Basilica di Santa Maria in Cosmedin
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Santa Maria in Cosmedin (lat. Sanctae Mariae in Cosmedin) si trova in Piazza Bocca della Verità a Roma.
[modifica] Cenni storici
La chiesa, eretta nel VI secolo, dove sorgeva la Statio annonae che gestiva la distribuzione di cibo al popolo romano e il più antico Tempio di Ercole Pompeiano, fu donata da papa Adriano I ad una colonia di monaci greci, sfuggiti alle persecuzioni degli iconoclasti, e stabilitisi su queste riva del Tevere, nota come Ripa Greca, perché qui si era insediata la comunità greca.
Inizialmente i monaci greci battezzarono la chiesa Santa Maria in Schola Greca ma già a partire dai primi dell'800 era nota come Santa Maria in Cosmedin, dalla parola greca kosmidion (ornamento), per via delle splendide decorazioni con cui fu abbellita la chiesa tra il 772 e il 795, per volere di papa Adriano I.
Durante il pontificato di papa Niccolò I (858-867) alla chiesa furono aggiunti una sagrestia, l'oratorio e una residenza diaconale; papa Gelasio II nel 1118 fece riparare i danni subiti dalla struttura quasi cento anni prima (1082) a seguito dell'invasione dei normanni guidati da Roberto il Guiscardo, mentre papa Callisto II intorno al 1200 fece costruire il portico.
La chiesa fu nuovamente restaurata nel 1718 su disegni di Giuseppe Sardi che ne trasformò lo stile da romanico a rococò e nel 1899 da G.B. Giovenale che eliminò questi elementi per riportare la chiesa al suo originale aspetto romanico che ancora oggi conserva.
In questa chiesa furono eletti al soglio pontificio papa Gelasio II, papa Celestino III e anche l'antipapa Benedetto XIII.
[modifica] Struttura
La facciata a forma di capanna della chiesa presenta un portico con sette arcate, cui si sovrappongono sette finestre; in posizione decentrata (sulla destra dell'osservatore) si erge il bel campanile romanico risale al XII secolo, che si eleva dal tetto per sette piani, con bifore e trifore, decorato con maioliche colorate.
Sotto il portico, il monumento di Alfano, che curò per conto del papa Callisto II i restauri della chiesa e sulla sinistra del portico la famosa e visitatissima Bocca della Verità, davanti alla quale lunghe file di turisti attendono il proprio turno per farsi fotografare con una mano dentro la fessura di quello che con grande probabilità era un chiusino romano.
L’interno della chiesa ha tre navate, separate da pilastri e da diciotto colonne di varia provenienza; il soffito è ligneo mentre il pavimento è arrichito dagli smalti e gli ori dei mosaici cosmateschi, oltre che da superfici marmoree, levigate dal corso del tempo.
Qui si possono ammirare la schola cantorum proprio a metà della navata centrale, la "cattedra" episcopale, il "baldacchino" gotico dell’altare maggiore (opera di Deodato) e l’altare di granito rosso posto sul fondo dell'abside risalente al 1123.
Infine nella sagrestia è conservato un prezioso frammento di un mosaico raffigurante l'Epifania, che originariamente si trovava nella Basilica di San Pietro.
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