Wali (governatore)
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Col termine wālī (arabo ﻭﺍ ﻟﻲ) si indica nel lessico arabo il governatore d'una provincia assoggettata al potere islamico, detta appunto wilāya (turco vilayet).
La radice di riferimento < w-l-y > si ricollega al concetto di "cura", "tutela" e origina anche il termine walī (arabo ﻭﻟﻲ) che viene usato in senso più direttamente giuridico nell'ambito degli istituti legati alla successione patrimoniale e il contratto matrimoniale, per i quali è prevista la figura appunto di un "curatore".
Con l'espressione invece walī al-‘ahd (arabo ﻭﻟﻲ ﺍﻟﻌﻬﺪ) si indicava invece l'erede designato (il "tutore del patto") che viene per lo più tradotto con l'espressione "erede presuntivo".
Il governatore fu nominato nel primo periodo "ortodosso" (primi quattro califfi) e nell'età omayyade dal califfo, che lasciava peraltro libero il suo wālī di scegliersi i collaboratori amministrativi, come pure i giudici statali, di nomina politica ( qādī ).
In epoca abbaside invece il califfo si riservò, insieme alla nomina del wālī, anche il diritto di scelta di tali funzionari operanti nei governatorati. Tale fortissimo accentramento del potere califfale divenne ostativo di una buona amministrazione man mano che il califfato raggiunse dimensioni assai estese, ingenerando un progressivo degrado delle periferie e forme di lotta autonomistica che saranno alla base della crisi che porterà alla frammentazione del califfato stesso in "dinastie" o "Stati", sia sul continente asiatico sia su quello africano, a partire dall'XI secolo.