Canonizzazione
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La canonizzazione è il processo con cui le comunità di credenti di alcune religioni cristiane (Chiese) valutano, secondo criteri definiti, se una persona meriti l'appellativo di "santo", in modo che i fedeli possano venerarlo come tale: l'esito positivo di tale processo coincide, in altre parole, con la dichiarazione di ammissibilità del culto della persona come santo.
È una consuetudine in uso presso la Chiesa cattolica (incluse le Chiese di rito orientale) e la Chiesa ortodossa. La Chiesa anglicana non usa la canonizzazione; unica eccezione in tutta la sua storia è la canonizzazione di Carlo I d'Inghilterra.
[modifica] Cenni storici
Nel primo millennio, il culto dei santi era gestito direttamente dalle chiese locali e dai vescovi diocesani, che di propria iniziativa autorizzavano le manifestazioni di culto in occasione degli anniversari di morte (dies natalis, giorno di nascita in cui il santo 'nasceva' al cielo) o di altre ricorrenze (traslazione di reliquie, patrocinio dei santi durante calamità o invasioni, ecc.).
Il papa Alessandro III, nel XII secolo, rivendicò a sé il potere di riconoscere una persona come santo al fine di mantenere una uniformità di culto in tutta la Cristianità. Tale norma fu poi confermata da Gregorio IX nel 1234.
Nel XIV secolo, il Papa cominciò ad autorizzare il culto di alcuni santi solo in ambito locale prima che fosse completato il processo di canonizzazione. Tale pratica è all'origine della procedura di beatificazione, in cui una persona è detta beata ed è possibile il suo culto solo in ambiti ristretti (singole diocesi o famiglie religiose).
[modifica] Chiesa cattolica
Un nuovo riconoscimento di un nuovo Santo è, per la Chiesa Cattolica, fonte di grande gioia in quanto considerato manifestazione speciale dell'operato di Dio: un nuovo santo è, nel cattolicesimo, un dono che Dio fa alla comunità. Il processo che porta la Chiesa a dichiarare un uomo o donna Santo richiede grande attenzione e responsabilità, perché la decisione che ne deriva influenza molte persone: il Santo o Santa verrà infatti proposto alla venerazione di tutti i fedeli in tutto il mondo e indicato come esempio da seguire.
Il processo di canonizzazione ha una durata variabile di parecchi anni, ma può arrivare a secoli. Segue due procedure, a seconda che il Santo sia morto di morte naturale o sia stato ucciso come martire.
Se il Santo o Santa è morto di morte naturale:
- il processo di canonizzazione ha origine dalle persone che hanno vissuto con il potenziale Santo o Santa, che ne conoscono l'operato e lo stile di vita: la comunità della parrocchia, la congregazione religiosa, la comunità in cui ha lavorato, eccetera.
- questi, detti Attori, incaricano una persona che ritengono adeguata a presentare richiesta al Vescovo di riferimento perché apra l'Inchiesta Diocesana su una possibile beatificazione. Chi presenta la domanda viene detto Postulatore della Causa. Se la Santa Sede lo ritiene affidabile, diviene la persona di riferimento per la Congregazione per le cause dei santi, cioè l'organismo della Santa sede che si occupa dei processi di beatificazione. L'inchiesta non può iniziare se non sono trascorsi almeno 5 anni dalla morte della persona, a meno che il Papa in persona non voglia autorizzare una eccezione. Questo criterio di cautela tende a evitare di farsi trasportare da entusiasmi temporanei e intende aiutare a valutare con criterio i fatti;
- La Congregazione per le Cause dei Santi valuta la richiesta del Vescovo e risponde con un Nulla Osta (niente si oppone), autorizzandolo a procedere. Da questo punto in poi il potenziale Santo o Santa viene detto "Servo (o serva) di Dio";
- si procede intervistando quante più persone possibili, valutando documenti e testimonianze per capire se, tra quanti lo hanno conosciuto, ci sia una cosiddetta fama di santità. Se, durante la vita della persona sono avvenuti episodi inspiegabili che possano essere ritenuti "miracoli", questi verranno verificati e segnalati, sebbene non siano considerati fondamentali. Ne deriva una raccolta di documenti che viene inviata a Roma.
