Alessandro Peroni
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Alessandro Peroni (Mondavio, 13 ottobre 1874 - Milano, 9 aprile 1964)
[modifica] Biografia
[modifica] L'infanzia
Alessandro Peroni nacque a Mondavio martedì 13 ottobre 1874, alle sei del pomeriggio. La casa di proprietà della famiglia Peroni, nella quale Alessandro vide la luce, si affacciava sulla piazza Vittorio Emanuele, all'angolo col vicolo del Teatro Apollo (oggi Vicolo Pasqualucci) sul quale si apriva l'ingresso, al civico numero 68. I Peroni abitavano questa casa da alcune generazioni, e la chiamavano, con uno scherzoso appellativo, “il cinque di coppe” per l'inconsueta disposizione delle finestre che davano sulla piazza. Al piano stradale ospitava l'ufficio postale, al quale si accedeva però da un ingresso situato nell'adiacente palazzo della famiglia Rossi.In una foto del 1898 è ritratto, in piedi sulla porta dell'ufficio, Filippo Peroni, il padre di Alessandro, che di quell'ufficio postale aveva responsabilità di reggente. Filippo era sposato con Filomena Leoni di Staffolo e la nascita di Alessandro era il terzo lieto evento della famiglia, dopo quelli di Vincenzo(che alla nascita del nuovo fratellino aveva cinque anni) e di Annunziata, che ne aveva due. La famiglia crescerà poi ancora, quattro anni dopo, con la nascita del terzo figlio maschio, Luigi. Purtroppo però, nel 1887, Annunziata morirà a soli quindici anni, in seguito ad una malattia che all'epoca era ancora incurabile. Alessandro fu battezzato il giorno dopo la nascita dall'arciprete Benedetto Forchielli nella collegiata di San Pietro e Paterniano: fu tenuto a battesimo da Anna Sorchiotti e Luigi Bargnesi e gli furono imposti i nomi di Alessandro, Leopoldo, Giuseppe e Gaspare. Questo corredo di nomi di una certa imponenza non gli risparmiò, tuttavia, la consuetudine di essere chiamato da tutti i familiari con il nomignolo di “Sandrìn”, che conservò fino a tarda età e che non gli dispiaceva, dato che così lui stesso era solito firmarsi nella corrispondenza con gli intimi. Forse Alessandro non si può definire propriamente un figlio d'arte: ma è vero che in casa Peroni aleggiava una certa musicalità: si raccontava in famiglia che un prozio di Filippo, Carlo, era stato un valente violoncellista nella seconda metà del 1700, e lo stesso papà Filippo si dilettava validamente col flauto traverso. La mamma Filomena, da parte sua, cantava con bella voce accompagnandosi al piano. Le occasioni nelle quali i genitori suonavano, anche esibendosi di fronte a ristretti gruppi dia mici, non erano infrequenti nel salotto di casa, dove Filomena collezionava successi, oltre che per il canto, anche per un celebrato rosolio fatto in casa. Il piccolo Alessandro rivelò ben presto le sue attitudini musicali, e passava volentieri gran parte del suo tempo libero al pianoforte di casa, o a strimpellare con infantile fantasia sui due organi settecenteschi del paese. Il padre gli insegnò i primi rudimenti di flauto, affidando alle sue mani di bimbo il piccolo ottavino: con quello strumentino, all'età di sei anni, Alessandro si esibì nel teatrino parrocchiale di Mondavio, suonando in piedi su una sedia, vestito da pastorello, un motivetto popolare che poi riprese, in età avanzata, per trarne 22 variazioni per orchestra.
