Sonata per pianoforte e violino K 377
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Nell'estate del 1781 W. A. Mozart si trova a Vienna e sta preparando la stagione invernale con nuovi lavori tra cui la sonata per violino e pianoforte in Fa maggiore K 377 (K6 374e).
Alla pubblicazione di questa ed altre cinque sonate presso l'editore Artaria il musicista riceverà commenti lusinghieri che non si ripeteranno così facilmente negli anni a venire.
In questa sonata il violino è protagonista alla pari con il pianoforte e non in veste di semplice comprimario. Mozart si muove al di fuori delle regole che volevano il primo strumento, il violino, trattato come accompagnatore obbligato e con scarsi contenuti tecnici e quindi adatto ad essere interpretato da amatori e dilettanti.
Non dobbiamo dimenticare che il compositore era anche un virtuoso di ambedue gli strumenti e gli era quindi congeniale strumentare in modo appropriato le due parti senza per'altro rinunciare ai contenuti espressivi.
Nell'allegro grazioso Mozart introduce un unico tema che sarà più volte rielaborato tanto da non richiedere nuovo materiale. Il secondo movimento presenta un tema con variazioni sviluppate in Re minore e che lo caratterizzano da una certa ombrosità contrastante con l'impostazione vivace del brano nella sua interezza. Il minuetto finale parte in modo brillante quasi a sanare le amarezze espresse nel secondo movimento per mutarsi repentinamente in caratteri malinconici; perde la sua caratteristica di danza mantenendone solo l'indicazione ritmica. La parte finale riprende il tema del movimento facendolo a poco a poco esaurire per scomparire del tutto in chiusura della composizione.
[modifica] Dati sull'opera
- K 377 (K6 374e)
Durata
- 22 minuti circa
Movimenti
- Allegro grazioso
- Tema (andante) con variazioni
- Tempo di minuetto
Organico
- pianoforte
- violino
Luogo e data di composizione
- Vienna, estate 1781
Prime edizioni a stampa
- Artaria, Vienna 1781 (come sonata op. II n. 3)
Autografo
- È conservato a Liverpool