Trattato Italo-Etiope del 1928
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Durante il periodo del colonialismo italiano in Africa, fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, i confini fra la Somalia Italiana e l'Etiopia vennero fissati dal Trattato Italo-Etiope del 1928. Oltre a stabilire la posizione del confine, il trattato prevedeva tre fasi da seguire in caso di contese territoriali fra Italia ed Etiopia: trattative, conciliazione e arbitrato. Se la procedura delle tre fasi non avesse risolto lo scontro, le due parti avrebbero potuto ricorrere alla Società delle Nazioni che sarebbe subentrata solo se tutte e tre le fasi fossero state esaurite e non si fosse giunti ad un accordo.
Per quanto concerne la definizione dei confini, il trattato fu violato dall'Italia fascista fra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30, con la costruzione di un forte italiano a Walwal e la realizzazione nella Somalia italiana di numerose strade che sconfinavano nel territorio etiope per diversi tratti. Queste violazioni portarono al crescere di una tensione che sfociò prima nella crisi abissina (che comportò un richiamo ufficiale della Società delle Nazioni rivolto a entrambi i contendenti) e poi, nel 1935, nella guerra d'Etiopia.