- la Congregazione per le Cause dei Santi controlla che la raccolta del materiale sia avvenuta in modo corretto, quindi nomina un Relatore della Causa che guiderà l'organizzazione del materiale nella Positio super virtutibus del Servo di Dio. La Positio è quindi un dossier dove si esprime con criterio la "dimostrazione ragionata" (Informatio) delle presunte virtù eroiche, usando le Testimonianze e Documenti raccolti nell'Inchiesta Diocesana (Summarium);
- si organizza una commissione di 9 teologi, detta Congresso dei Teologi. Se questi danno parere favorevole si ha una riunione di Cardinali e Vescovi della Congregazione dei Santi, terminata la quale il Papa autorizza la lettura del Decreto ufficiale sull'eroicità delle virtù del Servo di Dio. Questi d'ora in poi viene chiamato "Venerabile".
Questo chiude la prima fase del processo di canonizzazione; il successivo è la dichiararzione di Beatificazione, per arrivare alla quale deve essere riconosciuto un miracolo per intercessione del Venerabile. Qualcuno deve aver pregato la persona e questa deve aver "risposto" venendo in soccorso con un evento inspiegabile e "prodigioso": questo può essere ritenuto segno inequivocabile che la persona è in Paradiso e di là può e vuole soccorrere i vivi. La cautela in questa fase è ancora maggiore. Perché un miracolo venga preso in considerazione dalla Congregazione dei Santi occorre una Inchiesta Diocesana, approfondita con lo stesso iter indicato sopra, che andrà consegnata alla Congregazione dei Santi. - tra gli episodi a cui la Chiesa cattolica più frequentemente attribuisce carattere miracolistico vi sono: la "levitazione" durante la preghiera, come sarebbe avvenuto per san Giuseppe da Copertino (1603-1663); le stigmate, cioè ferite originatesi senza alcuna causa naturale individuata, uguali a quelle che Cristo avrebbe ricevuto durante il martirio: fori alle mani e ai piedi, e una ferita al costato. Le stigmate sanguinerebbero solitamente durante la messa, quando si ricorda il martirio di Cristo. Esempi famosi furono quelli attribuiti a san Francesco d'Assisi e Padre Pio da Pietrelcina; la "bilocazione", cioè la presunta apparizione contemporanea di una persona in due posti diversi, come, secondo i credenti, sarebbe accaduto a Pio da Pietrelcina; l'incorruttibilità del corpo dopo la morte, come ritenuto per santa Caterina da Siena, il cui corpo è ancora integro dopo quasi 650 anni dalla morte; la "liquefazione del sangue" durante occasioni particolari, come san Gennaro; l'"Odore di Santità": il corpo emanerebbe profumo di fiori, anziché il consueto odore di morte, come nel caso di santa Teresa d'Avila. Tuttavia il miracolo che si verificherebbe più spesso è quasi sempre una guarigione da malattia grave. Questa deve essere istantanea, senza alcuna spiegazione medica plausibile, definitiva e totale.
La Positio sul miracolo viene quindi esaminata da 5 medici: se questi dichiarano di non sapere dare spiegazione razionale e scientifica dell'avvenimento, si configura la possibilità di ritenerla miracolo. L'avvenuto viene valutato da 7 teologi, quindi da Vescovi e Cardinali. - Terminate queste riunioni il Papa proclama il Venerabile: Beato o Beata in una Messa solenne, quindi stabilisce una data della memoria nel calendario liturgico locale o della famiglia religiosa cui la persona apparteneva.
- Se viene riconosciuto un altro miracolo, a seguito di una valutazione che ha lo stesso iter e la stessa severità del primo, il Beato viene dichiarato Santo e il suo culto viene autorizzato ovunque vi sia una comunità di credenti.