Vincenzo Peruggia
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Vincenzo Peruggia (Dumenza, 8 ottobre 1881 – Alta Savoia, settembre 1947), pittore e decoratore con residenza a Parigi, la notte del 20 agosto 1911 rubò il ritratto di Monna Lisa, conservato al Museo del Louvre. Processato dal Tribunale di Firenze, venne riconosciuto colpevole, con le attenuanti, e condannato ad un anno e quindici giorni di prigione.
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[modifica] Il furto
Il furto avvenne fra domenica 20 e lunedì 21 agosto 1911, prima di un giorno di chiusura del museo.
L’indagine della gendarmeria fu sostanzialmente fallimentare, attribuendone la responsabilità, via via, all’Impero germanico, a Apollinaire (che dichiarava di voleva distruggere i capolavori di tutti i musei per far posto all’arte nuova), al suo amico Pablo Picasso (subito rilasciato).
Il dipinto venne ritracciato due anni più tardi, nel dicembre 1913, a Firenze. L’autore del furto era un tal Vincenzo Peruggia, un lombardo della allora Provincia di Como, emigrato in Francia fin da giovanissimo, dove aveva lavorato anche per il Louvre. La collaborazione era cessata, ma proprio lui aveva aiutato a montare la teca di vetro ove era custodito il dipinto e conosceva bene le abitudini del personale, tanto da passare inosservato.
[modifica] Il ritrovamento
Peruggia raccontò di averlo sempre in una valigia, posta sotto il letto di una pensione di Parigi. Sinché lo trasportò in Italia, volendo venderlo, salvo ottenere una qualche garanzia che il quadro sarebbe rimasto in Italia, e la città più logica gli parve Firenze.
Venne quindi arrestato ed ai carabinieri che lo prelevarono disse di averlo compiuto il furto per patriiottismo, per "restituire il frutto dei saccheggi napoleonici". Salvo che il quadro era atato regolarmente ceduto da Leonardo al re di Francia, Francesco I, che lo aveva ospitato in Francia dal 1516, alcuni anni dopo essersi impossessato del Ducato di Milano, levandolo al legittimo sovrano Ludovico il Moro.
[modifica] La mite condanna
Il processo si svolse di fronte al Tribunale di Firenze, di fronte alla stampa internazionale ed ad un pubblico generalmente favorevole al Peruggia, per un malinterpretato amor di patria. La pressione popolare sortì, comunque, l’effetto di indurre la corte a concedergli le attenuanti, ed a comminargli una pena assai mite: un anno e quindici giorni di prigione.
[modifica] Il ritorno del dipinto in Francia
L’attitudine della utorità italiane venne apprezzato in Francia. I due paesi, d’altra parte, coltivavano da circa dieci anni rapporti sempre più amichevoli. E, due anni più tardi, avrebbero combattuto insieme la prima guerra mondiale. Si poté, così, evitare che Parigi chiedesse una pena esemplare, e concordare un lungo periodo di esposizione del dipinto (prima agli Uffizi a Firenze, poi all’ambasciata di Francia di Palazzo Farnese a Roma, poi alla Galleria Borghese, in occasione del Natale), prima del suo definitivo rientro.
Monna Lisa arrivò in Francia a Modane, su un vagone speciale delle Ferrovie italiane, accolta in pompa magna dalle autorità francesi, per poi giungere a Parigi dove, nel Salon Carré, dove l’attendevano il Presidente della Repubblica francese e tutto il Governo.
[modifica] Filmografia
- Sceneggiato Rai, diretto da Renato Castellani, trasmesso nel 1978.
- Sceneggiato per Canale 5, diretto da Fabrizio Costa, trasmesso nel 2006
- ’Lovers, Liars and Thieves’, con Dustin Hoffman ed Antonio Banderas, di Jeremy Leven, in produzione nel 2007.
