2S6 Tunguska
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2S6 'Tunguska' | |
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![]() Il semovente Tunguska è qui mostrato in tutte le sue componenti: radar, cannoni, missili; notare bene che questi ultimi sono elevabili a coppie, solidalmente alle artiglierie, con ciascuna coppia selezionata prima dell'azione di fuoco. Qui però tutti i tubi di lancio, protetti alla base da un piccolo scudo, appaiono utilizzati. |
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Caratteristiche generali | |
Equipaggio | 4 |
Lunghezza | 7,93 m |
Larghezza | 3,236 m |
Altezza | 3,356/4,01 m |
Peso | 34 in assetto di combattimento t |
Corazzatura ed armamento | |
Corazzatura | leggera in lega d'alluminio e acciaio |
Armamento primario | 2 cannoni GSh-302 da 30mm. GAST, 8 missili SA-19 iperveloci. |
Armamento secondario | |
Apparati di tiro | 1 radar tiro, 1 acquisizione, un sistema optronico |
Mobilità | |
Motore | diesel 522KW hp |
Trazione | cingoli |
Sospensioni | barre torsione |
Velocità | 65 km/h |
Potenza/peso | {{{rapporto Pp}}} hp/ton |
Autonomia | km |
Il 2S6 Tunguska è un semovente antiaereo moderno, entrato in servizio con l'Armata Rossa nei tardi anni '80.
L'esigenza di possedere un apparato di difesa aerea completo per le unità campali dell'esercito sovietico portò negli anni '50 e '60 allo sviluppo di una serie di apparati difensivi di caratteristiche sempre più complesse. Tra i semoventi contraerei d'artiglieria vi fu prima lo ZSU-57-2, il più potente dei sistemi operativi di tale categoria, poi seguito dal più leggero e sofisticato ZSU-23-4 Shilka caratterizzato, per valorizzare al massimo il volume di fuoco, da armi di piccolo calibro, ottime contro aerei a volo radente, che consentivano peraltro solo una ridotta gittata. Le armi speculari americane erano il M42 Duster e l'M163 VADS.
Quando l'avvento degli elicotteri armati di missili controcarro vide lo spostamento della minaccia dagli attacchi ravvicinati con bombe e razzi, a tiri di precisione da oltre 3-4km, allora la necessità per i semoventi contraerei si spostò nuovamente verso calibri maggiori, stavolta non per colpire a quote maggiori, ma a distanze più elevate.
Ma se con i missili è facile eseguire aggiornamenti istallando nuove versioni più capaci, con i cannoni bisogna realizzare dei progetti interamente nuovi, costosi, grandi. In Occidente, le armi di maggiore calibro, come nel caso del Gepard, hanno visto la gittata utile spostarsi a 3-4km, appena sufficiente contro elicotteri o anche aerei armati con missili tattici. Ma con il progredire delle tecnologie, la gittata pratica delle armi aeree aumentò ancora.
In particolare i missili eliportati sono giunti ad un certo momento a portate di 5-6km, troppo alte per essere affrontati dalle artiglierie di 20-40mm. A quel punto, era necessario avere cannoni contraerei di calibro ancora superiore, ma pur potendo, in teoria, produrre qualcosa di simile all'OTOMATIC italiano (carro armato contraereo con cannone da 76mm. ), o semplicemente riscoprire il concetto base dello ZSU-57-2, i sovietici hanno fatto una scelta diversa, con un sistema combinato cannone-missili, per coprire con le armi più adatte ogni quota e distanza utile. Questo ha comportato un peso minore, ma certo non una complessità inferiore, rispetto alla scelta di usare solo un cannone di grosso calibro. In ogni caso, il nuovo sistema si è dimostrato efficace ed è entrato in servizio operativo.
Lo spiegamento del 2S6 avvenne a partire dal 1988, con i primi esemplari armati con soli 4 missili del tipo SA-19, poi aumentati a 8. Esso è stato il compendio della tecnologia per la difesa tattica di scuola sovietica, e uno degli ultimi tipi di sistema da difesa aerea che entrò in servizio prima della fine della Guerra Fredda. Praticamente nello stesso tempo, falliva ignominiosamente il sistema DIVAD studiato dall'US Army per compiti analoghi, anche se molto meno ambizioso.
