Avurie
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Avurie, è una credenza popolare molto diffusa nella provincia di Taranto.
Si tratta di un folletto che appare di notte assumendo le sembianze di un gatto con un cappello, e si posa sul petto del malcapitato dormiente, paralizzandolo e togliendogli il respiro. La tradizione vuole che se si ha la prontezza di strappare il cappello all'Avurie, lo si renderà schiavo e lo si potrà costringere a rivelare il nascondiglio di un tesoro nascosto. Uno dei metodi più originali per allontanarlo, è quello di sedersi sul wc con del cacio e del pane prima di andare a dormire, e di recitare questo esorcismo con lo scopo di disgustarlo:
«Vurie Vurie me de chese, viene a mangé che mé pene e kese» («Avurie Avurie di casa mia, vieni a mangiare con me pane e cacio»).
Si dice anche che l'Avurie tagli le trecce delle ragazze, o leghi in modo indistricabile le criniere dei cavalli. Da un punto di vista medico, sembra che la credenza nasca dalla Sindrome della morte in culla, che colpiva i neonati facendoli morire con dei segni in corrispondenza dei polmoni.
Sono notevoli le analogie tra queste leggende ed il terzo episodio del film "L'occhio del gatto", tratto dal libro "A volte ritornanto" dello scrittore Stephen King, in cui un Goblin esce di notte da un muro per togliere il respiro ad una bambina.
Anche il pittore svizzero Johann Heinrich Füssli nel quadro Incubo("The Nightmare") (1781 - Olio su tela, 101 x 127 cm - Institute of Fine Arts di Detroit), sembra essersi ispirato a queste antiche credenze popolari.