Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano
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Santa Susanna è una delle chiese più antiche di Roma, situata nel Rione Trevi.
Indice |
[modifica] Storia
Fu elevata a titolo cardinalizio sul sito delle case di Gabinio e Caio, intitolata alla martire Susanna. Scavi del XIX secolo hanno effettivamente portato alla luce, sotto la confessione (cioè l'altare edificato sul luogo del martirio), i resti di una casa romana del III secolo, ora visibili attraverso la pavimentazione in vetro della sacrestia. Altri scavi del 1990 hanno riportato in luce un sarcofago romano con dentro frammenti di intonaco dipinto.
La chiesa, originariamente detta ad duas domos (cioè presso le case di Gabinio e Caio) e in forma basilicale, fu fatta riedificare prima da Leone III, nell'800, e poi completamente da Sisto IV nel 1475. L'attuale facciata è opera del Maderno del 1603.
Dal 7 ottobre 1587, Papa Sisto V ne fece la sede della Comunità Monastica Cistercense di san Bernardo (femminile). Il complesso, espropriato con gran parte del convento dallo Stato unitario dopo il 1870, ritornò gradualmente in possesso del titolo cardinalizio, assegnato dal 1937 a cardinali americani (per questa ragione è attualmente la chiesa nazionale dei cattolici statunitensi), e attraverso il cardinale Cushing fu restituito in proprietà al monastero cistercense. Nel piano pastorale della Diocesi di Roma, la Chiesa di Santa Susanna è prima di tutto una Chiesa Monastica e poi Chiesa nazionale. La Comunità Monastica Cistercense femminile è proprietaria del complesso monastico e della stessa Chiesa.-->
[modifica] Architettura
Dietro l'abside della chiesa, separato da questa da una grata in ferro, è situato il coro delle monache, fatto realizzare nel 1596 dal cardinale Rusticucci, titolare della chiesa tra il 1570 e il 1597. Il coro, rettangolare, fu fatto costruire da Paolo V, con un soffitto in legno a cassettoni. Gli affreschi alle pareti sono attribuiti a Francesco Mezzetti (1676-1706).
Nella sacrestia sono conservati gli affreschi del VII secolo riferibili alla primitiva Chiesa paleocristiana e ritrovati durante uno scavo archeologico avvenuto nel 1990.
La facciata di Santa Susanna costituisce un momento di straordinaria qualità nel passaggio complesso dal tardo Manierismo romano all'inizio del Seicento.
Alcune intuizioni sembrano anticipare le ricerche barocche sul tema della visione e del rapporto con il contesto urbano. L'elemento che più colpisce l'osservatore è il tema del graduale avanzare verso l'esterno della facciata nella sua parte centrale, una sorta di anticipazione del tema della facciata sinusoidale borrominiana, ottenuta qui attraverso passaggi non concavo-convessi, ma attraverso scatti successivi degli elementi strutturali.
Al primo ordine si passa infatti dalle lesene singole e poco rilevate, poste agli estremi della facciata, ad un primo avanzamento ottenuto con una semi-colonna e infine con l'accostamento di due semicolonne che delimitano il portale disposte in modo gradualmente emergente verso il centro.
Al contrario volendo si potrebbe leggere la facciata come un processo di rarefazione degli elementi architettonici dal centro all'esterno.
Lo stesso processo si evidenzia in una lettura dal basso verso l'alto, in quanto al secondo ordine le semicolonne lasciano il posto a lesene molto meno rilevate, mentre il timpano si conclude con un coronamento a balaustra che lascia intravedere il cielo. Non si può ancora parlare di ricerca dell'Infinito, ma gli spunti potrebbero essere stati importanti per gli allievi del Maderno.
[modifica] Collegamenti
È raggiungibile dalla stazione: Repubblica - Teatro dell'Opera. |
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Cistercensi di Santa Susanna sito istituzionale