Indice |
[modifica] Tecnica
Questo veicolo, che è in realtà un vero sistema integrato di difesa aerea, il 2K22M, porta il nome di una località devastata da una tremenda esplosione nel 1908, a tutt'oggi misteriosa, forse causata da una cometa esplosa ad alta quota.
[modifica] Scafo e mezzi ausiliari
Il mezzo di base si chiama 2S6, ed è uno dei 6 elementi che compongono il sistema. Un altro è l'autocarro portamunizioni 2F77M, ma esiste anche il veicolo manutenzione 1P10M, il similare 2B110-1, il 2B110 per la manutenzione, e il veicolo di prova 9B921.
Il mezzo contraereo vero e proprio, ovviamente, attira il maggiore interesse. Esso è un cingolato in lega leggera con chassis standardizzato GM-352M, con 6 ruote per cingolo, motore diesel da 522Kw, velocità di 65kmh. Esso ha un sistema di generazione per l'elettricità con turbinetta APU per erogare energia anche durante le soste, senza accendere il motore principale. Ovviamente, dato il ruolo, il veicolo ha bisogno di tenere accesi gli apparati in maniera continuativa, evitando consumi di carburante eccessivi.
Nello scafo esiste anche un sistema di navigazione inerziale, un apparato di riscaldamento per climatizzare fino alle temperature di -50 gradi, un apparato di protezione NBC GO-27NC, e altre attrezzature.
[modifica] Torretta
Ovviamente, per un mezzo contraereo la vera parte difficile da realizzare è la torretta, che deve ospitare i sensori, le armi e l'equipaggio, sistemati in maniera tale da non ostacolarsi e disturbarsi a vicenda. A maggior ragione se si considera che in questo caso esistono ben 2 tipi diversi di armi, 2 radar, un sistema optronico per il controllo del fuoco, tutti con le loro peculiarità, e tutti concentrati nei pochi metri cubi della torre e nelle sue immediate vicinanze, sopra, ai lati e davanti. La torretta ha un nome proprio, 2A40M. Essa è un basso parallelepipedo metallico, ripiena e circondata di attrezzature e armi. In essa vi è posto per 3 dei 4 uomini di equipaggio.
Il capocarro ha una piccola cupola di osservazione, 3 consolles, la PUIM -controllo computer di bordo 1A26M-, la OK1M, per radar e IFF, la PK per le armi. Vi è anche un interfono, un pannello per la radio V-173 da 30-76MHZ, un mouse di puntamento.
L'operatore radar ha un apparato di controllo che verte su 3 consolles, la SI2M per i test funzionali, la SI1M per selezione di modalità operative e la SU5M per altri compiti operativi.
Il cannoniere ha un congegno ottico di mira stabilizzato 1A29M, e 2 consolles, la PN per i cannoni e la PP per i missili e il sistema NBC.
[modifica] Armi:cannoni
Il mezzo è dotato di un formidabile armamento, sia di missili che di cannoni. Sebbene le raffigurazioni americane della metà anni '80 lo rappresentassero come un veicolo di tipo convenzionale, armato con due cannoni singoli da 30mm, per una volta almeno le sempre allarmanti valutazioni della CIA sul potenziale sovietico si sono dimostrate inferiori alla realtà. Infatti, la dotazione comprende due cannoni bicanna da 30 mm del tipo 2A38M con 1900 colpi totali, e otto (inizialmente 4) missili SA-19 da 8 km di raggio utile (gli ultimi ne hanno 12).
I primi sono armi bicanna, raffeddate ad aria; hanno un misuratore di velocità all'uscita di una delle canne, mentre la cadenza arriva a 2500 colpi al minuto per ciascuna delle due armi, che sono sistemate sui fianchi della torre onde lasciare spazio agli apparati elettronici. Si tratta del tipo di funzionamento GAST, già applicato al GSh-23 aereonautico, e in seguito replicato con un bicanna da 30mm destinato ai Mi-24 e ai Su-25 (originariamente si era pensato che fosse il 23mm, ma tale calibro era reputato troppo leggero dai sovietici, per penetrare i carri armati occidentali, sia pure sparando ai fianchi).
In tale principio di funzionamento una delle canne inizia l'azione di fuoco con un colpo in canna, dando inizio alla reazione, tramite un meccanismo simile all'albero di un pistone, che comporta il cameramento e lo sparo da parte dell'altra canna, raggiungendo istantaneamente alte cadenze di tiro, non molto inferiori a quelle dei cannoni a canne rotanti Gatling, e senza il tempuscolo d0accelerazione che li affligge. L'arma spara quindi a canne alternate, è compatta e ragionevolmente leggera. In alternativa, per il peso che richiede, potrebbe essere sostituita da un paio di cannoni monocanna, ma essi presenterebbero il problema aggiuntivo di un'alimentazione più complessa.
