Chiesa di Santa Maria presso San Satiro
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Santa Maria presso San Satiro è un'antica chiesa di Milano

Il primitivo edificio di culto fu fondato dall'arcivescovo Ansperto già prima dell'879 e fu dedicato a San Satiro, fratello di Sant'Ambrogio. La chiesa di Santa Maria fu invece costruita tra il 1476 e il 1482 per custodire un'icona miracolosa. Il committente fu il duca Galeazzo Maria Sforza; per alcuni studiosi il progettista fu un giovane pittore marchigiano da poco trasferitosi prima a Bergamo e quindi a Milano: Donato Bramante. I documenti scoperti da Sironi proverebbero tuttavia che Bramante ebbe un ruolo in subordine rispetto per esempio al progettista della facciata, l'architetto della Cappella Colleoni, ovvero Giovanni Antonio Amadeo.
Bramante, o forse meglio l'Amadeo, pur avendo a disposizione un'area di piccole dimensioni, edificò un edificio di respiro veramente monumentale: tre navate, la centrale coperta da una volta a botte, con una cupola emisferica all'incrocio con il transetto, sul modello della chiesa di Sant'Andrea a Mantova, di Leon Battista Alberti.
Il vero colpo di genio è però la soluzione del presbiterio: non potendo concludere l'edificio con un quarto braccio per la presenza di una strada assai frequentata, Bramante, - per altri l'Amadeo - fece costruire un finto spazio in prospettiva, con una volta in stucco, profondo soltanto 97 centimetri ma in grado di suggerire una profondità molto maggiore, vero antesignano di tutti gli esempi di trompe l'oeil dei successivi sviluppi della storia dell'arte, anche se, a dire il vero non si tratta che di un esempio di 'stiacciato' trasferito dalla scultura all'architettura.
Originariamente tutto l'edificio era decorato in bianco azzurro ed oro, e l'impressione ottica doveva essere ricchissima. Anche gli affreschi di Bergognone che ornavano le pareti laterali sono stati quasi completamente staccati e collocati alla Pinacoteca di Brera.
L'antico sacello di San Satiro, a pianta circolare, venne in quegli anni rivestito da una decorazione in cotto e fu arricchito dal gruppo in terracotta con il Compianto su Cristo morto di Agostino de Fondulis. Lo stesso artista decorò anche, con espressivi busti in terracotta, la Sacrestia bramantesca o piuttosto amadeesca della chiesa, a pianta centrale, ispirata ad edifici tardo-antichi o forse più direttamente dalla Cappella Portinari in Sant'Eustorgio o dalla Cappella Colleoni a Bergamo. Anche lo scultore e architetto Giovanni Battagio partecipò alla sua edificazione e ornamentazione a partire dal 1483. Il campanile della chiesa è ancora quello romanico.
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