Vincenzo Fardella di Torrearsa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce di politica è solo un abbozzo: contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia.

Vincenzo Fardella Marchese di Torrearsa (Trapani, 16 luglio 1808 - Palermo, 1889) fu un uomo politico italiano.

Vincenzo Fardella dei Marchesi di Torrearsa, primogenito di una delle più antiche e prestigiose famiglie aristocratiche di Trapani, nacque a Trapani il 17 luglio del 1808; morì a Palermo il 12 gennaio del 1889.

Il Marchese Fardella, non facendo mistero delle sue idee sociali e contrarie alla politica antiautonomistica attuata contro la Sicilia dai Borboni di Napoli, fù figura di primo piano nella rivolta Palermitana del 1848, insieme a Ruggero Settimo. Quale Presidente della Camera del costituito Parlamento Siciliano, fu lui a dichiarare decaduta la dinastia borbonica e ad offrire, con voto del Parlamento, il trono vacante di Sicilia al Duca di Genova, figlio secondogenito di Carlo Alberto.

Con la restaurazione e la fine della "Rivoluzione Siciliana degli anni 1848 e 1849", fu esule a Torino, Genova e poi a Nizza, restando sempre sicuro riferimento di tutti gli esuli. Il carteggio di quel periodo del marchese di Torrearsa, conservato presso la Biblioteca Fardelliana di Trapani, mostra la grande opera diplomatica da lui svolta per mantenere consensi e simpatie sulla causa siciliana presso i più autorevoli rappresentanti del mondo politico inglese e francese.

Rientrato in Sicilia dopo lo sbarco dei MILLE a Marsala, viene nominato Presidente del Consiglio di Luogotenenza e successivamente viene eletto, nei colleggi di Palermo e Trapani, nel primo Parlamento Italiano, dove fu nominato vicepresidente della Camera dei Deputati.

Nel maggio del 1886, viene nominato da Cavour, di cui fu intimo e stimato amico, ambasciatore del nuovo regno d'Italia presso Svezia, Norvegia e Danimarca. La sua missione nei paesi Scandinavi diede ottimi risultati; venne insignito dell’ordine della stella Polare di Svezia, del Danebrog di Danimarca, e di quello di Carlo III di Spagna.

Fu nominato Prefetto di Firenze dal Ricasoli, che ne apprezzava il valore e le doti personali. Il Torrearsa non deluse le aspettative in questo incarico, delicato ed impegnattivo in quanto legato alla contemporanea abolizione dell’autonomia amministrativa originariamente concessa alle tre città Palermo, Napoli e Firenze, quali antiche capitali. Nel 1864 viene nominato senatore ed insignito da Vittorio Emanuele della Commenda dell’Ordine Mauriziano.

Nel 1868, in occasione delle nozze del principe Umberto con Margherita di Savoia, riceve l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Supremo della SS. Annunziata. Viene chiamato, direttamente da Vittorio Emanuele II, ad assistere come testimone all’atto privato di elezione del principe Amedeo, Duca d’Aosta, al trono di Spagna. Dopo la presa di Roma del ’70, venne eletto presidente del Senato, mantenendo tale carica fino al ’74, anno in cui, quasi settantenne, si ritirò in Sicilia e pose fine alla sua carriera politica.

Negli ultimi anni, vissuti tra Trapani e Palermo, ritornò a coltivare con impegno i sui studi storici e socio-economici. Curò lo sviluppo della Società Siciliana di Storia Patria, di cui fù presidente e nel 1881 iniziò la stesura di “Ricordi sulla Rivoluzione Siciliana degli anni 1848 e 1849”, che ultimò dopo quattro anni, così scrivendo : “… poso la penna e sento di farlo con la soddisfazione di non aver in nulla volontariamente mentito o nascosto il vero”.

In suo onore a Trapani è stato fondato un liceo scientifico.

Fu Presidente del Senato del Regno d'Italia.