Alessandro Serenelli
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Alessandro Serenelli (Paterno, 2 giugno 1882- Macerata, 6 maggio 1970) fu l'uomo che, nel 1902, uccise la giovane ragazza che sarebbe poi divenuta Santa Maria Goretti.
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[modifica] La storia
Serenelli nacque in una famiglia con 8 figli, nel giorno in cui morì Giuseppe Garibaldi, come egli soleva dire. Dopo alcuni anni la famiglia, trasferitasi nel Lazio, conobbe la famiglia Goretti, ovvero la famiglia della Santa.
[modifica] Le intenzioni dell'uomo
Subito dopo averla conosciuta, Alessandro si invaghisce di Maria, e più volte cerca di conquistarla, ma senza mai riuscirci. Da una testimonianza raccolta, si può ritrovare questa frase, pronunciata proprio dall'uomo prima del brutale avvenimento: "Dopo il secondo tentativo nella mia mente si formò più che mai il proposito di riuscire nello sfogo della mia passione e concepii anche l'idea di ucciderla se avesse continuato ad opporsi alle mie voglie."
[modifica] L'omicidio
Il 5 luglio 1902, dopo l'ennesimo rifiuto di Maria di acconsentire alla corte del giovane, Alessandro aggredisce selvaggiamente la ragazza con un punteruolo, ma senza provocarne la morte istantanea, che invece sopraggiungerà nel pomeriggio del giorno successivo, il 6 luglio 1902.
[modifica] Condanna e redenzione
Con il processo, Serenelli fu condannato ad una pena di 30 anni di carcere, che non scontò completamente. Uscì infatti dalla prigione nel 1929, avendone scontati 27. Il suo comportamento era profondamente mutato, aveva maturato infatti un fortissimo risentimento per ciò che aveva fatto, e nella notte di Natale del 1934 chiese perdono in ginocchio alla madre di Santa Maria Goretti, che acconsentì a perdonarlo, poiché sia sua figlia che Dio lo avevano già fatto.
[modifica] Vita monastica
Dopo questa straordinaria redenzione, l'uomo si ritirò in un convento di Padri Cappuccini, ove svolse per tutta la vita lavori e piccole commissioni per i frati. Morì il 16 maggio 1970, all'età di 84 anni, in un convento di Macerata.