Chiesa di Santo Stefano (Genova)
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Abbazia medioevale |
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La chiesa di Santo Stefano è uno dei più noti luoghi di culto cristiani di Genova. Situata su un'altura che sovrasta la centralissima via XX Settembre è uno degli esempi maggiormente significativi dell'architettura romanica presenti nel capoluogo ligure. In questa chiesa si ritiene venne battezzato Cristoforo Colombo.
Importanti lavori di restauro - che richiesero peraltro l'abbattimento di alcune cappelle - furono compiuti alla fine del XIX secolo in occasione dell'ampliamento dell'allora via Giulia, oggi - appunto - la sottostante e centralissima via XX Settembre.
Chiusa per quasi tutta la prima metà del Novecento, la chiesa è stata completamente ristrutturata - di fatto totalmente ricostruita - tra il 1946 ed il 1955, anno in cui venne consacrata al culto dal cardinale Giuseppe Siri.
I lavori di rifacimento restituirono alla città un magnifico esempio di stile romanico. Il progetto di Cesare Galliano e Cesare Barontini prevedeva la realizzazione di tredici altari, l'applicazione di vetri istoriati alle cinque grandi finestre del coro e al rosone di facciata nonché la presenza di un pulpito riproducente quello della cattedrale di Spalato.
Indice |
[modifica] La chiesa e la sua storia
Sorta nel medioevo come abbazia sui resti di una piccola chiesetta del V secolo intitolata a San Michele Arcangelo, la chiesa di Santo Stefano ha una storia antichissima. Il documento più antico che ne fa menzione è un atto risalente all'anno 965, anche se alcuni storici ne attribuiscono la fondazione, nel 972, al vescovo di Genova Teodolfo che intese così porre rimedio ad una distruzione compiuta anni prima da una incursione saracena.
La chiesa venne elevata a parrocchia solo successivamente. La data non è certa ma quasi certamente - stando ad una bolla papale di Innocenzo II emessa nel 1134 - sicuramente posteriore al 1054.
Santo Stefano ha una pianta rettangolare ad una sola navata, con un presbiterio sopraelevato sotto al quale si trova una cripta, probabilmente il nucleo originario della piccola chiesa dedicata a San Michele.
La cupola, ora in mattoni ma che era già stata fatta ricostruire in laterizio nel Trecento dall'abate Niccolò Fieschi, ha forma ottagonale in mattoni. La parte inferiore del campanile è di datazione incerta ma si ritiene che sia antecedente alla chiesa e che in origine svolgesse funzioni di torre di guardia.
L'abbazia restò affidata ai monaci Benedettini dal 972 al 1401, anno in Papa Bonifacio IX la trasformò in commenda; a fine secolo, nel 1497, venne annessa alla chiesa una cappella con cantoria marmorea. Il monastero venne poi demolito nel 1535 per far posto a metà del Seicento ad un nuovo complesso monastico.
Passata ai monaci olivetani nel 1530, restò a quest'ordine religioso fino al 1776, quando fu affidata al clero secolare.
La parrocchia di Santo Stefano includeva la zona di Portoria, sino al Colle, passando per Ponticello dove era la casa di Cristoforo Colombo.
[modifica] Il restauro
Il restauro della chiesa, avviato in scorcio all'Ottocento e alternativo alle proposte del parroco di demolizione e ricostruzione a fine Ottocento, fu condotto da Alfredo D'Andrade. Morto questi nel 1915, la situazione rimase bloccata, con la vecchia chiesa lasciata pressoché in disuso e la nuova e più grande parrocchiale costruita in neoromanico accanto. L'intervento venne portato a termine da Carlo Ceschi nel Secondo Dopoguerra, anche a seguito dei bombardamenti aerei che avevano pesantemente colpito il monumento e distrutto la chiesa parrocchiale nuova.
[modifica] Bibliografia
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Per approfondire, vedi la voce Genova/Bibliografia. |
- G.Odicini, Le lapidi recenti collocate nell'abbazia di Santo Stefano, 1977
- G.Odicini, L'abbazia di Santo Stefano a Genova - Mille anni dalla ricostruzione ad oggi, 1972
- L.De Simoni, La chiesa di Santo Stefano dove fu battezzato Colombo, in Studi Colombiani, 1951
- C.Ceschi, La cripta della chiesa di Santo Stefano, in Bollettino Ligustico III, 1951
- Storia cronologica dell'Abbazia e Chiesa di Santo Stefano di Genova ricavata da autentiche scritture ed iscrizioni, 1776
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