[modifica] Gli studi
Vista la sua passione per la musica, quando ebbe terminate le scuole elementari, i genitori lo iscrissero al Liceo musicale Rossini di Pesaro, che era nato da soli tre anni per volontà testamentaria del grande compositore pesarese e la cui guida era stata affidata a quel competente, coscienzioso ed instancabile maestro che era Carlo Pedrotti. Alessandro superò agevolmente l'esame di ammissione ed iniziò così, con l'anno scolastico 1885-1886, la sua avventura musicale. Il Liceo musicale era allora localizzato presso l'ex convento dei padri Filippini, in Via Petrucci. Una sede provvisoria, con aule anguste e inadatte al compito che il nuovo istituto si era prefissato e dall'affluenza di allievi che aveva superato le più ottimistiche previsioni. Ma se le strutture lasciavano a desiderare, Alessandro ebbe la fortuna di crescere alla scuola di insigni musicisti: con i professori Pedrotti, Petrali e Vanbianchi studiò composizione; con Grilli, Petrali e Vitali pianoforte; con Ferrari frequentò il corso di canto; con Aldrovandi e Frontali quello di violino. Ben presto si rivelò uno dei migliori allievi della scuola, meritandosi numerosi premi scolastici, una borsa di studio, l'incarico di maestrino ed il premio Bodojra, uno speciale premio in denaro che veniva assegnato ogni anno all'alunno di composizione che avesse conseguito il miglior risultato musicando un componimento poetico che esprimesse gratitudine ed omaggio al divino Rossini. Naturalmente, gli echi della sua promettente carriera giungevano fino alla terra natìa dove, nella frazione mondaviese di Sant'Andrea di Suasa, si lavorava per allestire una festa che vi si celebra ogni 25 anni. Alessandro, benché non ancora diplomato, fu chiamato a collaborare, assumendo la direzione dell amanifestazione musicale prevista nell'ambito della festa stessa. Lui lo fece con tutto l'entusiasmo giovanile e l'innata capacità organizzativa, avvalendosi di artisti di particolare valore come il tenore Comandini della Cappella Sistina, i professori Aldrovandi, Calestani e Oliva del Liceo pesarese e l'eccellente violinista Sartini di Ostra.
[modifica] Le prime opere
Nel 1894 Alessandro - a meno di 20 anni di età - si diplomò in Composizione e subito mise a frutto gli insegnamenti ricevuti creando le prime opere giovanili per orchestra: Serenatella e Danza campestre. Con la collaborazione del letterato Gaetano Gigli, cugino della madre, che gli compose i testi, musicò un'operina in un atto dal titolo scherzoso: Il maestro di Cavallara, ambientato nella minuscola frazioncina di Mondavio che porta quel nome. L'anno successivo Alessandro si diplomò in pianoforte. In quello stesso anno fu chiamato ad Ancona e Perugia per prendere parte alle stagioni musicali di quei due capoluoghi in veste di “Capo dei secondi violini” dell'orchestra, pur non avendone ancora conseguito il diploma. Fu proprio Perugia a dargli gli esordi pubblici come compositore e pianista, sia in audizioni private che di fronte al pubblico, in occasione delle quali riscosse vivi apprezzamenti, tanto come compositore che come esecutore. I lusinghieri riscontri ottenuti gli diedero la possibilità di vedere rappresentata la sua operina “Ilmaestro di Cavallara” al teatro Pavone di Perugia, e in quella circostanza la locale “Società Orchestrale” volle nominarlo suo Socio Benemerito. Molti anni più tardi, nel 1924, quell'operina sarà ripresa dal teatro “dei piccoli” del celebre burattinaio Podrecca per una serie di rappresentazioni in Roma.
[modifica] I corpi bandistici
Nel 1895 Alessandro si diplomò in pianoforte ed iniziò a concorrere per i posti di direttore di scuole musicali e corpi bandistici. Fra i diversi vinti, scelse San Vito al Tagliamento, dove si trasferì per assumere gli incarichi di direttore del locale Istituto Filarmonico e della Banda cittadina. Fu nell'agosto di quello stesso 1895 che condusse quella Banda al Concorso di Udine, facendole ottenere, nella categoria più elevata, il secondo premio e la medaglia d'argento della Pubblica Istruzione.
