Discussione:Simbolo niceno-costantinopolitano
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La versione latina riportata del simbolo differisce in alcuni punti da quella classica: credo - credimus, de patre - ex patre, et inhumatus ecc. Penso che sarebbe interessante spiegare la storia del testo latino e che rapporto c'è fra le due versioni. Quella riportata è quella più antica? utente:Acis
Ho fatto alcune piccole correzioni sia su ario che sul credo, perchè gli originali mi parevano fuorvianti. Nella voce relativa ad ario ad un certo punto lo si chiamava diacono, mi risulta che fosse un presbitero. Sopratutto ho corretto il suo antagonismo con il cristianesimo, perche' la sua dottrina "é" cristiana. Solo che a posteriori è divenuta eterodossa ma è evidente che sta nel solco del "cristianesimo". In questa voce ho eliminato l'affermazione che il simbolo niceneo venga recitato tutte le domeniche, perche' in realtà viene recitato in ogni messa, domenicale o feriale che sia. Forse sarebbe stato opportuno accennare al fatto che analizzando i fatti si puo' affermare che Ario godeva di una certa simpatia da parte di Costantino (ed infatti si dice che se fu battezzato lo fu da un vescovo ariano, e altrove che la famiglia imperiale risultava ariana) ma non ho voluto rendere troppo pesante questa voce. spon@hotmail.com
[modifica] versione latina
A quanto ne so la prima traduzione in latino del Simbolo Costantinopolitano è contenuta negli atti di Calcedonia, redatti all’inizio del VI secolo, di cui esistono però diversi manoscritti. La versione riportata, se si trascurano alcune lievi varianti, è quella che compare con più frequenza ed è attestata nei codici più autorevoli. Per notizie più precise al riguardo dovrei documentarmi meglio.