Charlie Robertson

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Charles Culbertson Robertson (Dexter, Texas 31 gennaio 1896 – Fort Worth, Texas 23 agosto 1984) non riuscì mai ad affermarsi nella Major League Baseball, tuttavia riuscì a trovare il giorno perfetto, aggiungendo il proprio nome in una lista di pochissimi fortunati.

[modifica] La carriera

Entrato nelle Majors nel 1919 all'età di 23 anni, Robertson non si distinse per nessuna particolare abilità, tanto che nel suo primo anno giocò una sola gara, lanciando due inning e perdendo la partita. Dopo due anni trascorsi nelle squadre minori dei Chicago White Sox, tornò in prima squadra nel 1922, e il 30 aprile si presentò in pedana contro i Detroit Tigers di Ty Cobb: era la sua quarta partita, la seconda da lanciatore partente.

Salvato da uno spettacolare gioco difensivo di un compagno di squadra nel secondo inning, Robertson trovò il proprio ritmo, e lancio dopo lancio raggiunse la partita perfetta. Cobb, infuriato per essere stato eliminato tre volte, si disse sicuro che Robertson aveva raggiunto la perfezione barando, trattando la palla con grasso e altre sostanze per renderne imprevedibile la traiettoria. Tuttavia, il commissario del baseball dell'epoca, Ban Johnson, a cui furono sottoposte varie palle usate nella partita, non trovò niente di strano nelle stesse, decretando che la prestazione di Robertson non era stata inficiata da scorrettezze.

Al termine di quella che sarebbe stata la sua stagione migliore, Robertson vinse 14 partite, perdendone però 15. Con un record in carriera di 49 vittorie e 80 sconfitte, e avendo militato in Major league per sole 8 stagioni, Robertson non è mai stato considerato per l'induzione nella Baseball Hall of Fame. Rimane comunque negli annali il suo giorno perfetto, e il fatto che è stato il lanciatore di partita perfetta più "longevo", visto che il perfect game successivo fu lanciato da Don Larsen 34 anni dopo.