L'anno successivo, nel 1896, Alessandro si diplomò in “Istrumentazione per banda” e vinse a Gallarate il concorso per la direzione del Corpo musicale denominato “La libertà”. In realtà si trattava di un'istituzione musicale appena abbozzata sulla carta, priva di musicisti e di programmi: lui si mise subito all'opera con entusiasmo e intelligenza, facendola in breve tempo salire agli alti onori musicali, conquistando primi e secondi premi in prestigiosi concorsi. Alla musica per banda Alessandro si dedicò sempre con grande amore, passione e competenza. Molti suoi brani per complessi bandistici furono pubblicati a cura della casa musicale Ricordi e ancora oggi sono presenti nei repertori di prestigiosi gruppi internazionali. Nel Concorso regionale bandistico di Varese del 1901, il regolamento richiedeva che ogni gruppopartecipante si producesse nell'esecuzione della famosa Marcia Trionfale dell'Aida di Verdi, con la condizione che la stessa fosse stata trascritta dal maestro stesso della banda. Alessandro si mise all'opera e presentò la propria trascrizione alla commissione giudicatrice. L'esecuzione che ne seguì procurò al gruppo da lui diretto il primo premio e lusinghieri consensi da partedella stampa specializzata, oltre ad una medaglia d'argento con diploma d'onore per lui.
La trascrizione per banda della Marcia Trionfale dell'Aida creata da Alessandro Peroni è ancora oggi utilizzata da prestigiosi gruppi bandistici. A Gallarate Alessandro si feceapprezzare anche come direttore d'orchestra, concertando e dirigendo nel teatro detto “Condominio” le opere: Favorita, Gioconda, Bohéme e Carmen. Fu a Gallarate che Alessandro conobbe Ida, colei che nel 1902 sarebbe diventata la sua inseparabile consorte.
[modifica] La collaborazione con Gaetano Gigli
Non possiamo non menzionare in questa occasione Gaetano Gigli, letterato nato a Mondavio il 22 maggio 1872. Gaetano era cugino della madre di Alessandro Peroni. Studiò a Roma, laureandosi in lettere presso l'istituto Visconti e frequentando la Scuola Italiana di Archeologia. Visse molti anni a Napoli, dove insegnò latino e greco in istituti superiori. Pubblicò diversi scritti filologici e sull'archeologia e compose testi e libretti destinati ad opere musicali: fra gli altri qui ricordiamo una Cantata in onore di Gioacchino Rossini (Pesaro 1894) e i libretti d'opera: Suor Filomena e Passa l'amore, composti per il Maestro Mario Vitali; Il Maestro di Cavallara, La beffa ovvero I Proci ed Il signore del pigiama, operette musicate da Alessandro Peroni, oltre a testi di romanze e canzoni di quest'ultimo, fra i quali ci sembra appropriato leggere quello della canzone “Rondine bella”:
[modifica] L'esperienza bresciana
Subito dopo il matrimonio, Alessandro e Ida si trasferirono a Brescia, dove lui aveva vinto un difficilissimo concorso per la copertura del posto di direttore della Banda municipale, direttore del canto corale nelle scuole elementari e professore di pianoforte e armonia presso l'istituto Venturi. A Brescia riscosse lusinghieri successi, sia come compositore che come pianista. In occasione di una serata nella sala del Ridotto del Teatro Grande gli fu offerta dalla Direzione dei Concerti una medaglia d'oro con attestato di benemerenza. A Brescia nacquero i primi due figli di Ida e Alessandro: Lucia nel 1903 e Leonardo nel 1905.
[modifica] L'esperienza ferrarese
In seguito Alessandro vinse il concorso per la direzione dell'istituto musicale “Frescobaldi” di Ferrara, città nella quale la sua famiglia si trasferì per restare fino al 1910 e dove nacque il terzo figlio, Lorenzo. A Ferrara, oltre a diplomarsi in Canto corale, insegnò pianoforte, armonia ed istrumentazione per banda, e raccolse numerosi consensi di pubblico e critica per i concerti tenuti in proprio e con il “Trio ferrarese”.
