Antonio del Pollaiolo
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Antonio del Pollaiolo o Antonio Benci (Firenze 17 gennaio 1429? - Roma, 4 febbraio 1498) fu discepolo di Domenico Veneziano, ma subì una forte influenza artistica da Donatello e da Andrea del Castagno.
Spaziò dalla pittura alla scultura all'oreficeria, esprimendo le arti come strumento per esternare il suo stile, che sovente minimizzava la rappresentazione in sé, per uscire prepotentemente.
La ricerca era sempre rivolta alla concezione di opere complete ed equilibrate, con un forte senso estetico e di movimento.
[modifica] Lo scultore
Nelle sue opere predilige il bronzo e non si rovlgerà mai al marmo. Resta un'unica terracotta certamente attribuitagli: si tratta un giovane guerriero, modello per un bronzo forse mai realizzato, caratterizzata da una vivace rappresentazione del mvimento.
Tra le opere più celebri, il gruppo di Ercole e Anteo, eseguito per Lorenzo il Magnifico. Le figure sono disposte su due archi contrapposti e spiccano per la forte gestualità e l'esasperazione dei movimenti. La resa dei dettagli anatomici, attraverso linee nette che quasi "scarnificano" il modello, fino ad individuare i tendini tesi per lo sforzo, indica la profonda conoscenza dell'anatomia umana.
Il monumento funebre per Sisto IV risale agli anni 1484-1493 e si trova a Roma, nelle Grotte vaticane: anche quest'opera è raelizzata in bronzo, che dimostra l'altissima qualità di cesello raggiunta dallo scultore.
Il Papa è circondato da stemmi e da simboli delle virtù, mentre sul basamento trovano posto le arti liberali, tra cui spicca la Prospettiva, musa del Rinascimento.
Il monumento a Innocenzo VIII, situato anch'esso nelle Grotte vaticane, è l'ultima opera eseguita a Roma ed è stata fortemente rimaneggiata. Per la prima volta in un monumento funebre il defunto viene rappresentato da vivo.
[modifica] Il pittore
Contemporaneamente all'attività di scultore affianca quella di pittore, che manifesta il bisogno dell'artista di spaziare in diversi campi e con diverse tecniche, alla base delle quali resta il disegno.
Il primo dipinto conosciuto è l'Assunzione di Santa Maria Egiziaca, del 1457 circa. Il suo interesse verso la mitologia lo porta a realizzare le Fatiche di Ercole, in tre tele perdute, e Apollo e Dafne.
Viene ricordato anche per i freschissimi ritratti di Giovani gentildonne, quasi tutte anonime.
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