Battaglia di Cerignola
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La Battaglia di Cerignola fu combattuta il 21 aprile 1503 tra l'esercito spagnolo, guidato da Gonzalo Fernández de Córdoba e quello francese, guidato da Louis d'Armagnac.
[modifica] Retroterra della battaglia
Il conflitto tra spagnoli e francesi nell'Italia meridionale era basato sul possesso del Regno di Napoli. Dopo il trattato di Granada del 1500, la questione napoletana sembrava ormai risolta, ma soltanto per poco. Già nel 1503 sorse una nuova disputa intorno all'appartenenza della provincia di Capitanata, creata ex-novo dal sovrano spagnolo Alfonso I d'Aragona dalla provincia della Puglia e rivendicata, per motivi amministrativi, dai Francesi. L'impossibilità di trovare un nuovo accordo per la nuova questione portò sempre più spesso allo scoppio di numerose scaramucce ai confini tra spagnoli e francesi, che sfociarono in un vero e proprio conflitto che spinse i due condottieri, il de Córdoba e il d'Armagnac ad affrontarsi in campo aperto.
[modifica] I due schieramenti
Le forze spagnole erano composte da 8.000 uomini, tra i quali si trovavano 1.000 archibugieri, e 20 cannoni. Le forze francesi erano composte da 32.000 uomini, gran parte dei quali appartenenti alla cavalleria pesante o ai 7.000 picchieri mercenari svizzeri, molto pericolosi nelle loro cariche in in campo aperto, a completare il potenziale bellico dei francesi c'erano circa 40 cannoni. Gli spagnoli erano sotto il comando di Gonzalo Fernández de Córdoba detto El Gran Capitán, mentre i francesi erano guidati da Louis d'Armagnac, Duca di Nemours.
[modifica] La Battaglia
A dispetto della sproporzione delle forze in campo di 4 a 1 in favore dei francesi, il condottiero spagnolo de Córdoba poté contare su diversi vantaggi che seppe sfruttare pienamente a suo favore. Egli aveva occupato una posizione strategicamente favorevole sulla sommità di Cerignola, e dietro consiglio del suo braccio destro Prospero Colonna, fece schierare l'esercito lungo dei poggi coltivati a vigneto e protetti da un fosso naturale che Prospero e suo cugino Fabrizio Colonna fecero scavare ulteriormente, proteggendolo con pali acuminati e piccole opere in muratura. Oltre a questo accorgimento egli aveva schierato in maniera opportuna i suoi pezzi d'artiglieria che si riveleranno fondamentali, oltre a poter contare sulle nuove unità di fanteria chiamate Coronelías, armate di picche, archibugi e spade, un armamento misto che si diversifica molto da quello classico adottato fino ad allora dagli spagnoli sin dal tempo della Reconquista. I Coronelías saranno considerati i precursori dei successivi Tercios.
La battaglia ebbe inizio con una doppia carica della cavalleria francese contro il centro della fanteria spagnola, ma entrambi i tentativi di sfondamento vennero resi vani dai colpi dell'artiglieria spagnola. L'attacco successivo si abbatté contro il fianco destro dello schieramento spagnolo, ma venne vanificato dai colpi degli archibugieri, che nell'occasione uccisero il duca di Nemours scatendando il panico tra le fila dei francesi. Il capitano del contingente mercenario svizzero tentò di prendere le redini dell'esercito francese, organizzando una carica dei suoi picchieri insieme alla cavalleria, ma anche questa volta l'attacco fu vanificato dai colpi delgi archibugieri spagnoli che riuscirono ad uccidere anche l'ufficiale svizzero. Ciò costrinse alla ritirata i francesi proprio nel momento in cui la fanteria spagnola iniziò a caricare a sua volta, determinando la totale disfatta dei francesi.
Nonostante il combattimento sia stato relativamente breve, esso è importante per la storia della tattica militare in quanto rappresenta il primo esempio di vittoria sul campo grazie all'uso di pezzi di artiglieria leggera.
Essa fu importante anche per il fatto che permise agli Spagnoli, anche grazie alla vittoria nella battaglia del Garigliano di conquistare definitivamente il dominio sul regno di Napoli e di rendere per sempre vane le mire francesi sull'Italia meridionale.