Rivolta dei Maji Maji

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La rivolta dei Maji Maji, detta anche guerra dei Maji Maji, è consistita in una rivolta di diverse tribù africane nell'Africa tedesca orientale contro il dominio coloniale tedesco, tra il 1905 e il 1907.

Indice

1 Antefatto
2 La rivolta
3 Conseguenze e interpretazioni
4 Voci correlate
5 Collegamenti esterni
6 Bibliografia

[modifica] Antefatto

Come risultato della spartizione dell'Africa tra le principali potenze europee negli anni ottanta del XIX secolo, la Germania riuscì ad affermare il proprio dominio nel cosiddetto "continente nero". Queste erano l'Africa tedesca orientale (ora Tanzania, Ruanda, Burundi, e una parte del Mozambico), l'Africa tedesca del Sud Ovest (ora Namibia), il Camerun e il Togoland (ora divisa tra Ghana e Togo).

I tedeschi avevano un controllo relativamente debole dei loro possedimenti in Africa orientale, per questo si adoprarono per costituire un sistema di fortini diffuso su tutto il territorio. Siccome il loro controllo sulla colonia era debole essi, come le altre potenze coloniali, non si fecero scrupolo di adottare feroci repressioni contro popolazione.

Iniziarono ad imporre tasse capitarie nel 1898, e fecero massiccio ricorso ai lavori forzati per costruire strade e per molteplici altri scopi. Nel 1902 il governatore ordinò ai villaggi di coltivare cotone come cash crop (coltura facilmente monetizzabile). Ogni villaggio venne incaricato di produrre una determinata quantità di cotone. Il capovillaggio era responsabile del raggiungimento dell'obiettivo; in tale posizione egli era vulnerabile alle critiche e alla collera della popolazione. Tale imposizione sugli abitanti dei villaggi (che erano impegnati in altri compiti) divenne estremamente impopolare in Tanzania. Fu frequente il rifiuto di lavorare la terra o di rifiutare il pagamento.

Queste politiche non solo erano impopolari ma incidevano seriamente sulla vita deglia africani. La struttura sociale dovette cambiare rapidamente per farvi fronte. Il ruolo stesso di uomini e donne doveva cambiare davanti ai nuovi bisogni poiché gli uomini vennero costretti ad allontanarsi dalle loro abitazioni per lavorare, le donne vennero costrette ad assumere le responsabilità e i ruoli tradizionalmente prerogativa dei maschi. Non solo, ma il fatto che gli uomini venissero allontanati mise a dura prova le risorse del villaggio la capacità della popolazione di interagire con l'ambiente in modo da garantire l'autosufficienza. Queste conseguenze crearono una forte tensione con il governo coloniale. Nel 1905 ci fu una carestia in tutta la regione. Questa, combinata con l'opposizione alle politiche coloniali in tema di agricoltura e lavoro, condusse ad una aperta ribellione contro i governatorato germanico nel luglio di quell'anno.

I nativi si rivolsero alle proprie tradizioni per combattere i tedeschi. Lo spiritismo ebbe un ruolo centrale in questo per unificare le diverse tribù e per guidare la lotta con artifici e sortilegi. Uno stregone dal nome di Kinjikitile Ngwale affermò di essere posseduto dallo spirito del serpente Hongo. Iniziò a farsi chiamare Bokero e diffuse la convinzione che le tribù dell'Africa orientale fossero state chiamate dallo spirito di Hongo a sterminare i tedeschi. Gli antropologi hanno potuto ricostruire il fatto che egli dava ai suoi seguaci una medicina che avrebbe trasformato i proiettili in acqua. Questa "medicina di guerra" era in effetti acqua (maji in Swahili) mescolata con i semi del miglio e dell'olio di ricino. Fiduciosi della potenza di questo liquido magico, i seguaci di Bokero iniziarono una rivolta conosciuta come la ribellione dei Maji Maji.

[modifica] La rivolta

I seguaci del movimento di Bokero erano scarsamente armati con dei fucili ad avancarica, lance, e frecce, a volte avvelenate. Tuttavia, essi erano in gran numero, e si cibavano frugalmente di miglio che potevano portare facilmente con se. Iniziarono ad organizzarsi sulle colline Matumbi, nella parte meridionale dell'attuale Tanzania e attaccarono le guarnigioni tedesche della colonia. Le forze militari a presidio consistevano di 458 europei e 588 nativi. Ciò nonostante, i tedeschi avevano dalla loro una indubbia superiorità di fuoco e tecnologica. A Mahenge, diverse migliaia di guerrieri Maji Maji (guidati da un uomo ispirato diverso da Bokero) marciò contro il presidio militare comandato dal tenente von Hassel. Questi, al comando di sessanta soldati africani e con una mitragliatrice, fece strage degli aggressori.

