Battaglia di Nanchino
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Battaglia di Nanchino | |||||||
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Parte della Seconda guerra cino-giapponese | |||||||
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Schieramenti | |||||||
Cina Esercito di Liberazione Popolare |
Giappone Governo fantoccio del Manchoukuo |
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Comandanti | |||||||
Tang Shengzhi | Matsui Iwane | ||||||
Effettivi | |||||||
100.000 uomini | 8 divisioni | ||||||
Perdite | |||||||
circa 50.000 soldati, 300.000 civili | minime |
La battaglia di Nanchino terminò con la caduta della città capitale di Nanchino 南京 nel 1937, nelle mani delle truppe giapponesi, due mesi dopo che il governo della Repubblica Cinese aveva evacuato la città trasferendosi a Chongqing 重庆.
Il 9 dicembre 1937, dopo aver chiesto senza successo alle truppe cinesi che difendevano la città di arrendersi, le truppe giapponesi del tenente generale Asaka Yasuhiko 朝香鳩彦 (facente le veci del generale Matsui Iwane 松井石根), lanciarono un massiccio assalto.
Il 12 dicembre le truppe cinesi decisero di ritirarsi sulla sponda opposta del fiume Chang jiang 长江. Il 13 dicembre, la 6a e la 116a divisione dell'esercito giapponese entrarono nella città. Nello stesso momento, la 9a divisione entrò dalla Porta Guanghua, e la 16a divisione dalle porte Zhongshan中山门 e Taiping 太平门. Nel pomeriggio, due flotte della Marina Imperiale Giapponese arrivarono su entrambi i lati del fiume Chang jiang.
Lo stesso giorno Nanchino cadde in mano ai giapponesi. Nelle sei settimane seguenti le truppe giapponesi compirono il cosiddetto massacro di Nanchino, nel corso del quale fu sterminata buona parte della popolazione civile della città.