Relativismo gnoseologico
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Per relativismo gnoseologico si intende una posizione di stampo filosofico in cui la conoscenza è relativizzata in base ad un elemento che funge da riferimento.
Deriva dalle parole di origine greca gnosis (γνοσις) = conoscenza, sapere e logos (λογος) = discorso, scienza.
Un esempio di relativismo gnoseologico lo si può trovare nella frase del filosofo presocratico Protagora di Abdera: "l'uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono."
Anche Socrate ha realizzato, attraverso la metodologia di indagine e speculazione sua propria, la maieutica (maieutiké tecné = ostetricia, riferito metaforicamente al far partorire idee), il relativismo gnoseologico, in particolare riguardo alle notevoli differenze tra esseri umani e quindi la necessità di indagare ed "estrarre" volta per volta dal soggetto la sua essenza; inoltre Socrate affermava che la felicità fosse raggiunta dalla piena realizzazione ed aderenza del singolo alle sue intime predisposizioni le quali andavano necessariamente prima conosciute; l'ignoranza di se stessi e l'insoddisfazione che ne deriva conduce al male.
In questo caso l'uomo è un possibile riferimento a livello cognitivo a più livelli. Si può intendere l'uomo come categoria umana in senso lato, quindi la percezione del mondo fisico e metafisico in base alla sua centralità (universo antropocentrico). Un'altra interpretazione porrebbe in risalto la diversità da uomo a uomo con la conseguente diversa percezione del sensibile: ad es. una persona "sente" ed elabora un'esperienza diversamente da un'altra in base al proprio carattere ed esperienza personale.
L'accento è posto sul processo di apprendimento di ogni individuo ed è alla base di tutte le indagini in ambito psicologico e psicanalitico.
Suo equivalente è il relativismo conoscitivo o cognitivo.
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