La procedura standard è di sparare raffiche di 1-3 secondi, i proiettili sono perforanti (non decalibrati, almeno nei modelli iniziali), o HE con congegno di autodistruzione a 4000m. di distanza (via timer). Essi sono azionabili tanto dal capocarro che dal cannoniere.
[modifica] Armi: missili
I missili sono gli 9M311(SA-19 Grison per la NATO), sistemati appena dietro i cannoni, poggiati sullo stesso braccio elevabile. Essi hanno una velocità di Mach 3, con una gittata tra i 1500 e gli 8000m., testata da 9 kg e peso al lancio di circa 42 kg, con struttura bistadio e razzo acceleratore sganciabile. Questo li rende molto prestanti rispetto alla massa, perché possono sbarazzarsi del peso morto del motore appena questo li ha accelerati alla massima velocità.
La guida è radiocomandata, non laserguidata. La spoletta è laser con sensibilità entro i 5 metri. Il lanciamissili è dato da un tubo di lancio sigillato, con il quale raggiunge i 57kg. La massima velocità assicurata perché un bersaglio sia ingaggiato, è di 500 m/s, mentre la velocità media del missile è di 600 m/s. Si tratta in pratica dell'equivalente terrestre del sistema Kasthan navale, che però ha cannoni gatling a sei canne (10000 colpi al minuto)al posto dei due bicanna del Tunguska. I modelli più recenti hanno una gittata incrementata a 12km.
[modifica] Sitemi elettronici
Un tale apparato non sarebbe utile senza la presenza di sensori all'altezza della situazione. Esiste un complesso di controllo del tiro con radar di ricerca 1P144M, in codice NATO Hot Shot, con un doppio radar acquisizione e computer digitale, oltre al designatore laser per la guida dei missili e sistemi ottici.
Il radar di ricerca ha una portata di 18km, IFF incorporato, capacità di rotazione sui 360 gradi, banda E. L'unità di inseguimento ha una portata di 13km , banda J d è sistemata sul davanti della torretta. Abbinato al computer di bordo 1A26M, l'apparato consente elevate possibilità di inquadrare e distruggere ogni tipo di bersaglio aereo. Le modalità di funzionamento principali sono 5, che vanno dall'ingaggio totalmente automatico con la scelta dell'armamento delegata all'equipaggio, all'impiego del sistema ottico per ovviare a guasti, disturbo elettronico, o semplicemtente per inquadrare bersagli a terra.
[modifica] Servizio
Il Tunguska è entrato in servizio negli ultimi anni '80, prodotto in quantità dell'ordine dei 100 sistemi all'anno. Esso è molto più grosso e costoso dello Shilka e non ha certo avuto lo stesso successo commerciale, anche perché è arrivato alla fine della Guerra fredda. Nondimeno, ha accumulato vari ordini dall'estero, come quelli passati dall'India e dal Perù, e anche esperienza di guerra in Cecenia.
Infatti, come gli altri sistemi sovietici d'artiglieria contraerea ha anche una funzione di appoggio al suolo contro truppe leggere e team anticarro, anche se ha una leggera blindatura (il migliore era lo ZSU-57-2, che però aveva la torre scoperta).
In definitiva, mentre vengono a tutt'oggi proposte migliorie per rendere ancora più efficace questo sistema d'arma, esso, con la potenza garantita dai cannoni, missili iperveloci e l'attrezzatura elettronica di bordo, è correntemente considerato il più efficace sistema contraereo semovente a livello mondiale. Certamente, i sovietici avevano preso delle opportune precauzioni contro gli elicotteri AH-1, AH-64 e gli aerei tattici come gli A-10 Thunderbolt, la cui armatura, efficace contro le armi da 23mm, non lo era più contro i nuovi cannoni da 30mm. La cadenza di tiro, oltre 5000 colpi-minuto, supera anche quello del ZSU-23-4, nonostante che la gittata (3-4km) e il peso delle munizioni siano il doppio. A questo si aggiunga che il Gepard non supera i 1100c.min, con le armi da 35/90mm. I cannoni da soli sono efficaci a sufficienza, ma i missili (NB utilizzabili solo con buone condizioni di visibilità, in quanto dotati di sistema ottico senza camera termica) sono delle armi formidabili a loro volta, e la combinazione è davvero, per opinione comune, formidabile.