Essendo quello il culmine della rivolta, la popolazione di Ngoni decise di unirsi alla ribellione. Le truppe tedesche, armate di mitragliatrici, partirono da Mahenge per attaccare la base Ngoni che constava di 5000 uomini. L'attacco venne sferrato il 21 ottobre. Vista la malaparata i soldati Ngoni si ritirarono, gettando via la medicina di guerra e gridando "il maji è una bugia!"

All'inizio della rivolta, il conte Gustav Adolf von Götzen, governatore dell'Africa orientale, aveva chiesto dei rinforzi. Il Kaiser aveva dato disposizioni immediate che due incrociatori portassero soccorso alla colonia. Dei rinforzi arrivarono anche da possedimenti lontani come la Nuova Guinea. In ottobre, quando arrivarono anche 1.000 soldati regolari dalla Germania, Götzen ritenne giunto il tempo di passare all'offensiva per ristabilire l'ordine nel sud.

La marcia avvenne su tre colonne. I soldati distrussero villaggi, raccolti e altre fonti di sostentamento utilizzate dai ribelli dispiegando la superiore capacità di fuoco per stroncare eventuali attacchi.

Una imboscata coronata da successo ad una colonna tedesca mentre attraversava il fiume Ruhuji ritardò di poco la repressione nel sud ovest: nell'aprile del 1906 anche quella regione venne pacificata.

Comunque, ovunque i combattimenti furono duri. Nei primi di maggio 1906, una colonna del tenente Gustav von Blumenthal (1879-1913, sepolto a Lindi) forte di un europeo e 46 ascari soccombette sotto i continui attacchi nemici mentre marciava da Songea a Mahenge. I tedeschi decisero di concentrarsi a Kitanda, dove il maggiore Johannes, il tenente von Blumenthal e il tenente von Lindeiner avrebbero dovuto convergere. Per tale ragione il tenente von Blumenthal fu incaricato di proseguire lungo il fiume Luwegu.

La campagna del sud ovest degenerò in una aspra guerriglia che si accompagnò ad una devastante carestia. Questo fino a all'agosto del 1907 quando gli ultimi focolai della ribellione vennero spenti.

Il bilancio finale fu di diverse centinaia di tedeschi e circa 75.000 nativi perirono. Piegò lo spirito combattivo dei nativi e la colonia rimase tranquilla fino allo scoppio della prima guerra mondiale.

[modifica] Conseguenze e interpretazioni

La rivolta dei Maji Maji costituì la sfida più impegnativa alla dominazione coloniale tedesca in Africa. La violenza ruthlessness della repressione cambiò il corso della storia del sud Tanzania.

Decine, forse centinaia di migliaia di persone morirono o furono scacciati dalle proprie case.

Una delle conseguenze della guerra, fu l'avvio da parte del governo imperiale di una profonda riforma amministrativa. La ribellione divenne un punto di riferimento per la storia della regione.

I nazionalisti successivi della Tanzania vi si ispirarono in quanto primo esempio della nascita di un movimento nazionalistico diffuso in senso anticoloniale. Una esperienza di unificazione che ha riunito moltissime tribù differenti della Tanzania sotto un unico capo nel tentativo di liberare la nazione tutta dalla dominazione straniera.

Secondo gli storici, invece, la ribellione non può essere vista come movimento unificato, ma piuttosto una serie di sommosse condotte per una vasta gamma dei motivi. Dal punto di vista di alcune tribù locali la sommossa ha fatto parte parte di una serie più lunga di guerre che iniziate molto prima che dell'arrivo dei tedeschi nella regione. EE' questo l'esempio dell'alleanza di alcuni tribù con i tedeschi per imporre i proprio dominio sulle tribù circostanti.

Oggi, la regione in Tanzania nella quale si verificò la rivolta dei Maji Maji costituisce uno dei più grandi parchi naturali dell'Africa.

Kinjikitile "Bokero" Ngwale è riverito come un eroe dal popolo della Tanzania.