Bruzi
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I Bruzi (o Bretti o Bruttii) erano un antico popolo di origine indoeuropea che abitò la zona settentrionale dell'odierna Calabria, che al tempo costituiva la parte meridionale della Regio III augustea.
[modifica] Storia
Nel corso dell'età del Ferro, gruppi di genti di stirpe indoeuropea penetrarono in diverse ondate in Italia, distribuendosi lungo l'arco delle dorsali appenniniche centro-meridionali. Collettivamente sono conosciuti con il nome di Italici. Tra di essi distinguiamo le popolazioni dei Sanniti, degli Apuli, dei Campani, dei Lucani, tutti caratterizzati da una lingua comune, l'Osco. Per tale ragione, gli stessi Romani li identificavano come un gruppo omogeneo cui diedero il nome di Sabelli.
La tradizione letteraria concorda nell'identificare i Bruzi come pastori e/o servi dei Lucani che abitudinariamente vivevano a mo' di nomadi, prevelentemente nella parte setterntionale della Regio III augustea. Infatti tali li definisce Strabone, e altrettanto Diodoro Siculo e Pompeo Trogo: quest'ultimo autore, inoltre, conferma la loro discendenza dai Lucani e la vittoriosa rivolta contro quest'ultimi, intorno al 356 a.C., negli anni della lotta che vedevano Dione di Siracusa opporsi a Dionisio II. Negli anni successivi le tribù dei Bruzi si coalizzarono in una lega che aveva il suo centro nella località di Consentia, l'attuale Cosenza.
I Bruzi vengono quindi presentati come popolo di stirpe indoeuropea, di linguaggio osco, di animo rude e bellicoso (ad iniuras viciniorum prompti) e a connotazione nomade.
Tra la metà del IV e la metà del III secolo a.C., i Bruzi attaccarono e conquistarono diverse città magno-greche, (tra cui Terina, Hypponion, Sibarys sul Traeis ed altre) sottraendo loro territorio e risorse.
Conquistati dai romani, non si sottomisero mai del tutto ai nuovi conquistatori ed approfittarono dell'invasione di Pirro re dell'Epiro prima, e di Annibale poi per riconquistare l'indipendenza. Le Guerre Puniche, però, decretarono la fine della potenza brettia contemporaneamente all'ascesa di quella romana, e la loro scomparsa come etnia autonoma organizzata: quasi tutto il loro territorio fu trasformato in colonia romana (II e I secolo a.C.) nonché, come riferisce Appiano, subirono l'umiliazione di non poter militare negli eserciti romani come soldati, ma esclusivamente come attendenti al servizio dei magistrati della Repubblica.
[modifica] Bibliografia
- Strabone (VI,255) e (VI,253-254)
- Diodoro Siculo (XVI,15)
- Pompeo Trogo in Giustino (XXIII,1,1-14)
- Platone (Leggi, VI 777c)