Aposematismo
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L'aposematismo è la colorazione di una parte più o meno estesa del corpo di un animale a fini di avvertimento contro possibili predatori.
Gli animali che utilizzano colori aposematici sono tossici o velenosi, oppure hanno semplicemente un sapore sgradevole, per le specie che potrebbero utilizzarli come nutrimento.
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[modifica] Funzione e scopo dell'aposematismo
I colori vistosi sarebbero un modo di ricordare ai possibili predatori delle conseguenze dell'ingestione, o anche solo di un assaggio, dell'animale aposematico, con conseguente effetto deterrente. La colorazione avrebbe quindi il vantaggio di allontanare il predatore ancora prima che incominci il suo attacco, con evidente beneficio della preda per la quale, a volte, anche un semplice morso potrebbe essere fatale.
L'aposematismo non si affida alla memoria genetica delle specie di predatori, quanto piuttosto alla memoria individuale dei singoli animali; a riprova ne è il fatto che molte creature aposematiche, una volta individuate da un predatore, ostentano visibilità e lentezza di movimenti. Si ritiene che questo comportamento serva a fornire un forte stimolo visivo al predatore, così da favorire il ricordo di eventuali passate esperienze (negative) con animali della stessa specie aposematica (o anche della stessa colorazione).
[modifica] Principali colori aposematici
Si è osservato [1] che i colori aposematici utilizzati dalle varie specie sono molto pochi: i colori principali sono il giallo, il rosso, l'arancio e l'azzurro, in genere collocati su uno sfondo tale da esaltare il contrasto: lo sfondo può essere nero o bianco, oppure un altro dei colori aposematici. Accostamenti particolarmente diffusi sono il rosso e il nero, e, ancora di più, il giallo e il nero.
Spesso i colori si concentrano in zone particolarmente vulnerabili o attaccabili dai predatori (per esempio il ventre delle salamandre), oppure diventano più o meno vividi ed evidenti in funzione di determinati fattori ambientali (come la temperatura).
Le combinazioni di colori sono spesso analoghe su molte specie aposematiche non imparentate tra loro (Mimetismo mulleriano). Spesso, per specie simili o imparentate, oltre ai colori anche le forme diventano analoghe. Si ritiene che questo stratagemma possa facilitare la sopravvivenza delle specie aposematiche, che possono così contare sul precedente "addestramento" del predatore da parte di altre specie aposematiche che usano i loro stessi colori.
[modifica] Esempi di creature Aposematiche
Non sono noti esempi di aposematismo nel regno vegetale in cui, del resto, i danni a specie velenose provocate da predatori inesperti possono essere riparati molto più facilmente rispetto a quanto si verifica negli animali.
L'aposematismo è invece ampiamente diffuso nel regno animale; tra gli esempi più comuni ricordiamo:
- Tra i gasteropodi numerose specie di nudibranchi;
- Tra gli insetti: l'ape, la vespa, la coccinella, le farfalle zigene e quelle callimorfe. Inoltre i bruchi di diverse specie fanno uso di colori aposematici.
- Tra i ragni: la malmignatta
- Tra i pesci: gli scorfani e i pesci chirurgo;
- Tra gli anfibi sono aposematiche numerosissime specie di rane tropicali (tra cui le cosiddette "arrow frog", usate dagli indigeni per avvelenare le loro frecce) e di salamandre (tra cui la nota salamandra comune di colore giallo/nero);
- Tra i rettili: il temuto serpente corallo;
- Tra i mammiferi: la moffetta americana dal ben noto colore bianco e nero;
[modifica] Origine del nome
Il termine aposematismo fu coniato da Edward Poulton nel suo saggio del 1890 The colours of Animals; in questo libro Poulton elaborò i fondamenti della teoria dell'aposemia, ma le sue idee non godettero di molto credito per diversi decenni.
La teoria aposematica fu brevemente riscoperta negli anni Trenta da alcuni ricercatori tedeschi, ma è solo con l'inizio degli anni novanta che l'aposematismo è divenuto una delle branche più promettenti delle discipline che studiano la comunicazione animale.
[modifica] Aposematismo e mimetismo
Collegato all'aposematismo è il fenomeno del mimetismo batesiano [2]; una specie animale innocua e inerme di fronte a predatori sfrutta la sua somiglianza con una specie aposematica che vive nello stesso territorio, arrivando a imitarne colorazione e comportamenti. In questo modo nella mente dei predatori la specie batesiana viene associata a quella aposematica e quindi aumenta le proprie possibilità di sopravvivenza.
Condizione necessaria per lo sviluppo del mimetismo batesiano è che la specie inerme condivida lo stesso tipo di predatori di quella aposematica. È stato inoltre osservato che le specie batesiane sono meno numerose e vivono meno a lungo di quelle aposematiche che occupano lo stesso ambiente. Si ritiene che anche questa sia una stategia sviluppata dagli animali batesiani per ridurre statisticamente le probabilità di essere mangiati per sbaglio da predatori inesperti.
[modifica] Bibliografia
- ↑ [citazione necessaria] Fritz Muller, 1878
- ↑ [citazione necessaria] Henry Bates, 1862