Bonturo Dati
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Bonturo Dati, di Lucca, mercante e politico, fu coinvolto nelle vicende politiche della sua città ma è soprattutto famoso per essere bollato da Dante come barattiere, cioè accusato di trarre guadagni illeciti da un incarico pubblico. L'accusa infamante, lanciata quando Bonturo era ancora vivo, è contenuta nelle seguenti terzine dell'Inferno, (la prima cantica della Divina Commedia), nelle quali si descrive l'attuffamento di un barattiere di Lucca, (Un de li anzïan di Santa Zita) nello stagno di pece ardente
Inf. XXI, 37-42
dai commentatori e dai documenti di archivio sappiamo anche che Bonturo Dati fu a capo della fazione popolare di Lucca e ricoprì varie cariche pubbliche. La famiglia Dati non apparteneva, per quanto ne sappiamo, al ristretto novero degli Anziani .
Nel 1308 fu cacciata la famiglia Grandi con l'accusa di corruzione. Bonturo assunse per breve l'incarico di governatore della città e si vantò di aver posto fine agli abusi. Nel 1314 un gran numero di cittadini di parte Guelfa, quindi ostili al governo ghibellino della città, e al suo nuovo signore, Uguccione della Faggiola, fu esiliato. Bonturo figura nella lista degli esiliati. un'altra notizia fissa al 1324 la sua morte.