Via Emilia Scauri
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La Via Æmilia Scauri è una strada romana fatta costruire dal censore Marco Emilio Scauro nel 109 a.C.. Secondo la testimonianza del geografo Strabone, la via raggiungeva Vada Sabatia l'odierna Vado Ligure, presso Savona, passando per Pisa e per Luna: essa costituiva dunque la prosecuzione della Via Aurelia, completando il percorso da Roma alla Liguria.
Da Vada Sabatia, un ulteriore tratto della via proseguiva per Dertona, l'odierna Tortona innestandosi sulla Via Postumia.
Il tracciato viario da Luni a Vada Sabatia è scarsamente riconoscibile: lungo la val di Vara e fino al passo del Bracco probabilmente penetrava nell'entroterra, toccando Ad Monilia, l'odierna Moneglia; oltre Segesta Tigulliorum, oggi Sestri Levante, la strada si proseguiva in prossimità della linea di costa salvo nei tratti in cui la particolare morfologia della costa ligure non consentiva alternative (ad esempio in corrispondenza del promontorio di Portofino. Il percorso viario, testimoniato, tra l'altro, dai toponimi Quinto e Quarto, oggi nella conurbazione genovese, raggiungeva Genua, principio della via Postumia e da qui, attraverso Alba Docilia, Albisola Superiore, Vada Sabatia
Oltre Vada Sabatia la Via Æmilia Scauri proseguiva verso il versante padano: risalita la val Quazzola (dove si conservano i resti di ben 7 ponti in muratura), oltrepassava lo spartiacque al colle di Cadibona, il più agevole valico dell'intera dorsale alpino-appenninica posto a soli m 456 di quota. Da qui seguiva l'asta della Bormida di Spigno, toccando i vici di Canalicum (forse presso Cairo Montenotte) e di Crixia (forse Spigno Monferrato, secondo altri presso Piana Crixia) fino ad Aquae Statiellae, Acqui Terme, da cui una diramazione si distaccava verso Alba Pompeia.
Da Acqui, infine, la strada raggiungeva Dertona (l'odierna Tortona). In questo ultimo tratto, soprattutto tra Castelnuovo Bormida e Rivalta Scrivia, sono ancora visibili lunghi tratti del tracciato originario in buone condizioni
Secondo un'altra ipotesi, meno accreditata, basata su una diversa interpretazione del passo di Strabone, la via, da Luni, si sarebbe portata, attraverso l'Appennino a Tortona e da lì avrebbe raggiungo Vada Sabatia evitando l'impervio percorso costiero.
Nel 13-12 a.C., parte del percorso dell'Æmilia Scauri fu ricompreso nel tracciato della via Julia Augusta.