Alla fine degli anni '90, il 2S6, batteria completa di 6 mezzi, 6 autocarri rifornimento, 4 veicoli supporto, costituiva il sistema Tunguska, e all'export veniva offerta a circa 60 milioni di dollari. Molto costoso rispetto alle realizzazioni precedenti, questo sistema antiaereo ha rappresentato in ogni caso il non plus ultra della difesa aerea a corta gittata.
[modifica] Tunguska vs Otomatic
Questi 2 sistemi sono entrambi stati studiati come semoventi antiaerei di 3a generazione, perché apparsi quasi contemporaneamente e perché l'obiettivo è stato quello di raggiungere gittate maggiori, onde contrastare i velivoli di elevate caratteristiche, in special modo gli elicotteri con missili a lunga gittata, prima ancora che lanciassero le loro armi.
L'OTOMAT, più pesante, ha alcune caratteristiche d'interesse, come una robusta corazzatura protettiva, insolita per un semovente 'di seconda linea', un cannone capace di operare anche in funzione controcarro con granate APDSFS sufficienti per minacciare non solo veicoli corazzati leggeri, ma anche i carri nemici, eccetto che la protezione frontale dei mezzi di ultima generazione. Entro certi limiti, ha capacità anche come sistema di difesa costiera e come semovente d'artiglieria. Esso si basa poi su di un'arma che è estremamente diffusa a livello mondiale, anche se nel settore navale e non in quello terrestre.
Anche il sistema italiano ha 2 radar, uno per la ricerca e uno per il tiro, oltre a sistemi ottici vari e anche armi per la difesa vicina, come lanciagranate e una mtg. da 7,62mm in torretta.
Per giunta, la torre sarebbe stata adattabile, oltre allo scafo del semovente Palmaria o quello del carro OF-40, anche ad altri tipi di carri armati.
Il Tunguska, concettualmente più avanzato, manca di sicuro di molte di queste qualità, ma è anche vero che le sue armi hanno una gittata utile maggiore, 8km contro 6-7, e una maggiore efficacia (cannoni) a corto raggio, per cui, per il compito specifico contro gli aerei, ha una capacità migliore, anche se né i cannoni né i missili che possiede possono intervenire alle quote massime di cui è capace il pezzo da 76mm.
Dal momento che uno dei sistemi è entrato in servizio e l'altro no, è difficile dire se l'OTOMAT, altrettanto costoso e potente, avrebbe avuto un'efficacia analoga a quella del mezzo russo, ma di fatto i sovietici, nonostante la disponibilità di armi automatiche potenti da 57 e 76mm (sono stati i primi a schierare dei cannoni da 76 super-rapidi, 2+ colpi al secondo), hanno lasciato perdere una piattaforma solamente artiglieresca e hanno preferito un sistema combinato. Se non altro, il peso, 34t. vs 46, ne ha beneficiato, ma verosimilmente la valutazione preliminare deve aver loro mostrato che il cannone antiaereo, da solo, era assai superato, e incapace di difendere dagli attacchi aerei in maniera altrettanto valida alle lunghe e alle brevi distanze. Questa prova, solamente induttiva, vede dunque privilegiato il sistema Tunguska rispetto al concetto di un eventuale 'Otomaticovsky'.
Lo stesso è successo con il sistema Kasthan navale. L?assenza di clienti sia esteri che interni per l'OTOMATIC ha reso sostanzialmente accademico questo confronto, ma la mancanza di interesse concreto verso questo sistema italiano è un dato di fatto, probabilmente indicante che l'epoca del cannone di medio calibro come arma da difesa aerea, per quanto capace possa essere, è, nella valutazione degli eserciti moderni, definitivamente (a torto o a ragione) tramontata. Del resto, sono disponibili missili da 5-6km di gittata di tipo portatile o quantomeno spallegiabile, e addirittura armi leggermente più grandi (l'ADATS) con doppio ruolo antiaereo/anticarro su distanze di 6-8km, trasportabili con un mezzo corazzato da 10t. Forse anche per questo, sistemi complessi e pesanti come l'OTOMATIC non hanno convinto, specialmente non avendo un cliente di lancio nazionale.