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«Il Peroni si rivelò pianista eccezionale per la tecnica e il sentimento. »
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(da "La Provincia di Ferrara", aprile 1906)
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[modifica] IL ritorno a Pesaro
Quando decise di lasciare Ferrara, chiamato dal prestigioso Liceo musicale Rossini di Pesaro, la Presidenza dell'istituto ferrarese gli indirizzò una lettera affettuosa e riconoscente.
Così ebbe inizio, nel 1910, il periodo pesarese di Alessandro Peroni. Un ritorno a casa, potremmo dire, che professionalmente durò fino al 1940, anno in cui - raggiunta l'età massima pensionabile - chiese di essere posto a riposo per dedicarsi alle proprie composizioni. A Pesaro prese dimora in una villetta situata sulle prime propaggini del colle San Bartolo, proprio sopra la vecchia “Piazza d'armi”, poi Baia Flaminia, con una splendida vista sul mare e sulla città. La casa ed il terreno furono acquistati da Alessandro dalla marchesa Heléne De Toulongeon, abitante a Rimini e grande appassionata di musica. Al Liceo musicale, allora diretto dal Maestro Amilcare Zanella, fu titolare delle cattedre di Composizione, Istrumentazione per banda, Pianoforte principale, Armonia principale, Cultura musicale generale e Contrappunto e Fuga. Negli ultimi anni ebbe anche l'incarico di Vice direttore. Allo stesso tempo Alessandro fu chiamato a ricoprire il ruolo di direttore della “Biblioteca dei Corpidi musica” presso la Casa musicale Ricordi di Milano, incarico che svolse con passione e competenza per molti anni.
Dal 1915 Alessandro cominciò a frequentare la villa Des Vergers a Rimini, nella quale l'anziana marchesa Helene des Vergers (vedova De Toulongeon) era solita tenere i suoi pomeriggi musicali. A quei piacevoli convegni ella chiamava i maggiori musicisti presenti in zona, che si esibivano in prestigiose performances vocali e strumentali. Fra i tanti nomi illustri che vi parteciparono ricordiamo il Gandino, Enrico Toselli, la cantante Gea Della Garisenda, il Visconte Guido di Modrone ma anche Pietro Mascagni e Ruggero Leoncavallo. Fra tutti costoro anche Alessandro Peroni, che spesso si esibiva al piano del salotto da musica con grande virtuosismo, e dove, appartatosi nel sontuoso parco o in un ambiente appositamente messogli a disposizione dalla magnanima marchesa, compose diversi pezzi, alcuni dei quali volle espressamente dedicare alla squisita ospite.
[modifica] Helene des Vergers
Heléne de Toulongeon era figlia del Marchese Adolphe Des Vergers, nata probabilmente nel 1839 dal secondo matrimonio del padre con Emma Firmin-Didot. Il 25 giugno 1864 (all'età di 24-25 anni) si era sposata con il Conte Hippolyte-Alexandre-Pul-Léonel de Toulongeon, ufficiale della Legion d'onore, deputato al corpo legislativo, fratello cadetto di quel marchese Edmond che era generale dello stato maggiore e aiutante in campo dell'Imperatore Napoleone. Nel 1868, dopo soli quattro anni di matrimonio, all'età di soli 28-29 anni, resta vedova con un figlio, André. Questi morirà a Parigi nel 1910, senza lasciare eredi. Di lì a poco morirà anche Gaston, il fratello di Helene, anche lui senza figli, estinguendo la dinastia. Dopo la morte di Gaston, Helene si dedica alla sua maggiore passione: la musica, e invita in villa i maggiori musicisti presenti in zona per appassionanti pomeriggi e serate musicali. Morì presumibilmente nel 1934. Non essendovi eredi, la villa di Rimini venne acquistata dal principe Mario Ruspoli e successivamente da Attilio Castiglioni e da Luigi Annibali e Piero Reggini. Ora è sede sontuosa e favolosa cornice per importanti convegni ed eventi di alto livello.
