Quest'amicizia che si è creata fra di noi mi è diventata cara. Sono disperato per non essere riuscito a curare il Generale Laclos, e lo sono ancora di più di fronte al suo smarrimento morale. Non si agita, ma nel suo sguardo posso leggere un'immensa tristezza. Mi ha detto di non angosciarmi e che è stato molto felice di aver fatto la mia conoscenza. Sorridendo, ha aggiunto che i miei progressi nel francese sono notevoli e che devo continuare a coltivare la lingua. Inoltre mi ha detto che ormai aveva tutto il tempo disponibile per apprendere l'italiano. Ha affermato che ciò che ha sempre cercato nella vita è di "non provare riconoscenza per chi agisce solo per aumentare il proprio merito ai suoi propri occhi e a quelli degli altri. La nostra amicizia è stata breve, ma fraterna e sincera e", ha concluso, "ricordatevi questa frase di Marmontel: Il cielo, l'inferno sono nel cuore dell'uomo?".
Dottor Vincenzo Ressa.
[modifica] Opere
- Ernestine (1776)
- Les Liaisons Dangereuses (1782)
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- Hélène Claude Frances - Il Fantasma di Laclos - Lettere da Taranto - Editrice Edit@ - Taranto, 2005
[modifica] Altri progetti
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