[modifica] L'esperienza cagliaritana
Nel 1921, ancora in servizio presso il Liceo Rossini di Pesaro, fu offerto ad Alessandro il posto di insegnante di pianoforte e composizione a Cagliari: si trattava di una offerta interessante, tanto che Alessandro chiese ed ottenne l'aspettativa dal liceo Rossini e si trasferì in Sardegna, per fondare nel capoluogo il nuovo Civico Istituto Musicale (oggi Conservatorio) ed esercitare l'insegnamento di pianoforte e composizione. Fondò anche il Trio Cagliaritano, con il quale si esibì in fortunati concerti. Ma soltanto l'anno successivo dovette abbandonare Cagliari stretto dalle pressioni che l'Amministrazione del Liceo pesarese gli rivolgeva ed ancor più dalle preoccupanti condizioni di salute della moglie Ida.
[modifica] Di nuovo a Pesaro
Tornò a Pesaro, dove negli anni successivi fu solito anche frequentare il monastero di Fonte Avellana, nel quale amava ritirarsi per riposare, studiare e dedicarsi alle sue composizioni.
[modifica] Il periodo della guerra
Venne la tempesta della seconda guerra mondiale, e nel 1944, avvicinandosi troppo pericolosamente il fronte di combattimento, Alessandro lasciò Pesaro per trasferirsi con la famiglia a Santa Maria Maggiore di Novara. A posteriori possiamo dire che fu una decisione fortunata, perché la casa di Soria fu colpita dal bombardamento navale alleato del 1944, e fu così che la trovò il figlio Leonardo quando raggiunse Pesaro con un avventuroso viaggio. Purtroppo, però, in quello stesso anno gli venne a mancare la moglie Ida. Dopo quel triste evento, Alessandro risiedette a Gallarate fino al 1950, anno in cui col figlio Leonardo acquistò un doppio appartamento a Milano e vi si trasferì.
[modifica] Gli ultimi anni
Negli ultimi anni della sua lunga vita Alessandro ritornò spesso a Pesaro per ritrovare i suoi luoghi cari ed i fratelli Luigi e Vincenzo. Durante l'estate era solito occupare insieme ai suoi cari la casa di Soria alta, che nel frattempo era stata ricostruita sul modello della precedente. Fu nell'autunno del 1955, in particolare, che Alessandro volle dedicare un soggiorno pesarese ad un itinerario caro alla sua memoria. Accompagnato dal figlio Leonardo, dal nipote Sergio e da Mario, figlio del fratello Vincenzo, ritrovò le vecchie vie della gioventù e i luoghi della maturità professionale. Con il piacere che può provare un uomo dotato di sensibilità artistica e di grande umanità, rivide il conservatorio Rossini e le vecchie strade del centro tante volte percorse a piedi per recarsi a far lezione; si spinse fino alla cara Fonte Avellana, monastero nel quale aveva amato ritirarsi per riposare, studiare e comporre; ma soprattutto rivide la sua Mondavio, concedendosi a lei incondizionatamente e senza fretta, cercando di riassaporarne l'atmosfera, gli odori... ed anche i sapori, a giudicare dall'entusiastico commento della sua mano ormai tremolante sul retro di una foto. Quando mancò, nove anni dopo, il 9 aprile del 1964 all'età di quasi novant'anni, Mondavio non aveva dimenticato il suo musicista: la notizia fu riportata dalla stampa locale e successivamente ad Alessandro furono intitolate la banda musicale cittadina ed una via.
[modifica] Composizioni
Alessandro Peroni ha lasciato una discreta produzione musicale: oltre 250 composizioni originali, molte delle quali pubblicate. Tutto il materiale, composto da manoscritti originali autografi, copie e spartiti a stampa, fu donato dagli eredi alla Scuola comunale di musica di Mondavio, a lui intitolata.